Come la “montagna Moratti” si decise a non opporre più resistenza... alla Costituzione Editoriale di Dora Liguori |
15-02-03 |
Approvazione del regolamento per l’autonomia regolamentare e statutaria per Accademie, Conservatori di musica e assimilati: una battaglia difficile in nome della Costituzione
COME LA “MONTAGNA MORATTI” FINALMENTE SI DECISE A NON OPPORRE PIÙ RESISTENZA... ALLA COSTITUZIONE
di Dora Liguori
Il comunicato U.N.A.M.S., diramato pochi minuti dopo la conclusione del Consiglio dei Ministri di Venerdì 14 febbraio, pone, per il momento, la parola fine all’iter del primo e fondamentale regolamento sull’autonomia regolamentare e statutaria di Accademie, Conservatori di musica e assimilati.
L’approvazione di questo regolamento che giunge dopo ben tre anni dalla promulgazione della legge ha costituito una grande battaglia, che si poteva facilmente evitare se, nella passata legislatura il Governo a guida del Presidente Amato (Sottosegretario con delega al settore dell’A.F.A.M. Guerzoni), avesse immediatamente recepito lo spirito e le volontà palesemente espresse dalla legge 508 (per la cronaca hanno avuto circa un anno e mezzo di tempo). Ma il singolare ritardo rispecchiava un sola verità: la legge di riforma, anche se ufficialmente approvata all’unanimità, aveva segnato il passo per il forte contrasto di una parte della sinistra (documentata dagli atti parlamentari) e relativo appoggio, sul disegno secondarizzante, da parte dei grandi sindacati (v. dichiarazioni, contratti, etc). Allorché apparve chiaro che la legge in questione, grazie ad una maggioranza trasversale costituitasi faticosamente e per il nostro costante impegno, sarebbe stata approvata, sul carro salì, con prestante agilità, anche il gruppo degli oppositori. Poi, con una illogicità da manuale, costoro, per mesi se non anni, si sono esibiti su un “doppio binario” di dichiarazioni: da una parte feroci critiche e resistenze passive all’attuazione di alcune parti della legge (vedi comparto) e dall’altra altrettanto feroci contrasti, non appena l’U.N.A.M.S. rivendicava la sua solitaria battaglia contro tutti pro-riforma e pro 508 e relativi vantaggi da essa derivanti.
Un atteggiamento di critica sconcertante se si ricorda che le parti non positive della legge furono opera proprio dei pesanti condizionamenti intervenuti sul relatore della legge -Sen. Asciutti- da parte dell’allora maggioranza di Governo e soprattutto dal diessino Lombardi-Satriani. Con altrettanta onestà mentale, però, intendiamo ricordare anche che, oltre all’impegno dell’allora opposizione: F.I, AN, C.C.D. intervenne anche il contributo favorevole di alcuni esponenti della maggioranza quali: (appare ovvio) l’On. Carelli (responsabile del settore per il P.P.I), D’Alema (D.S.), On.Lenti ( R.C.) ed altri. Non a caso vogliamo ricordare l’On Carelli poiché fu proprio grazie ad una disperata azione mia personale e del compianto Prof. Damiani che l’On. Carelli riuscì ad inserire, all’interno di una finanziaria (anno 93), quelle famose quattro magiche paroline “Istituzioni di Alta Cultura” che, accolte con sorrisi di quasi compatimento dai nostri soliti “amici”, rappresentarono la base, per l’On. Sgarbi prima e per l’On. Sbarbati dopo, per l’impianto di una legge di riforma in linea con l’art.33 della Costituzione.
Ho ritenuto utile fare questa premessa per meglio comprendere i prodromi della combattuta legge e dare il giusto rilievo alla palese malafede di molti signori che, come loro solito, in questi giorni non hanno mancato di fare attività sindacale... offendendo gratuitamente e dando vita ad inutili campagne di odio con ciò dimostrando di non aver nulla e di meglio da fare.
Tornando ai fatti, una volta cambiata legislatura abbiamo francamente sperato che (è proprio il caso di dire) anche la musica cambiasse invece... avendo ereditato il nuovo ministro del MIUR l’identico capo dell’ufficio legislativo di Guerzoni, con ogni evidenza anche le idee non potevano che restare le medesime. A ciò, per completezza di informazione, va aggiunto l’attivismo esasperato di un presidente di conservatorio che, essendo anche funzionario del Senato, ha cercato di far passare le sue personali aspettative per esigenze funzionali generali al fine di assicurarsi una sinecura a vita in Conservatorio, e ciò in stridente contrasto con l’autonomia sancita nell’art. 33 della Costituzione.
Il provvedimento, grazie anche al lavoro al corpo operato da questo signore e al compiacente ascolto di alcuni, è andato avanti ed indietro per circa tre anni, costituendo uno stato paralizzante non da poco per le Istituzioni, per il personale e per gli studenti. La cosa non sottrae, comprimari a parte, alle responsabilità preminenti i ministri interessati.
Circa una decina di giorni fa la battaglia è entrata nel vivo allorché uno schema di regolamento, approntato dal Ministro Moratti e che assurdamente non teneva conto dei principi più elementari dell’autonomia e dell’Art. 33 della Costituzione (richiamata espressamente nella legge 508), stava per essere approvato dal Consiglio dei Ministri. L’UNAMS in simile situazione ritenne opportuno di porre in essere l’unica strategia rapida e determinante: rappresentare all’On. Giovanardi - Ministro dei Rapporti con il Parlamento - e pertanto garante con il Governo delle volontà parlamentari, che il regolamento in questione non teneva minimamente conto di dette volontà, espresse per ben due volte ed in forma unitaria dalle commissioni competenti di Camera e Senato. Infatti, detti pareri erano favorevoli a condizione che fosse eliminata la figura di un presidente rappresentando, essa, l’esatto contrario del concetto di autonomia.
Questi concetti e conseguenti sacrosanti diritti delle Istituzioni hanno, per fortuna, da tempo trovato ferma condivisione e sostegno nel Vicepresidente del Consiglio -On. Fini- nonché nel Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio -On Letta- al punto che entrambi sono intervenuti in maniera determinante, unitamente al già citato Ministro Giovanardi, presso il Consiglio dei Ministri al fine di ripristinare la legittimità della parola “autonomia”.
Oltre ciò, e in forma anche personale, non è stato lasciato nulla di intentato per rappresentare al mondo politico e in particolare ai vari responsabili degli uffici scuola e università di quasi tutti i partiti -maggioranza ed opposizione- (a tal proposito un vivo grazie all’On. Colasio) le nostre buone ragioni. Inoltre abbiamo chiesto alla stampa di sostenerci, alle Istituzioni di manifestare e ciò al di fuori delle sigle sindacali e delle colorazioni politiche. Identico appello è stato rivolto al mondo, un tempo ostile, delle Università e soprattutto abbiamo, come già detto, portato il problema a conoscenza diretta del Governo perché solo il Governo al suo interno poteva dare giusta soluzione al problema.
Le polemiche, poi intervenute da parte di qualche “bello spirito” costituiscono la solita “bassa cucina” così come bassa cucina sono gli attacchi operati a livello personale (in particolare contro la mia persona e nel momento più delicato delle trattative). Abbandonarsi alle offese ed alle bugie è sempre segno di debolezza e mancanza di argomenti per conseguire, in modo civile, risultati e consensi.
Vorrei in ultimo ricordare che il sindacato non è una casta che deve promuovere se stesso a discapito di tutti, ma uno strumento dei sistemi democratici per rappresentare ed ottenere l’interesse della categoria che si rappresenta. E questi interessi si ottengono trattando duramente, civilmente e con assoluta fermezza con qualsiasi Governo del momento ma... trattando e soprattutto non perdendo di vista il buon diritto, l’etica e l’educazione.
In conclusione, tornando ai contenuti incostituzionali del regolamento, vista la negativa partenza e l’ostinazione consueta della Moratti, il risultato ottenuto non è da poco.
Per quanto invece riguarda l’UNAMS, ritenendoci soddisfatti solo all’ 80%, per ottenere il restante 20% a noi dovuto per legge, confidiamo nel Parlamento e nel contempo intendiamo rivolgerci al TAR.