Lettera al Personale delle Istitiuzioni AFAM in merito alla nota Direttore Generale Dott. Civello Prot. 2910 del 19/04/2007 - validità dei diplomi (???)
Lettera al Personale delle Istituzioni AFAM |
21-04-07 |
Prot. n. 30 | Ai Direttori e ai Professori dei: Conservatori di Musica, Accademie di BB.AA., Istituti Musicali Pareggiati Accademie di Belle Arti Leg. Ric. ISIA LORO SEDI |
OGGETTO: risposta alla nota Direttore Generale Dott. Civello.
In merito alla nota (prot. 2910 del 19 aprile 2007) di recente inviata a tutte le Istituzioni dal Direttore Generale, Bruno Civello, che definire inopportuna, in quanto in palese turbativa della campagna elettorale attualmente in corso, sarebbe semplice eufemismo, ritengo di dover avanzare alcune precisazioni in relazione ad affermazioni non veritiere ivi contenute.
In tale nota infatti, il Direttore AFAM, nell’avanzare alcune Sue discutibilissime interpretazioni, fa riferimento a “comunicazioni” che sarebbero state, a Lui, inoltrate dalla CISL. Pertanto chiedo formalmente di poter prendere visione di tale documentazione dal momento che, dal tenore delle parole del Dott. Civello, all’interno di detta documentazione vi dovrebbero essere affermazioni non corrette riferite ad una sigla sindacale facilmente individuabile nell’Unione Artisti UNAMS.
Per questi motivi, essendo stata direttamente chiamata in causa, desidero, per l’ennesima volta, precisare, non il mio pensiero ma la realtà oggettiva dei fatti, iniziando dal problema relativo alla validità dei titoli sperimentali di 1° e 2° livello rilasciati da Accademie e Conservatori di Musica.
A prescindere dal fatto che il termine “sperimentale” ha un significato nettamente diverso dal termine “ordinamentale” (per trovare una facile conferma basta sfogliare un qualsivoglia dizionario della lingua italiana), come ebbi modo di dire pubblicamente a Verona (e non sono stata la sola) per rendere validi i titoli sperimentali occorre procedere nelle forme e nei modi previsti dalla legge 508 che, all’art. 2 comma 5, afferma:
(...omissis...) “Ai titoli rilasciati dalle predette istituzioni si applica il comma 5 dell’articolo 9 della legge 19 novembre 1990, n. 341. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica, previo parere del Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale (CNAM), di cui all’articolo 3, sono dichiarate le equipollenze tra i titoli di studio rilasciati ai sensi della presente legge e i titoli di studio universitari al fine esclusivo dell’ammissione ai pubblici concorsi per l’accesso alle qualifiche funzionali del pubblico impiego per le quali ne è prescritto il possesso”.
Purtroppo, nulla di tutto questo è stato fatto. Pertanto i nostri titoli, compreso il vecchio titolo rilasciato al termine dei corsi vecchio ordinamento equiparato con la legge 268 alle Lauree Universitarie di 1° livello, non hanno ancora alcuna validità legale con riferimento ai pubblici concorsi. La prova per tabulas è rappresentata dalla circostanza che il Ministero della Pubblica Istruzione - e per esso i CSA (ex Provveditorati agli Studi) - non valuta i diplomi rilasciati dai Conservatori al termine dei trienni e dei bienni sperimentali neppure per accedere all’inserimento delle graduatorie provinciali per gli incarichi di supplenze di Educazione Musicale!
Infine, a parte l’arricchimento di conoscenze da parte dell’allievo, i titoli valgono solo all’interno delle Istituzioni. Come dire: ce la cantiamo e ce la suoniamo.
A questo punto sembra lecito porsi due domande:
Il perché esiste, ma la verità nessuno la vuole dire poiché, essendo troppo scomoda, non conviene propagandarla, in particolare non conviene a certi sindacati che, al momento, cercano solo voti, magari avvalendosi di qualche provvidenziale “aiutino”.
A elezioni avvenute giungeranno le “sorprese”, ovvero risulterà ancor più evidente il disegno che, volutamente, ha lasciato senza valore (a livello sperimentale) i titoli rilasciati da Accademie e Conservatori per poi consentire alle Università di rilasciare i titoli musicali ed artistici occorrenti per l’acceso ai pubblici concorsi. Ovvia conseguenza lo svilimento delle funzioni e del ruolo degli attuali Professori.
Chi vivrà, vedrà!
Per quanto attiene, invece, ai Professori, non ho mai parlato del loro passaggio da “tempo indeterminato a determinato”, non essendo questo – tra l’altro – un frasario che mi appartiene. Ho invece relazionato sugli effetti devastanti che avrebbero avuto le declaratorie, soprattutto quelle dei Conservatori, se non fosse intervenuta la Magistratura ad annullarle. E nel merito, per non sbagliare, ho usato le parole del Magistrato, ossia che il D.M. sulle c.d. declaratorie “ha sostanzialmente ridefinito le classi di insegnamento” sebbene “dal quadro normativo applicabile alla fattispecie... non emerge alcun potere specifico del Ministro di modificare i contenuti delle classi di insegnamento e di sopprimere quelle esistenti”!
Inoltre ho anche manifestato la mia contrarietà ai concorsi che il Ministro dell’Università e Ricerca, On. Mussi, dichiara ufficialmente di volere bandire anche per gli attuali Professori poiché, a mio giudizio, detti concorsi oltre ad essere incostituzionali, sono anche moralmente inaccettabili per un personale che da tempo è di ruolo e che da anni ha dato prova della propria professionalità.
A tale proposito il Ministero spesso cade in contraddizione con se stesso. Infatti, se è vero, come è vero, che le Accademie e i Conservatori risultano le Istituzioni italiane di Alta Cultura più richieste dagli studenti stranieri, da questo assunto si dovrebbe presupporre che la richiesta di costoro è addebitabile alla riconosciuta valenza dei nostri Professori, e non certo a qualche improbabile voglia dei medesimi a venire in Italia per visitare magari il... Ministero.
Per concludere non mi resta che “ringraziare” il Dottor Civello per l’occasione che mi dà di evidenziare, ancora una volta e con coraggio, nell’interesse anche di chi tace, gli aspetti negativi e confusionali nei quali tutt’ora si dibattono, e non certo per loro colpa, a sette anni dalla Riforma, le Accademie e i Conservatori di Musica italiani.
O tempora! O mores! Diceva Cicerone.
Roma, 21 Aprile 2007
P.S. Gli scambi ERASMUS si facevano anche prima della Riforma e comunque non riguardano i titoli finali
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