Considerazioni sul contratto

Articolo giornale UNAMS di Dora liguori

Rif. 013
01-02-05

Mercoledì 26 gennaio, dopo ennesime peripezie e relativi e conseguenti defatiganti interventi dell'UNAMS affinché la bozza di contratto approdasse al Consiglio dei Ministri per la prevista approvazione, i sindacati sono stati chiamati a siglare la bozza del citato contratto in una nuova versione frutto delle modifiche apportate, anzi pretese, dal Tesoro in accordo con la Funzione Pubblica. Appare ovvio che l'operazione, assolutamente non condivisa dall'UNAMS, aveva un sapore "leggermente ricattatorio", chiaramente non era d'obbligo firmare ma la "non firma" avrebbe significato, di nuovo, il blocco di tutto, aumenti compresi, con ciò facendo un gran favore a quegli autentici manigoldi che hanno speso tutte le loro energie a ché detto contratto non si avesse mai a concludere. Infatti bloccare il comparto AFAM significava, di fatto e quale naturale conseguenza, far risucchiare nel comparto della scuola di ogni ordine e grado il personale di Accademie e Conservatori costretto a subire l'arretramento pur di ottenere un rinnovo contrattuale. Un piano disonesto ma ben congegnato e che ha trovato la sua massima espressione quando i fondi stanziati dal Tesoro per il comparto AFAM sono misteriosamente spariti per un anno e mezzo: Febbraio 2003-Luglio 2004. Appare evidente che un simile ed abnorme piano può avvenire solo se ci sono complicità ai massimi livelli, un piano che è stato possibile sventare soltanto grazie all'ostinazione dell'UNAMS che, ad un certo punto, avuta certezza della poco chiara situazione, supportata dall'autorevole intervento della Vicepresidenza del Consiglio e dopo un colloquio diretto con l'allora Ministro del Tesoro Tremonti, ha chiesto ed ottenuto un confronto chiarificatore arrivando così a dipanare il bandolo della matassa o meglio dell'ignobile giallo.

Solo a seguito di ciò è stato possibile riavviare le trattative ed ottenere il primo contratto AFAM. Ma questa incredibile vicenda più che renderci soddisfatti ci riempie di amarezza poiché persecuzioni del genere non dovrebbero essere consentite in uno stato democratico. Pertanto, a legittimo commento di quanto accaduto, ci pare doveroso ed utile esprimere le due seguenti considerazioni: non è compito dell'UNAMS trasformarsi in novello Sherlok Holmes per districare i piani squallidi di chi, non riuscendo ancora a rassegnarsi ad una riforma che non ha mai condiviso, s'inventa tutte le strategie possibili, anche attraverso un contratto, per ritornare indietro verso la secondarizzazione, con ciò creando ritardi e danni che sono sotto gli occhi di tutti. Nella stessa maniera riteniamo aberrante dover sempre ricostruire la tela che altri s'industriano a disfare; ed è purtroppo la storia di questo contratto che sino alle ultime battute non vedeva mai luce per un ripetersi ostinato di interventi negativi.

Ugualmente l'UNAMS ritiene non essere suo compito dover reperire fondi in Parlamento o presso il Tesoro, poiché questa è una delle incombenze che spetta al Ministro del MIUR e ai suoi "trecentomila funzionari" pagati all'uopo dai cittadini italiani. Né appare possibile che un sindacato riesca ad ottenere ciò che viene negato ad un Ministro, come avvenuto sia pure con cifre limitate. Il problema semmai risiede in quanta volontà hanno messo Ministro o consiglieri nel chiedere realmente i fondi. Di richieste di facciata sono pieni i tavoli dei ministeri e appare ovvio che se si vogliono accontentare alcune facoltà universitarie, di contro occorre affamare e bloccare Accademie e Conservatori.

Per le sopra citate ragioni l'UNAMS, infine, nella consapevolezza che pochi hanno compreso la gravità di quanto avvenuto e di conseguenza le difficoltà che il sindacato ha dovuto affrontare per sventare i citati piani, chiede alla categoria, se lo ritiene opportuno, di non restare ancora alla finestra ma di prendere fattivamente posizione per denunciare ed isolare gli artefici e i fiancheggiatori di questa situazione che non sono poi così difficili da individuare; altresì chiede di mettere da parte ideologie e logiche politiche per difendere solo i superiori interessi delle Istituzioni e del suo personale, mai come oggi in pericolo. Se poi qualcuno pensa che questo appello non corrisponda a fatti reali o altri peggio preferiscono non vedere per non esporsi... tanto alla fine l'UNAMS comunque interviene, il sindacato dichiara che, sin da ora, assolto il compito di avvertire con coraggio, e non è poca cosa di questi tempi, la categoria sulle macchinazioni in arrivo, recepito il silenzio della medesima, limiterà la sua azione a quelli che sono i compiti istituzionali di un sindacato ovvero: contrattare con competenza ed onestà fatti e tematiche inerenti l'interesse della categoria. E ciò anche per rispettare, forse, la volontà della categoria che, se tace, significa che ha scelto con ogni evidenza di subire. Questo atteggiamento, di certo rischioso, servirà almeno a far conoscere la verità e i relativi nemici. E non è poco.


P.S. A proposito di macchinazioni quanto prima illustreremo la più pericolosa che è in arrivo... infatti i nostri avversari, non avendo alcuna intenzione di demordere, con quest'ultimo attacco sperano, perse sin qui molte battaglie, di vincere la guerra. Come ovvio nei loro piani esiste la volontà di far perdere la guerra al 90% delle Istituzioni e del personale docente, per i Giuda son sempre pronti i famosi trenta denari spendibili in vari modi.