Ultime notizie sui decreti dell’8 ottobre. Comunicato stampa |
08-10-03 |
In merito ai decreti firmati dal Ministro Moratti intendiamo precisare che ai sensi della legge 268/02 tutti gli attuali diplomi di Conservatorio sono stati equiparati alla laurea di I livello; pertanto è giuridicamente, nonché moralmente, impossibile negare alle Istituzioni di Alta Formazione Musicale o meglio agli studenti la possibilità di acquisire il II livello (Titolo Accademico di II livello).
Una scelta di tal tipo è incostituzionale poiché negherebbe il diritto a conseguire un titolo finale ai musicisti italiani e, inoltre, è illegittimo in quanto elude quanto previsto dalla L. 508/99.
Il decreto Ministeriale 08 ottobre 2003 prot. n. 629/AFAM/2003 (relativo al titolo dei corsi sperimentali dei Conservatori) non risponde assolutamente alle richieste in quanto risulta ambiguo, confuso (con tabelle discutibili) e non si comprende se da la possibilità di attivare o meno il II livello.
Qualora lo desse ci risulta incomprensibile il linguaggio usato.
Questo Sindacato, in ogni caso, esprime il proprio disagio per l’esiguità, se non assenza, di informazione o di confronto, da parte del Sottosegretario con delega –Dott. Stefano Caldoro– e del Direttore Generale AFAM –Dott. Civello i quali, nell’affrontare un passaggio così importante della riforma, non hanno ritenuto di doversi avvalere del contributo delle Associazioni di categoria.
La scusante avanzata circa la mancanza di una proposta organica per l’attuazione del II livello da parte delle Istituzioni non è addebitabile alle Istituzioni medesime. Infatti, apprendiamo che la Giunta dei Direttori soltanto nel corso di una riunione della Giunta stessa, tenutasi il 2 ottobre presso il MIUR, è stata investita dal Dott. Civello del problema e pare che al momento lo schema richiesto sia già pronto.
L’augurio di tutti è che il MIUR accolga con sollecitudine detto progetto prima che il 3 novembre gli studenti dei Conservatori di Musica, già notevolmente insddisfatti per i ritardi del regolamento didattico, siano costretti ad ulteriormente manifestare, come già avvenuto in passato, il loro disappunto per la negazione del diritto di ottenere certezza, dopo lunghi anni di impegno e sacrificio, sul loro titolo.