Relazione conclusiva del Presidente del CNAM
Relazione di Dora Liguori |
09-01-07 |
Visti i tempi infiniti con i quali il sito ufficiale del MUR pubblica i resoconti del CNAM, riteniamo fare cosa utile pubblicando la seguente relazione conclusiva. Da detta relazione si possono evincere molte cose interessanti circa l'enorme lavoro svolto, difficilissime condizioni, da questo tribolato CNAM. La relazione è stata approvata all'unanimità dal Consiglio.
Gentili Consiglieri, nel giungere pressoché alla fine del nostro poco agevole mandato, oltre a rivolgervi un caldo e affettuoso ringraziamento per la collaborazione assicuratami, desidero anche, perché rimanga, è il caso di dire, a futura memoria, ripercorrere brevemente alcuni momenti e situazioni verificatesi durante il percorso, lungo e accidentato, di questo Consiglio.
Dopo lunga e combattuta discussione il Parlamento approvava nel Dicembre 1999 la legge di Riforma n. 508, la Legge il cui art. 5 prevedeva l'istituzione del primo CNAM (Consiglio Nazionale per l'Alta Formazione Artistica e Musicale), organo tecnico consultivo del Ministro.
Detto organismo istituzionale doveva funzionare a somiglianza del CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) per la “scuola di ogni ordine e grado” e del CUN (Consiglio Universitario Nazionale), quale organo preposto, appunto, ad essere la voce tecnica e propositiva per il settore AFAM e che, in tale veste, andava ad affiancare e supportare il Ministro pro tempore nelle sue scelte normative.
Purtroppo, come voi tutti ben sapete, sin dalle prime battute il CNAM ha dovuto rilevare che, se il rispetto del Ministro è stato pressoché presente nei confronti degli altri organismi tecnici già citati (raramente il Ministro ha disatteso il parere tecnico di uno di questi organi, e comunque ha sempre motivato e discusso, con l'organo interessato, gli eventuali motivi di dissenso), nel caso del CNAM, invece, è stato subito ben chiaro che la partita sarebbe stata giocata, diversamente. E ciò per scelta sia del potere politico che di quello amministrativo: infatti, essendo il settore tutto da costruire, proprio attraverso i numerosi regolamenti attuativi, si volle trasferire lo scontro, forse rimasto irrisolto in Parlamento, sul tavolo del CNAM, cogliendo l'occasione offerta, in tal senso, dalla discussione dei regolamenti attuativi.
Infatti, apparve subito lampante, sin dal primo regolamento sulla “autonomia statutaria”, la diversa volontà di approccio che il potere politico intendeva perseguire, ovvero: a fronte di un CNAM fortemente intenzionato ad attuare i suddetti regolamenti, strettamente legandoli allo spirito ed alla filosofia della Legge approvata all'unanimità dal Parlamento, il citato potere politico mostrò, invece, di voler privilegiare richieste di parte, se non di stampo corporativo, quali appunto la scelta, ben poco rispondente al concetto di autonomia di prevedere un Presidente (per giunta scelto dal Ministro) da insediare nelle Istituzioni di Alta Cultura. La vicenda, finita poi nei Tribunali Amministrativi, ha visto parzialmente soccombente l'Amministrazione, e quella parte di regolamento, modificato, ha dovuto ripercorrere il suo “iter legislativo”.
Pertanto il CNAM, mostrando la sua ferma risoluzione di attenersi, nei suoi pareri, ad elementi strettamente tecnici, impermeabili quindi a sollecitazioni di alcun tipo, fatalmente si trovò ad andare a confliggere con aspettative diverse, aspettative che avrebbero esposto il Consiglio anche ad iniziative discutibili, concretizzatesi in una strisciante campagna denigratoria.
Infatti appariva evidente la difficoltà, registrata da alcuni, di interagire con un Consiglio che osava sfidare il dilagante e poco edificante costume del “compromesso” a favore invece di un approccio solo tecnico ed obiettivo ai problemi.
Pertanto il CNAM diveniva un insopportabile “cattivo esempio” da destabilizzare.
Con ogni evidenza, però, il lavoro svolto in simili condizioni non poteva che divenire frustrante e quasi impossibile da sostenere per i Consiglieri, un lavoro che tra l'altro veniva svolto anche con una voluta e programmata mancanza di visibilità, finalizzata a suscitare il malcontento e a interrompere il dialogo con le Istituzioni.
Ed è per tutta questa serie di motivi che sento il dovere di esprimere ai colleghi intera la mia stima e gratitudine per avermi seguito in questa difficile scelta.
Ultimo espediente di contrasto posto in essere, la volontà, da parte dell'Amministrazione, non potendo controllare a pieno i pareri dell' “irriducibile CNAM”, di attivare e promuovere, in parallelo, un'altra forma di consultazione (Conferenza e Giunta dei Direttori) i cui pareri dovevano essere, surrettiziamente, opposti all'organo istituzionalmente preposto a rendere pareri al Ministro.
A tutto questo andava ad aggiungersi, quasi sempre, l'attività contraria ai pareri resi dal CNAM, da parte dell'Ufficio Legislativo del Ministro Moratti, che ha provocato, a distanza di oltre sei anni dalla Riforma, l'impossibilità di varare tutti i previsti regolamenti.
Su questo dolente punto occorre sottolineare come il CNAM avesse, già nel suo primo anno di vita, predisposto e reso tutti gli occorrenti pareri (vedi verbali riunioni CNAM): pareri che furono invece soggetti, per volontà politica, ad un insopportabile andirivieni. E ciò nonostante che le Commissioni competenti di Camera e Senato, il Consiglio di Stato e le Istituzioni si trovassero in accordo con quanto elaborato dal CNAM medesimo.
Esempio eclatante delle contrapposizioni volute, le cosiddette “declaratorie” dove, a fronte di un percorso corretto proposto dal CNAM, sempre rispettoso della normativa, del CCNL e del legittimo interesse del personale delle Istituzioni, l'Amministrazione ancora una volta utilizzava un lavoro svolto dalla Conferenza dei Direttori, e le cui ricadute, non certo positive, attualmente stanno raccogliendo il malumore e il dissenso giustificato dei docenti interessati.
Nel concludere, ho ritenuto logico ripercorrere, e di conseguenza stigmatizzare quanto avvenuto, nonché i comportamenti illogici che hanno significato un'irragionevole e colpevole perdita di tempo per le Istituzioni e soprattutto per gli studenti i quali, dopo aver atteso cinquant'anni, hanno dovuto registrare ulteriori attese che non possono e non debbono essere giustificate da alcuna logica o interesse.
Per questo, ritengo di dover ribadire il mio grazie a coloro che hanno condiviso con me questo defatigante percorso che ha registrato persino un CNAM costretto a strappare all'Amministrazione i vari regolamenti attuativi della Riforma, sino al punto di doverli più volte proporre autonomamente per uscire dalla palude nella quale si volevano condannare le Istituzioni. Infine un CNAM che, risultando scomodo e troppo distante da alcune intenzioni politico-amministrative, non doveva operare onde giustificare la volontà dell'Amministrazione di chiedere pareri altrove. Giunti a questo punto desidero ricordare anche un ulteriore particolare che potrebbe apparire secondario, ma che invece è significativo per comprendere il clima nel quale ha dovuto agire e svolgere il suo compito il presente CNAM: i Consiglieri non hanno usufruito di un euro da parte dello Stato, neppure sotto forma di gettone di presenza, gettone previsto in tutti i Consigli e che serve ad evitare ai Consiglieri medesimi, in specie quelli che viaggiano, un personale dispendio, oltre che di energie, anche di risorse economiche.
Cari Consiglieri, ritengo che per quanto sopra espresso, questo CNAM tanto contrastato, possa divenire testimonianza di come, volendo, sia possibile affrontare un difficile impegno con esclusivo spirito di servizio e assoluta dignità. Qualcosa che oggi dà, a me e al Consiglio uscente, l'autorità appagante d'affermare l'aver onorato, in sommo grado, la fiducia resa a noi, dal personale dell'AFAM, attraverso le votazioni del 2000. E ciò, per un “quotidiano” presente ai nostri occhi e che spesso ci racconta di fiducie largamente tradite, non è poco, anzi è raro, se non unico.
Grazie ancora a voi e, nel concludere desidero formulare, sin da adesso, un augurio particolare ai futuri Consiglieri del futuro CNAM: possano essi lavorare con interlocutori politici più attenti al settore nonché più disponibili ad assicurare il rispetto che, comunque, dovrebbe essere sempre garantito ad un organismo istituzionale.
E se tanto avverrà nel prossimo futuro, esso sarà una diretta conseguenza della dignità dimostrata e conquistata dal primo CNAM; un atteggiamento che può compendiarsi in pochissime ma poco frequentate parole: libertà assoluta di pensiero, da testimoniare ovunque e comunque, soprattutto nei momenti di forte contrapposizione.
Tanto ho fatto, unitamente a voi, in questo CNAM che ho avuto l'onore di presiedere per il mondo dell'Alta Formazione Artistica, e tanto mi auguro sia possibile ancora fare in questo Paese.
Roma, 28 novembre 2006
Prof.ssa Dora Liguori
Il consigliere TASCHERA, certo di interpretare i sentimenti di tutti i componenti del CNAM, unicamente all'approvazione della relazione del Presidente, esprime apprezzamento per l'opera svolta in questi anni.