Risposta di Dora Liguori alla missiva del Prof. Paolo Troncon Direttore Conservatorio Vicenza (pubblicata in calce) Lettera
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20-10-06 |
Gentile Maestro,
non penso affatto che lei, con la sua circolare, abbia fatto una cosa stravagante bensì lei ha semplicemente applicato il famigerato decreto Moratti. Infatti quando nella sua circolare testualmente dice omissis.....
“i docenti che nel nuovo anno intendono insegnare in discipline diverse dal loro ruolo di appartenenza (corsi tradizionali) o diverse dal primo titolo del proprio campo paradigmatico (corsi accademici)” non può riferirsi che alle citate declaratorie.
Pertanto, non potendo discostarsi da questo dato oggettivo la sua risposta finisce col confermare le preoccupazioni dei colleghi docenti. Il fatto poi che la cosa non piaccia e non sia condivisa dai docenti medesimi, come direbbero i latini, è “in re ipsa”, ovvero se fossero contenti non si rivolgerebbero al ministro ed ai sindacati.
Come lei comprende, giunti a questo punto, il sindacato non può che intervenire a tutela della professionalità dei docenti, dovuta al loro ruolo e che non può essere sindacabile o messa in discussione da parte di altri loro colleghi di pari-grado.
Cordialmente Dora Liguori
Lettera Prof. Troncon
Sig. Dora Liguori
Segretario UNAMS
E p.c.
Dott. Giorgio Civello
Direttore generale AFAM
Rappresentanze sindacali
Gentile Sig.ra Liguori,
in merito alla eco data dall'UNAMS alla mia circolare e alla lettera di alcuni docenti dell'istituto la prego di dare sul suo sito pari evidenza a questa mia lettera sull'argomento.
Con i migliori saluti
Paolo Troncon
Direttore del Conservatorio di Vicenza
Vicenza, 20 ottobre 2006
Gentile Sig.ra Liguori,
è proprio vero che per balzare agli onori delle cronache e per far risparmiare soldi per investimenti d'immagine basta talvolta fare qualcosa di stravagante. Chissà quanto vale tutta questa pubblicità al Conservatorio di Vicenza, proprio quando tutti guardano il sito per i trasferimenti docenti, ora che il direttore Troncon è stato il primo ad applicare le “declaratorie” (o forse meglio dire la teoria ufficiale sui campi paradigmatici)! Grazie davvero, ma mi spiace deludere il pubblico perché questo primato è per noi del tutto immeritato, in quanto, mi duole confessarlo, l'argomento che ha sollevato lo scandalo ha poco a che fare con le declaratorie: talvolta nella lettura delle cose vediamo quel che vogliamo vedere ma non quel che c'è veramente.
La realtà documentata è che la circolare citata è una semplice esplicazione di una decisione unanime del Consiglio Accademico (undici membri), che a Vicenza lavora molto proficuamente e in buona armonia, e in accordo con le RSU interne (UNAMS compresa). Inoltre nessun intervento contrario è stato svolto contro la delibera del CA durante l'ultimo Collegio dei Professori (18 ottobre), luogo deputato per eventuali contestazioni. Gli organi di gestione sono a Vicenza in generale bene funzionanti: tutte le sedute del Consiglio Accademico, per esempio, sono opportunamente preparate dalla direzione che informa i consiglieri con largo anticipo fornendo il materiale necessario alla discussione; il confronto si svolge abitualmente in modo professionale e senza dispersioni.
L'oggetto della delibera ha che fare con problematiche molto serie e importanti per la vita concreta del Conservatorio, questioni più urgenti delle declaratorie per chi ha la responsabilità di far vivere e crescere l'istituto in questi momenti di difficoltà generale, argomenti che raramente sono all'ordine del giorno nazionale a causa dei continui diversivi operati con argomentazioni molto meno pregnanti. Vorrei allora spiegare come il Conservatorio di Vicenza abbia affrontato, e riteniamo risolto con il più ampio consenso, la questione degli incarichi docenti portando il Conservatorio di Vicenza a funzionare come una vera istituzione AFAM.
Abbiamo poco più di 100 docenti, e nel giro di pochi anni siamo passati da 100 insegnamenti agli attuali 450. Abbiamo però trasformato una difficoltà in una grande opportunità per i docenti di Vicenza, che in gran parte hanno potuto dare seguito e mostrare le loro professionalità prima ristrette al mero ambito del loro ruolo. Salvaguardando i sacri ruoli di appartenenza abbiamo fatto un grande investimento sulle motivazioni dei docenti e sullo loro professionalità “nascoste”.
Il principio è che se l'istituzione domanda e il docente risponde (anche volendo aprirsi a nuove esperienze professionali), il Conservatorio aiuta il docente a mettere a disposizione dell'istituto tutte le sue competenze e la sua esperienza.
Fermo restando il diritto dei docenti al loro ruolo, per noi viene prima l'interesse dell'istituzione piuttosto che quello personale o di categoria. Crediamo fermamente che maggiore sarà la crescita dell'istituzione, maggiori saranno i vantaggi per i docenti. E l'interesse dell'istituzione è quello di dare sempre la migliore offerta qualitativa agli studenti. Tutti sanno, tuttavia, che il prestigio e la buona reputazione di un'istituzione sono tanto preziosi quanto precari. Chi ha il dovere di tutelarli? Noi riteniamo che nel principio dell'autonomia questa responsabilità sia soprattutto compito degli organi interni eletti secondo lo statuto, in base agli indirizzi strategici approvati: non siamo invece disponibili a mettere in discussione complessi e costosi piani di sviluppo per seguire generiche lotte ideologiche e politiche.
La decisione del CA di Vicenza sugli incarichi è molto ragionata ed è stata presa tenuto conto del complicato contesto del Conservatorio di Vicenza, dove le dinamiche sono diverse rispetto ad altri Conservatori. Farla diventare sbrigativamente bandiera di posizioni politico-sindacali nazionali estranee, è un atto intellettuale poco onesto. Le declaratorie non sono state neppure lontanamente nostra fonte di ispirazione, tant'è la situazione è in atto a Vicenza già dal 2004. Abbiamo solo formalizzato istituzionalmente le procedure, per tutelare i docenti.
Abbiamo voluto dare le stesse opportunità a tutti i professori: i nuovi insegnamenti (che sono la maggioranza) talvolta possono essere richiesti da più docenti. Serve quindi un concorso interno (per curricula) per garantire la migliore offerta agli studenti. Non mi sembra un'invenzione originale! Moltissimi docenti a Vicenza insegnano nei corsi accademici fuori dal proprio ruolo in base alle loro reali competenze, per questo concediamo, a tutti coloro che lo vogliano, di proporsi per altri insegnamenti, siano essi nell'ambito il loro campo paradigmatico o meno (cosa che non interessa molto a chi segue le lezioni). C'è sempre comunque il consenso dei docenti interessati che non “rubano” lavoro ad altri colleghi. Il tutto sotto l'egida del Consiglio Accademico che garantisce sulla competenza dei docenti e sulle pari condizioni offerte a tutti: è un modello da condannare o da imitare?
Purtroppo la comunicazione non sempre è facile. Alcuni docenti vivono con apprensione le trasformazioni del sistema, anziché considerarle come nuove opportunità: ciò, evidentemente, accade anche a Vicenza. Questo è il vero problema che blocca la riforma dei Conservatori. Sarebbe molto più efficace che i sindacati studiassero più da vicino le istituzioni (che stanno rapidamente cambiando) e ci aiutassero a far comprendere ciò a tutti i docenti.
Auspichiamo in futuro più proficue collaborazioni.
Con i pi vivi ringraziamenti
Paolo Troncon Direttore del Conservatorio di Vicenza