CONTRATTO
Ad ogni tornata contrattuale la storia si ripete! Ricordiamoci del passato e capiremo il presente!
La legge 508 approvata nel 1999 prevede la costituzione di un apposito comparto per l'AFAM, ma l'ARAN e i sindacati confederali nel 2000 “prendono tempo” e attivano il comparto solo a partire dal 2002. Per il 2000 e 2001 rimaniamo così a carico del comparto scuola.
Il contratto 2002/05 per la parte giuridica, e 2002/03 per l'economica, si riesce a fare solo nel 2005, dopo innumerevoli e strane ... molto strane peripezie che a suo tempo abbiamo ampiamente raccontato nel sito. Infatti, solo grazie ad un lavoro di “tipo investigativo” l'Unione Artisti UNAMS nel 2005 riuscì a capire dove risiedeva il “voluto fermo” e pertanto riuscì a sbloccare il contratto, ottenendo in aggiunta, un piccolo “regalo” dell'allora Ministro del Tesoro Tremonti che servì agli ex assistenti, agli accompagnatori al pianoforte e ai direttori amministrativi. Ma, allora, l'Unione Artisti UNAMS era trainante, avendo stravinto le elezioni delle RSU, e per questo, i sindacati confederali non potevano ancora vantare la maggioranza del 51%.
Nel 2007, poi, sapete tutti come sono andate le ultime elezioni RSU: grande balzo in avanti della CISL, buona conferma della CGIL e della UIL mentre l'UNAMS, attaccata da tutti e anche da chi avrebbe avuto il dovere di rimanere imparziale nella competizione (vedi sempre nel sito gli inusuali interventi dell'Amministrazione durante la campagna elettorale ampiamente contestati non solo dall'UNAMS ma anche dalla CGIL) si trovò in difficoltà e, pur rimanendo il più rappresentativo nel settore AFAM (la rappresentatività viene calcolata all'Aran con un mix tra voti RSU e deleghe), le confederazioni da sole riuscirono a raggiungere il 51%. Per ottenere questo risultato, soprattutto la CISL, durante la campagna elettorale, promise, di tutto e di più, al personale tecnico amministrativo come ai docenti; e le promesse, oltre agli “aiutini impropri” di cui sopra, come in tutte le elezioni, possono far spostare numerosi voti. E infatti!
Forti del risultato ottenuto le confederazioni addirittura chiedono all'apertura delle trattative tavoli separati: da una parte loro che hanno il 51%, dall'altra i sindacati autonomi, UNAMS e Snals. Un piccolo o grande atto di arroganza, che l'UNAMS, quando poteva, non ha mai fatto poiché simile azione spacca inutilmente un'unità sindacale, invece indispensabile quando occorre chiedere ai governi in carica di avere attenzione al settore dell'arte. Ma tanto è: i Confederali avevano deciso che la “controparte” fosse l'UNAMS, non il Governo e l'Amministrazione.
Adesso ci troviamo nel dicembre 2008 senza contratto e senza soldi! E mentre l'AFAM deve ancora cominciare a scrivere il CCNL del 2006, tutti gli altri comparti, oltre ad aver già chiuso il biennio 2006/07, in questi giorni stanno chiudendo pure il biennio 2008/09 (vedi la scuola).
A questo punto le colpe, come già detto, saranno sicuramente dei Governi e dei Ministri che si sono succeduti e che non hanno voluto dedicare un attimo di attenzione al settore, ma dai fatti e dalla storia degli anni passati la verità che viene fuori è anche un'altra ossia esistono responsabilità precise in quei sindacati che ostacolano, promettono e raccolgono.... questi frutti.
Come ovvio a far maturare i “frutti” ha concorso, anche, quella notevole parte di personale che ha democraticamente votato credendo ad ogni tipo di promessa, anzi è stata ben felice di cedere alle sollecitazioni di quanti avevano, ed ancora oggi lo hanno, tutto l'interesse a disattendere, con la Riforma, la giusta promozione della categoria. Non a caso sono gli stessi che si scandalizzarono ai tanti soldi della “pornotassa”.
Questa la situazione! Nonostante ciò l'UNAMS, in tutti i modi, come ha sempre fatto, prima e dopo la Riforma, sta continuando a lottare per almeno limitare i danni presenti. Di certo lo stato di crisi dell'economia, non solo italiana ma mondiale, non aiuta. E questo lo sappiamo tutti! Speriamo, però, che almeno al personale torni chiaro finalmente un concetto: il “nemico” da contrastare non è il sindacato che ha voluto la Riforma, che ha sbloccato l'attivazione e la realizzazione del primo contratto AFAM, che continua a lottare su ogni fronte, anche quello legale-giudiziario, per difendere la dignità e la professionalità del personale, che chiede per i docenti la vera equiparazione al trattamento giuridico dei docenti universitari con l'inserimento nel rapporto pubblicistico e conseguente “desindacalizzazione” del personale docente, bensì il nemico è quello di sempre: quello che nel '74, con i decreti delegati, permise una secondarizzazione di Accademie e Conservatori, progetto che non ha affatto abbandonato ma che, anzi, su vari fronti e con determinazione, ancora persegue.
D. L.