Sintesi del primo contratto

Comunicato stampa

Rif. 051
25-07-04

La cosa peggiore per un musicista consiste nel suonare “a orecchio” pertanto, onde evitare che qualcuno si esprima “ad orecchio” su questo contratto, torna opportuno farne una rapida sintesi, che mi auguro esaustiva, per raccontare ciò che è avvenuto. Tanto per essere puntuali occorre, quale prima cosa, calare i nostri problemi, perché sarebbe impossibile fare il contrario, nel contesto degli avvenimenti che hanno interessato il nostro Paese.

Il 2 dicembre ’99, come tutti sanno, veniva approvata una legge di riforma che andava a riconoscere alle nostre Istituzioni e ai nostri titoli il pari livello con i titoli universitari. Da questo epocale avvenimento, tanto atteso, doveva conseguire, se fossimo cittadini di un Paese normale, un novello inquadramento del personale di queste Istituzioni, riconsiderandolo su parametri, di tipo universitario, soprattutto ai fini economici. Purtroppo non siamo un Paese normale e la riforma, tra l’altro contestatissima da alcuni, solo in questi giorni sta trovando, con l’approvazione anche del regolamento didattico, la sua piena attuazione. Ciò premesso, e normalità a parte, non è possibile neppure ignorare la congiuntura economica nella quale, dal 2000 ad oggi, è sprofondato lo Stato italiano con relative cadute, per l’appunto economiche, in tutti i settori e in particolare nel pubblico impiego al quale apparteniamo. Detta crisi ha comportato che i rinnovi contrattuali non superassero, mediamente, la svalutazione programmata: ovvero il 5.66%. In questo quadro trova eccezione la scuola che, per effetto di alcuni risparmi, riesce a strappare anziché del 5.66 il 6.56% (le percentuali sono al 6.56% se comprensive della contingenza, o del 9.20% senza la contingenza, comunque il totale è sempre il medesimo).

Chiarito questo concetto economico e sottolineata la nostra appartenenza, per legge, al pubblico impiego anche il settore dell’AFAM doveva ritenere acquisite e accantonate le medesime risorse della scuola e magari si sarebbe dovuto cercare un “più” altrove: ovvero in uno stanziamento straordinario nella “Finanziaria”. Per questo fine, come un intero Parlamento può testimoniare, mi sono battuta alla ricerca del cosiddetto “più”, non disdegnando qualunque provenienza possibile, pornotax compresa. Purtroppo, non avendo ottenuto in questa affannosa ricerca alcun sostegno o condivisione da parte soprattutto del MIUR... fondi aggiuntivi nella Finanziaria non ne sono stati stanziati.

Ciò premesso la situazione, creatasi a “Gennaio 2004”, poteva essere così riassunta: fondi di base per l’AFAM 5.66 (lo stesso fondo di tutto il pubblico impiego) e inspiegabilmente al nostro settore veniva, con questa percentuale, negata la maggiorazione al 6.56, quella già concessa alla scuola. E’ evidente che, sulla base di questi parametri economici, la trattativa del rinnovo del contratto AFAM, non poteva procedere e, come da lettera della stessa ARAN, si dovevano trovare, presso il Tesoro, almeno i fondi per raggiungere la scuola.

A questo punto appare lecito chiedersi: per quale motivo Accademie e Conservatori venivano così maltrattati? Dove erano stati impiegati i nostri fondi aggiuntivi? Chi aveva orchestrato questa sconcertante manovra?

Domande a parte soprattutto occorreva sciogliere, se si voleva procedere al contratto, il malaugurato inghippo.

Appare ovvio che la verità sarà difficile ottenerla e che pertanto qualunque spiegazione di questi avvenimenti può essere data solo formulando un processo induttivo, quale ad esempio il seguente: qualcuno ad altissimo livello, e per una logica di riassorbimento dei piccoli comparti, voleva mettere il settore nella condizione inevitabile di non firmare il primo contratto onde mandare all’aria il comparto medesimo, nonché la legge 508.

Il piano era pressoché diabolico ma, altrettanto ostinata ed efficace è stata l’azione U.N.A.M.S.. Infatti, dopo un chiarimento personale con l’allora Ministro Tremonti, grazie alla mediazione dell’On. Fini, si è potuti pervenire ad un drammatico confronto con i funzionari del Tesoro dal quale scaturiva una sconcertante verità: i fondi erano stati già stanziati e accantonati presso l’ARAN e che Tremonti, per venire incontro ad una categoria così particolare, poteva solo “raschiare” il barile reperendo altri 2 milioni di euro, oltre a quelli appunto già stanziati e inspiegabilmente svaniti.

Acclarata questa verità appariva logico che occorreva procedere in fretta per sventare altre eventuali manovre negative. E pertanto lunedì 19 luglio, dopo un incontro chiarificatore con il Presidente dell’ARAN – Dott. Fantoni – la trattativa veniva ripresa mercoledì mattina nonché conclusa, per volontà e collaborazione di tutti (ARAN e sindacati), all’una di notte di: oggi domenica 25 luglio.

Questa la storia di un contratto che alcuni, molto ma molto in alto, avevano deciso che “ non si aveva a fare”... con tutte le terribili conseguenze che ciò avrebbe comportato.

Entrando invece nello specifico del contratto possiamo dire che, per il grosso del personale docente, è stato dato il famoso segnale richiesto: aumento, sia pure di poco, rispetto alla secondaria con la liquidazione degli arretrati. Altresì si sono ottenuti una serie di vantaggi, quale un modello organizzativo della docenza vicinissimo al modello universitario, qualcosa di inimmaginabile sino a poco tempo fa (vedi abrogazione firma e timbratura elettronica, organizzazione del proprio orario etc). Per assistenti delle Accademie e Accompagnatori al pianoforte e Pianisti accompagnatori un giusto riconoscimento inseguito da tantissimi anni: docenza piena con tutti i diritti e i doveri; (per gli accompagnatori in particolare sono stati impiegate le maggiori risorse possibili impegnando, a tal fine, buona parte dei 2 milioni di euro aggiuntivi rimediati da Tremonti). Per i docenti dei corsi fondamentali delle Accademie di BB.AA. la riorganizzazione del monte orario, i cui termini verranno trattati in sede di contrattazione integrativa. Per i direttori artistici il chiarimento sulla esistenza di fondi specifici ancora stanziati nell’area V della Dirigenza scolastica e la necessità che per il prossimo biennio vengano stornati nel comparto AFAM. Per i direttori amministrativi l’inquadramento in EP 2 e il pieno raggiungimento tabellare del ex VIII livello docenti. Per i DSGA, ora Direttori di Ragioneria alla luce del nuovo regolamento di contabilità, l’inquadramento in EP 1 e il completamento del percorso economico iniziato nel precedente contratto..... e infine per tutto il personale ATA la possibilità di carriere e sviluppi interni all’Istituzione grazie alla creazione di una serie di profili più attinenti alla specificità delle nostre Istituzioni..

Infine, dopo un anno di lavoro infernale, prima per inseguire risorse e poi sconvolgere complotti, siamo giunti ad aprire e chiudere, miracolosamente in quattro giorni, un contratto che risulta essere anche da indicazioni ARAN, e viste che terrificanti premesse il migliore fra i contratti discussi in questo biennio per il pubblico impiego. Infatti questo contratto pone, per la prima volta, le basi sostanziali per raggiungere il sistema universitario (sempre in attesa di passare al sistema pubblicistico dei docenti universitari) . Occorre sottolineare che, tra qualche mese, verrà riaperta la trattativa per il nuovo contratto del biennio 2004-2005. Diamoci quindi da fare per trovare i fondi necessari, e questa volta accogliamoli qualunque ne sia la provenienza... dal diavolo o magari, per i non schizzinosi, anche dalla riapertura delle famose.....

Dora Liguori

P.S. Un ringraziamento ai Dirigenti dell’ARAN (Dottori Palmiero, Melendez e Martire) nonché al Dott. Guida del MIUR.