Lettera aperta all'On. Nando Dalla Chiesa
Lettera |
06-02-07 |
Unione Artisti U.N.A.M.S.
Il Segretario Generale
Gentile Sottosegretario,
cogliendo l’invito da Lei rivolto, durante l’ultimo convegno svoltosi a Santa Cecilia, al personale delle Istituzioni di fare riferimento direttamente alla sua persona per le varie problematiche, tralasciando quindi appelli al ministro, abbiamo deciso, nella qualità di rappresentante del maggiore sindacato del settore AFAM, di scriverLe per formulare alcune considerazioni o meglio alcune richieste che, già a Lei rivolte in passato, non hanno ancora avuto la fortuna di una qualche confortante iniziativa a risposta, e che tornano quanto mai attuali al momento.
Nel suo lungo intervento, Lei ha ragguagliato l’attento uditorio su tutta una serie di potenzialità che costituiscono il patrimonio dell’AFAM, nonché delle iniziative da Lei già intraprese per favorire e promuovere il settore, in ciò riferendosi, principalmente, al Suo impegno, lodevolissimo, di fare inserire e poi ottenere, all’interno dell’ultima finanziaria, 20 milioni di euro così suddivisi: 10 milioni per l’edilizia e 10 per il funzionamento.
In linea di principio è possibile dire che, a fronte delle reali esigenze di queste Istituzioni, da troppo tempo dimenticate se non penalizzate, queste cifre rappresentano non certo la soluzione ma pur sempre una utilissima boccata d’ossigeno ma, ciò premesso, entrando, invece, nella destinazione delle cifre medesime, appare utile fare subito qualche considerazione. Infatti, se “nulla questio” sulla voce edilizia, parlando invece del funzionamento, vorremmo chiederLe: oltre al pagamento di acqua, luce e gas, a cos’altro sarebbero finalizzati questi fondi?
La domanda non è maliziosa e neppure intendiamo darci da soli una risposta, intendiamo soltanto riproporLe, per meglio comprendere la questione del contendere, un’innegabile quanto ovvio assunto: Accademie e Conservatori di musica sono Istituzioni preposte all’Alta Formazione e la Ricerca, ergo: esistono per questo scopo.
Con questa premessa è facile poi dire che tutto il resto, incontri, convegni, manifestazioni e persino la produzione, rappresentino solo fasi conseguenti. Ad esempio, come potrebbe esistere una valida produzione senza adeguata formazione?
Ne discende che, se lo scopo primario è la formazione, senza la quale le Istituzioni non avrebbero motivo di esistere, i veri “assi portanti” sui quali poggiano Accademie e Conservatori di musica sono senza alcun dubbio gli studenti da formare e i docenti che li formano, senza tralasciare i non docenti.
Pertanto, acquisito questo semplice concetto, possiamo passare a dire che, se in tempi di cosiddette “vacche grasse”, tutto è possibile, comprese certe ingiustificate spese, in tempi di vacche magre se non moribonde, non destinare tutti i fondi reperibili, ed altri ancora, per garantire il perseguimento del citato fine principale (la formazione) costituirebbe una condanna per le Istituzioni stesse che, nel mancare al loro dovere, diverrebbero persino inutili.
A tale proposito è legittimo anche ricordare, e Lei non ha mancato di farlo, che Accademie e Conservatori di musica sono, oggi come ieri, pieni di studenti stranieri, la maggior parte di essi già laureata nel proprio Paese ma che vengono a frequentare, in virtù dell’alta qualità assicurata dalla docenza italiana, e non per altri motivi, i nostri corsi.
Gentile Sottosegretario se ciò è vero, come è vero, la ragione di questa richiesta è da attribuire, dunque, solo ai meriti e all’alta professionalità dei nostri docenti i quali, però, risultano sorprendentemente: oggetto di apprezzamento all’estero e, spesso, di volute quanto ignobili calunnie in Italia. Una brutta operazione che si spiega solo con un antico sistema il quale, quando per scopi non adamantini, intendeva sostituire qualcuno di non proprio gradimento, per un’ottimale riuscita dell’operazione provvedeva abilmente alla delegittimazione dei malcapitati, attraverso una ben orchestrata (e mai termine fu più calzante) campagna di calunnie.
Ossia, si calunniano i docenti per avere mano libera a sostituirli.
Acclarata anche questa brutta predisposizione, sempre riemergente dal passato, ritengo che qualcuno debba anche avere, non dico il coraggio ma la dignità di rappresentarLe un’altra realtà che è probabile ancora Lei non conosce e che, meglio, potrebbe esplicitarLe tutti i ragionamenti che sono stati fatti in premessa ovvero: per mancanza di fondi, se non vi saranno interventi tempestivi, decine di Conservatori e Accademie non potranno concludere i trienni e i bienni sperimentali iniziati.
E, come ovvio, questa brutta situazione, non mancherà, a ragione, d’irritare gli studenti, e non solo loro; situazione che non sarà comunque facilmente risolvibile. Infatti è bene chiarire, sin da adesso che tornerà difficile e neppure ipotizzabile, chiedere ulteriori sacrifici ai docenti che, tra l’altro nessuno ringrazia, e che sino ad oggi, con entusiasmo ma scarso riscontro economico, si sono impegnati a tappare le falle di un sistema che dimostra di provvedere economicamente a tutto (convegni, incontri e pare persino retribuzioni per i futuri presidenti che a mio modesto giudizio dovrebbero dare e non certo prendere), tutto tranne la cosa essenziale che è rappresentata dal reperimento di fondi adeguati per retribuire decentemente chi lavora.
Pertanto, ben vengano iniziative nelle quali si possa discutere di tutto e di più ma, dette iniziative (vedi Verona), hanno una loro giustificazione se prima, o accanto, siano stati già individuati i fondi necessari per la formazione degli studenti, che non può oltre essere effettuata senza finanziamenti specifici. Ossia: non sarebbe moralmente sopportabile prosciugare il bilancio delle Istituzioni per continuare il “discutere” senza poi un euro per il “fare”.
Comunque, sempre convinta della Sua buona predisposizione a valorizzare il settore e anche convinta del Suo senso di giustizia, mi permetto di suggerirLe che, incontri faraonici a parte, per ottenere qualcosa, nell’immediato, di realmente concreto, sempre che voglia evitare, un troppo facile da prevedere, collasso del settore, basterebbe che Ella procedesse a porre in essere due fondamentali ed esaustivi interventi:
La prego di credere che questa lettera vuole essere un mezzo di fattiva collaborazione oltre che un preciso dovere di tipo sindacale che dovevo spendere a favore di una categoria alla quale mi onoro di appartenere e che da troppo tempo si vede, a fronte di tante dichiarazioni di intenti positive, nei fatti, purtroppo dimenticata, se non umiliata.
Termino, affidando alla Sua sensibilità il concetto che, dire al responsabile politico del momento che tutto va bene, in presenza invece di una realtà ben diversa, è una delle cose più utili e premianti, nell’immediato, per chi lo fa, ma distrugge, nel tempo, il migliore dei lavori politici. E purtroppo non è la prima volta che inutilmente mi sono sentita dare, da autorevoli politici, atto e ragione a posteriori.
La triste realtà, infine, è una sola e ci racconta che, dopo tanta attesa, approvata all’unanimità dal Parlamento la legge di Riforma, presto s’è trovato l’ “inganno” per non attuarla. Infatti è dal ’99 che la legge esiste ma in quanto all’applicazione, non solo è stato fatto poco, ma quel poco anche male poiché, nonostante il defatigante lavoro del CNAM, trovatosi generalmente nei suoi pareri in perfetta sintonia con i pareri espressi dalle competenti Commissioni di Camera e Senato e Consiglio di Stato, detto lavoro è stato sempre, per la maggior parte, disatteso e pesantemente modificato dal MIUR.
In cambio s’è discusso tanto....
Questa, come direbbe qualcuno, tutta la verità. Se poi la sorprende che altri soggetti, colpevolmente tacciono, soprattutto sulla realtà di un rinnovo contrattuale che non ha ancora previsto, oltre al dovuto adeguamento per l’inflazione, neppure un euro, questo è un problema che riguarda loro, “i silenti”, e non certo l’Unione Artisti UNAMS che, ancora una volta, si va a porre, scomodamente, e Dio solo sa quanto, dalla parte del personale e delle Istituzioni.
Auguri di Buon lavoro
Roma, 7 Febbraio 2007
Commento
Questa lettera aperta al Sottosegretario, al quale non manca la sensibilità per comprenderne la volontà costruttiva, intende essere soprattutto un preciso richiamo all’esigenza di reperire fondi per il rinnovo contrattuale e per incrementare i fondi da destinare alle formazione.
Invito contestualmente i Direttori e il personale a porre seriamente il problema dell’attuale mancanza di fondi all’Amministrazione poiché non sarebbe logico che si garantisse l’attuazione della Riforma (triennio e bienni) attraverso prestazioni lavorative sottopagate o, peggio ancora, gratuite. Infatti, fare sacrifici e dare la propria disponibilità, a costi ridotti, è stato possibile in fase iniziale ma, se detti sacrifici sono continuati, essi costituiscono una svalutazione della professione e della propria dignità; qualcosa che poi diviene difficilmente difendibile in sede contrattuale.
In merito poi al convegno di Verona previsto nei giorni 23-24 febbraio e alle due circolari esplicative a firma Dott. Civello rileviamo che, a parte Presidenti, Direttori amministrati e Direttori di ragioneria che sono spesati, per quanto attiene il rappresentante del Consiglio accademico (anch’esso spesato) appare chiaro che il C. A. può indicare qualunque docente e, in base all’autonomia, non necessariamente il docente deve essere uno solo. Se poi si volesse dare una bella dimostrazione di democrazia, a prescindere dal rappresentante già individuato dal C.A., si potrebbe lasciare al Collegio dei docenti la possibilità di scegliere un docente (sempre spesato) da inviare.