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Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Per
sapere
- premesso che:
la legge di riforma 508 del 1999, approvata all'unanimità dal
Parlamento, prevede all'articolo 2, comma 7, una serie di regolamenti
attuativi fra i quali il fondamentale regolamento sull'autonomia
regolamentare e statutaria;
dopo inspiegabili ritardi, il 3 agosto 2001 venivano emessi dalle due
commissioni istruzione (Senato) e cultura (Camera) i previsti pareri
contenenti modifiche allo schema di regolamento predisposto dal
Ministro e già contestato da tutte le istituzioni;
il Ministro ha ritirato lo schema di regolamento nel settembre 2001 e
ci senza motivazioni plausibili ma, ad avviso dell'interrogante, a
seguito di pressioni unicamente rivolte a perpetrare un regime
ministeriale di imposizioni dall'alto del tutto incompatibile con
l'autonomia statutaria sancita nell'articolo 33 della Costituzione e
con la svolta in senso federalista conseguente alle modifiche
costituzionali;
il Ministro nel mese di dicembre 2001, sulla spinta di numerose
proteste, elaborava un ulteriore schema di regolamento anch'esso
contrario allo spirito ed alla lettera della legge 508/1999, in
aperta violazione dell'articolo 33 della Costituzione che ne
costituisce il fondamento;
detto schema di regolamento, dopo i previsti pareri del CNAM e del
Consiglio di Stato, in sede di Consiglio dei Ministri veniva
ulteriormente stravolto per voler imporre l'orientamento sopra
richiamato;
l'aspra sollevazione intervenuta e gli emendamenti richiesti da tutte
le istituzioni a sostegno delle buone ragioni e della corretta
applicazione della legge 508 del 1999 trovavano nuovamente
accoglimento da parte delle due commissioni parlamentari (Istruzione
e Cultura) che, nella seduta del 2 luglio 2002, ribadivano la
sostanza dei pareri già espressi il 3 agosto 2001 contro ogni
indebita ingerenza ed imposizione lesiva dell'autonomia statutaria
- perché non sia stato ancora presentato al Consiglio dei ministri il
regolamento in oggetto e cosa osti alla sua sollecita presentazione,
atteso che sono trascorsi oltre tre mesi dai reiterati pareri di
Camera e Senato e che il ritardo sta provocando un danno
incalcolabile alle istituzioni di alta cultura in tutte le loro
componenti, dal personale agli studenti e sta esasperando un assurdo
regime autodiscriminatorio rispetto alle istituzioni europee di pari
livello
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