Verona: "Imputato unico, il Docente"

Cronaca di un incontro finito male e che, nonostante tutto, stava... per finire bene!

Rif. 008
27-01-07

VERONA: IMPUTATO UNICO, IL DOCENTE
Cronaca di un incontro finito male e che, nonostante tutto, stava... per finire bene!
di Dora Liguori

In noi tutti c’è la convinzione che determinate cose, quando accadono, non sono casuali ma frutto di una qualche predeterminazione, e il Convegno di Verona non ha fatto eccezione. Infatti, se qualcuno aveva pensato di prendere a pretesto questo incontro per porre in discussione l’attuale docenza, ci ha provato alla grande, per fortuna riuscendoci solo in parte. In effetti cosa ci si poteva attendere da un convegno che, incentrato volenti o nolenti sulla formazione e pertanto sui docenti (unici preposti appunto alla formazione), veniva concepito, alla base, con una forte sperequazione di presenze?

Detto convegno, chiamato forse con eccessiva magniloquenza “Stati generali dell’AFAM”, prevedeva la presenza (per carità legittima) spesata delle seguenti componenti delle Istituzioni (Direttori, Presidenti, Direttori Amministrativi, Direttori di ragioneria, rappresentanti degli Organi accademici e delle Consulte degli studenti) e pertanto nasceva già con la previsione di spesare un solo docente, neppure eletto democraticamente dal Collegio dei professori dell’Istituzione di appartenenza. Ciò andava a significare che, dovendo appunto parlare di formazione, la volontà era di mettere in palese svantaggio numerico il docente per ottenere, a scanso di un miracolo che non è avvenuto, invece di un dibattito costruttivo e sereno, una specie di intollerabile processo all’attuale docenza.

E questo è purtroppo quanto avvenuto a Verona.

Procedendo con ordine possiamo dire che nella prima giornata tutti gli interventi erano stati più o meno costruttivi ed equilibrati e molti convergenti su una posizione critica circa l’immobilismo politico e amministrativo di una legge (la 508) che vergognosamente non è stata ancora attuata.

La giornata si era poi conclusa con un emozionante intervento del Sottosegretario Nando Dalla Chiesa. Purtroppo il miracoloso scenario è cambiato il giorno seguente allorché, verso la fine, è scattata la “bagarre” provocata dalle incaute, quanto inesatte, affermazioni di due studenti. Infatti, inopinatamente il primo degli studenti (Conservatorio di Castelfranco Veneto) affermava l’essere, a suo dire, il personale amministrativo poco adeguato ad assolvere i suoi compiti; mentre il secondo, anzi la seconda, (studentessa dell’Accademia di Arte Drammatica) passava direttamente ad offendere la docenza.
E la cosa, di per sé comunque stupida e deprecabile, poteva anche essere ricondotta ad intolleranza caratteriale o a risentimenti verso i docenti, probabilmente, mai sopiti in costei.

Purtroppo il problema si presentava, in tutta la sua gravità, allorchè, su tali affermazioni, il Direttore Generale Dott. Bruno Civello, smentendo se stesso, o meglio le affermazioni rese nell’intervento del giorno prima, applaudiva compiaciuto e calorosamente, dal tavolo della presidenza, dette intollerabili affermazioni.
A questo punto ci chiediamo: con quale coerenza il Direttore Civello può contemporaneamente affermare che le Istituzioni sono piene di studenti stranieri (peraltro già laureati nei loro Paesi) che chiedono di perfezionare i loro studi con i docenti Italiani e poi applaudire chi invece parla di “docenza non qualificata”?

Per caso questi studenti vengono in Italia, non per studiare con i sopra citati docenti, ma per farsi una chiacchierata, magari, con il Ministero?

E ancora: come si può affermare che l’Accademia di Arte Drammatica è quell’Istituzione che, negli ultimi anni, ha formato attori e registi che calcano il palcoscenico mondiale della cinematografia e poi applaudire un’allieva della stessa Istituzione che denigra il personale docente ad essa afferente?

Sarebbe opportuno riflettere che se tali dichiarazioni fossero intervenute in un convegno di Professori Universitari o anche di Professori di scuola secondaria, i vertici delle Istituzioni avrebbero immediatamente invitato lo studente a dimettersi da un’istituzione che il medesimo denigra ma che non si fa scrupolo “di usare”.

A questo punto le interpretazioni di tanto triste finale sono due:
o l’attacco era voluto e, all’uopo, sono stati strumentalizzati alcuni studenti, oppure la cosa è scappata di mano alla Presidenza, e in particolare al Direttore Generale Civello.
Questi, infatti, in altri casi, quando ad esempio gli attacchi (sempre deprecabili) erano rivolti alla sua persona, forte del suo posto privilegiato al tavolo della Presidenza, ha avuto modo ampliamente di intervenire interrompendo spesso gli incauti oratori.

Pertanto chi voleva rovinare tutto (diciamo... il fato) c’è riuscito in pieno e Verona è stata ancora una volta la dimostrazione che la pace non si vuole poiché probabilmente la pace non fa comodo a chi vuole mandare all’aria una giusta attuazione della “riforma”. Solo alla luce di questa logica possiamo comprendere quanto avvenuto nonché la volontà di mettere il povero docente alla “gogna” .

Potremmo ancora dire molte altre cose, ma, per meglio esprimere il disagio e l’indignazione che ha colto noi tutti, preferiamo affidarci alle parole di chi meglio di ogni altro ha ben stigmatizzato certe situazioni:
... “quando un maestro ha paura degli allievi e li lusinga, gli allievi dal canto loro fanno poco conto sia dei maestri sia dei pedagoghi; insomma, i giovani si mettono alla pari dei più anziani e li contestano a parole e a fatti, mentre i vecchi, abbassandosi al livello dei giovani, si riempiono di facezie e smancerie, imitando i giovani per non sembrare spiacevoli e dispotici». Platone “i dialoghi” (ottavo libro)

P.S. A proposito, la convocazione degli “Stati generali”, non portò molta fortuna a Luigi XVI. Da lì infatti prese le mosse la “Rivoluzione Francese”.