In merito al contratto AFAM Comunicato stampa |
Rif. 060 |
L’U.N.A.M.S., avendo ricevuto sollecitazioni e preoccupazioni da parte di molti docenti circa l’eventualità che, durante l’integrativa, possano essere rivisti alcuni principi del contratto testè siglato con ciò operando, di fatto, dei cosiddetti “passi indietro”, desidera rendere noto quanto segue.
Il Sindacato, a prescindere da qualsiasi altra considerazione, intende con forza ribadire che i principi enunciati nel contratto e riguardanti il personale sono irrinunciabili e pertanto essi non possono essere in alcun modo rivisti.
Ciò premesso, ed entrando nei particolari, l’U.N.A.M.S. non ha alcun problema a dichiarare che il contratto conteneva alcune sviste in merito ai Direttori, sviste che tra l’altro sono state in parte già aggiustate ma sottolinea, come sia altrettanto vero ed oggettivo, che il contratto medesimo si sia mosso all'interno di un percorso difficile che non poteva accogliere tutti i “desiderata” poiché fortemente condizionato dal regolamento sull’autonomia. Infatti detto regolamento, in contrasto con le richieste U.N.A.M.S. e la stessa logica dell’autonomia, ha voluto prevedere la figura del presidente con relativi poteri.
La complessa realtà determinatasi non esclude la possibilità, ma anzi la sollecita, che da parte del sindacato, e in sede di contrattazione integrativa ci si avvalga del contributo dei direttori attraverso proposte e suggerimenti. In particolare circa il monte-orario, recependo alcune preoccupazioni, il sindacato riafferma qualcosa addirittura di ovvio: il nuovo sistema non va inteso quale paventata anarchia da parte del personale docente bensì come un sistema che, in logica con il concetto stesso di autonomia, del quale occorre ricordare anche i docenti sono destinatari, debba essere, con gli opportuni criteri ancora da stabilire, giustamente attuato. E siamo certi che, appunto, in sede di contrattazione integrativa si andranno ad individuare giuste regole che, salvando i principi, siano anche giusta tutela degli interessi degli studenti. In parole povere il nuovo contratto intende, in linea con i sistemi universitari, procedere alla responsabilizzazione di un corpo docente che, in collaborazione stretta con gli studenti, proponga ad una nuova figura di coordinatore dei corsi il proprio piano di organizzazione della docenza. Appare ovvio che i futuri coordinatori, a loro volta, debbano coordinarsi con i direttori per armonizzare il tutto con le esigenze dell’Istituzione.
In linea con queste logiche, tra l’altro sempre enunciate, l’U.N.A.M.S. sollecita la decontrattualizzazione del settore ovvero l’ottenimento di uno “stato giuridico” che, sganciando il personale docente dai sindacati, vada a collocare il personale di Accademie e Conservatori in un sistema pubblicistico ovvero nel sistema dei docenti universitari. E per il raggiungimento di tale scopo l’U.N.A.M.S. è stato promotore, presso il Parlamento, di ben tre D.d.L di legge presentati a firma Sen. Asciutti e Onn. Napoli e Colasio ed si augura che Camera e Senato riprendano la discussione, al momento interrotta, per approvarli prontamente.
In conclusione l’U.N.A.M.S., pur auspicando che attraverso i D.d.L citati si giunga presto ad una degna conclusione del processo di riforma, sottolinea, e ciò dovrebbe tornare altrettanto chiaro, che sino ad allora il sindacato, esistendo a pieno titolo, intende, pur nella massima collaborazione con tutti, vigilare a ché non vadano vanificate o poste in discussione le prerogative sindacali. Infatti, evenienze del genere tendenti ad indebolire l’azione sindacale, non solo risulterebbero eversive della normativa vigente, ma anche deleterie agli interessi ed alla tutela della categoria in oggetto.
P.S. Per quanto attiene la mancata presenza dei direttori artistici nel comparto dell’AFAM, l'U.N.A.M.S. ricorda che, prima della legge di riforma e in linea con la volontà politica ed amministrativa di forzata secondarizzazione del settore, i direttori incaricati di Accademie e Conservatori di musica furono posti nell’area V della dirigenza scolastica, senza peraltro opposizione da parte della categoria interessata. Purtroppo i mancati aumenti debbono essere addebitati al fatto che l’area V degli incaricati fa parte di un capitolo di spesa presso il MIUR che, contenendo anche i tantissimi presidi incaricati della scuola secondaria risulta, al momento, economicamente “sfondato”. L’U.N.A.M.S. non ha mancato di rappresentare nelle sedi opportune l’incresciosa situazione ed ha già chiesto l’inserimento dei direttori nel comparto AFAM.