A ricorrere contro le declaratorie sarà solo l'UNAMS? Comunicato Stampa
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23-05-06 |
Ancora una volta pare che l'UNAMS sarà l'unico Sindacato a presentare ricorso avverso le cosiddette declaratorie e ancora una volta potremo assistere al solito giochino sindacale. Infatti la pericolosità delle declaratorie e, i nemmeno troppo perversi celati fini, sono sotto gli occhi di tutti ma la cosa più comoda per i sindacati è un bel tacere, coprendosi alcuni solo con proteste di facciata poiché, così facendo, ottengono buoni, per modo di dire, risultati.
Ovvero, nel caso specifico delle declaratorie, ottengono ad esempio di non inimicarsi quei Direttori sponsor delle suddette; in più, tacendo, non danno fastidio al potere politico, non ne danno all'Amministrazione e ancor meno al Direttore Generale.
Vi pare poco un simile risultato?
E l'interesse dei docenti ed eventuali loro reazioni?
A ciò si può sempre porre rimedio. Non a caso il silenzio e il galleggiare nel nebuloso può rendere ai sindacati poiché essi confidano sul fatto che tanto: una parte del personale in genere non approfondisce certe cose e rischia di capire solo quando la tegola gli cade sul capo, troppo tardi per protestare; e secondo confidano che un'altra parte di personale, fortemente politicizzata, resta, qualunque cosa avvenga, legata al Sindacato di appartenenza per motivi ideologici.
Pertanto è utile lasciar correre da sola l'UNAMS. Se poi le cose vanno bene, si potrà sempre in qualche modo rivendicarne ugualmente i meriti.
Per meglio esplicitare il concetto vale la pena di ricordare la storia del primo contratto del comparto AFAM e di quanti avevano deciso che detto contratto... non s'avesse a fare.
Infatti, aperte le trattative, dopo poco, le medesime venivano bloccate poiché, a detta ARAN, non erano stati stanziati i fondi necessari dal Tesoro.
Dopo lunghi mesi questa motivazione, almeno agli occhi UNAMS, non reggeva, anzi.... “puzzava”. Fu allora che trasformandoci in autentici “detective”, con mille stratagemmi riuscimmo ad appurare una sconcertante verità: i fondi c'erano ma (chiedendo scusa per il bisticcio di parole), non c'erano poiché qualcuno, aveva deciso che..... non ci dovevano essere.
Una volta scoperto e denunciato coraggiosamente l'arcano o l'inghippo creato ad arte (e a sbattere contro certi poteri di coraggio ne occorre), il contratto si aprì e si chiuse... guarda caso, nel giro di un mese.
Oggi che finalmente sono arrivati i famosi aumenti con annessi arretrati del secondo biennio economico (magari pochi ma meglio del nulla che altri volevano), quanti docenti e non docenti ricordano che questo contratto lo si deve soltanto al coraggio e all'impegno dell'UNAMS?
Senza contare che a vantare i meriti maggiori sul contratto magari, oggi, sono proprio quelli che ne hanno, in qualche modo, auspicato il blocco.
Così va il mondo, e se va così vuol dire che meritiamo... i soliti furbi!
P.S. L'interesse di non far siglare il primo contratto AFAM consisteva ed era finalizzato a favorire il riassorbimento nella scuola secondaria il personale di Accademie e Conservatori di Musica.
E pertanto buttare all'aria la riforma. Un risultato... da niente!