Commenti e ricerche audio a cura del Prof. Bruno Bertone.
Il tempo passa, cancella i ricordi ed anche le sensazioni si affievoliscono; ma noi riteniamo che la storia, anche quella recente, non debba essere dimenticata e quindi vedremo di mantenere tracce di quello che è successo.
Cosa pensa (o pensava) un Ministro della Repubblica delle scuole pubbliche e delle private, come pensi e si impegni a sostenere "anche" le private, in modo che siano queste attività a fornire ai diplomati dai conservatori una ulteriore preparazione.
Vediamo anche cosa pensava della riforma allora in gestazione.
Dalla trasmissione Rai del 12 marzo 1998.
Riteniamo importante non dimenticare anche per non fare errori in futuro, errori sempre possibili e minacciosi.
On. Berlinguer, Ministro Istruzione Pubblica:
"Invece io vorrei dire una battuta aghgrgdhhrr"
Dott. Santalmassi, giornalista intervistatore:
SI
On Berlinguer:
Poi per i conservatori noi, ehm ehm, ci adopereremo perché, si creino delle zone di eccellenza, fra questi conservatori, delle zone, degli esempi di eccellenza, approfittando di quelli che già hanno una qualche qualificazione, particolare, perché ci sono anche delle attività musicali, io prendo per esempio allistituzione che cè ad Imola, oppure alla scuola di musica di Fiesole, che sono private, che però sono eccellenti, faccio solo due esempi ma ce ne sono altre e significative in Italia, e noi sosterremo anche queste altre attività, che tendono a, a pre am a preparare i diplomati dai conservatori per assicurare loro una ulteriore qualificazione
Ora ricordiamo come si pensasse a zone di eccellenza ed ancora oggi capita di sentire chi auspicava di estrapolare qualche conservatorio e farne un centro di eccellenza e di ridurre gli altri a licei musicali.
Evidentemente la cultura (giuridica, ovviamente) non è poi diffusa come i pregiudizi
Ma andiamo avanti e vediamo allora cosa lallora ministro diceva dei conservatori, delle critiche da fare ad essi:
On. Luigi Berlinguer, Ministro della Pubblica Istruzione:
[lelenco delle critiche ai Conservatori italiani] guardi, un elenco enorme, un elenco che ci può far soffocare, perché è una delle situazioni più tragiche che abbiamo nellorganizzazione dellinsegnamento in Italia
M° Salvatore Accardo, violinista:
he si, è veramente
On. Luigi Berlinguer, Ministro della Pubblica Istruzione:
abbiamo ereditato uninflazione di Conservatori una sessantina
M° Salvatore Accardo, violinista:
è vero è vero è pazzesco (diminuendo) è pazzesco, pazzesco
Critiche forti, fortissime.
Ma incomprensibili. Se si critica il numero dei conservatori, si dimentica di considerare che questi conservatori sono nella realtà delle piccole istituzioni, dimensionate sulle realtà logistiche nelle quali si trovano ad operare.
La conformazione stessa della nazione costringe listruzione superiore a distribuirsi sul territorio, se si vuol evitare di creare ulteriori difficoltà per coloro che hanno le capacità ed i meriti di accedere a questa formazione.
La stessa università (con sedi di dimensioni ragguardevoli) è un esempio della necessità di distribuirsi, basta contarne le sedi decentrate distribuite in ogni dove. Inoltre il cercare di far credere che pochissimi conservatori (di dimensioni assai più grandi degli attuali) rappresentino la soluzione ad un problema presente solo nelle idee di alcuni saggi è azione assai discutibile.
Non si alza certo la qualità dellistruzione con la semplice concentrazione ma è necessaria ben altra politica che qui non stiamo a discutere.
I conservatori, nella stragrande maggioranza, per non dire nella totalità, rappresentano la risposta alla domanda di istruzione superiore nellambito musicale. Forse una cosa sarebbe necessaria, potenziarne le possibilità operative ed in alcuni casi (vedasi la Valle dAosta) crearne almeno uno.
Ma questa è unaltra storia.
E parliamo allora della qualità e della quantità, avvalendoci anche del pensiero (e delle parole) del M° Salvatore Accardo; non possiamo non notare la "fine" chiosa del giornalista Santalmassi.
M° Salvatore Accardo, violinista:
(citazione non testuale)
[a causa dell"enorme" numero dei conservatori, ci si è trovati a doverli "riempire" di docenti senza poter pretendere un loro adeguato livello di capacità, dovendo badare alla quantità non si può guardare alla qualità,]
On. Luigi Berlinguer, Ministro della Pubblica Istruzione:
non cè dubbio non cè dubbio
M° Salvatore Accardo, violinista:
Quando noi abbiamo un insegnante che non è allaltezza di insegnare genera altri musicisti non allaltezza e, e, e, viene fuori una specie di spirale perversa, una specie di, di, di erba maligna che, ehe, praticamente, eheehe, tira fuori ogni anno ogni anno dei musicisti che non faranno mai i musicisti e secondo me questo non è giusto
Dott. Santalmassi, giornalista intervistatore:
E magari faranno gli insegnanti
M° Salvatore Accardo, violinista:
E poi magari andranno a fare lin???
complimenti, forse si è trovato il nodo! Risolviamo tutto con il famoso detto di antica saggezza popolare: "chi sa fare fa e chi non sa fare insegna".
E questo vale, ovviamente, per tutta la docenza, dalla materna alluniversità.
Ma è credibile o è una "boutade"? Ma siamo su Rai Uno, perbacco!
DEVE essere credibile!
E allora cosa poteva mai pensare di una riforma in gestazione che invece avrebbe creato una situazione migliore per i conservatori, inserendoli al livello competente, con titolo di studio valido nelleuropa e che avrebbe potuto creare quelle situazioni tali da migliorare la loro qualità?
On. Luigi Berlinguer, Ministro della Pubblica Istruzione:
"Noi abbiamo trovato una situazione dei conservatori decisamente compromessa dallinflazione, cioè dal numero eccessivo e dal fatto che non è risolto un problema che stava in origine e cioè come conciliare la preparazione musicale con la preparazione culturale necessaria dei ragazzi.
E questo adesso si sta risolvendo in un modo che ho timore che forse non sia il migliore possibile
QUINDI CERCHEREMO DI METTERCI RIMEDIO."
Perbacco!
Questo "cercheremo di metterci rimedio", cosa vorrebbe intendere?
Sarebbe bene cercare di capire se il "noi" sottinteso, usato dallallora ministro, poteva essere un "plurale majestatis" o un plurale di cortesia oppure se veramente voleva intendere un gruppo (di persone, di pressione, di politici, o cosa?).
Se si intende un gruppo (qualunque esso sia), questo "cercheremo di metterci rimedio" cosa vuol intendere?
Correggere o minimizzare o ancora, eliminare?
E qualunque sia la volontà, siamo poi così sicuri che il gruppo, se di gruppo si tratta, non sia ancora oggi, intento a "metterci rimedio"? (Per esempio il ritardo nell'emanazione di corretti regolamenti attuativi della 508/99 oppure il rinvio al 2002 del Comparto ad opera delle Confederazioni)
Meditate gente, meditate.