Unione Artisti
UNAMS

Contratto, titoli di studio ed altro

Comunicato Stampa

Rif. 002
11-01-09


L'UNIONE ARTISTI UNAMS, prendendo atto dell'inerzia che, nonostante i molti solleciti, ha visto gli organi preposti al settore poco preoccupati del fatto che il personale di Accademie e Conservatori è indietro di ben due tornate contrattuali e, in aggiunta, registrando che gli studenti del settore sono ancora privi di un titolo riconosciuto e spendibile e ritenendo che,ormai, una simile situazione non sia casuale ma facente parte di un ben preordinato piano di secondarizzazione del settore, per favorire probabilmente altre Istituzioni ed altri centri di formazione privati, l'Unione Artisti UNAMS ha, quale "extrema ratio", inviato un appello al Presidente Silvio Berlusconi affinché possa direttamente assumere notizia della grave situazione creatasi e, volendo, porre in essere relativi provvedimenti a favore del settore.

Sugli argomenti enunciati: rinnovo contratto di Accademie e Conservatori di musica e problema titoli per gli studenti rammentiamo due cose fondamentali:

  1.        Per quanto attiene il contratto, l'UNIONE ARTISTI, pur essendo il maggior sindacato, non raggiunge quel tale 51/% che, autorevolmente, gli avrebbe consentito di portare a compimento, da soli e senza intralci esterni, un contratto (la palla, oggi, è in mano confederale e se ne vedono i risultati!) Sempre sul problema contratto vorremmo anche sottolineare che già nella prima ed unica tornata contrattuale conclusa v'erano state interferenze improprie, finalizzate a farlo fallire; e solo un intervento di forza dell'UNAMS, sul MinistroTremonti, riuscì a sfondare il blocco. Inoltre vorremmo far notare che quando qualcosa va di traverso (e mai situazione fu più grave di quella che stiamo attraversando) nelle Università, è buona abitudine della CRUI (Conferenza Rettori Università Italiane) intervenire, denunciando il malessere e, in caso di non ascolto, mettere il Governo di fronte alle dimissioni in blocco dell'intera Conferenza. Non ci risulta che simile azione sia stata mai neppure adombrata dalla Conferenza dei Direttori delle nostre Istituzioni che, invece, sono stati molto attivi a stilare e proporre atti che, nella sintesi, hanno previsto e prevedono, soprattutto, poca stabilità per i docenti (vedi declaratorie) nonché un accentramento di funzioni nelle loro mani; cosa fortemente contrastante con quel concetto di autonomia, previsto nella legge, che, al contrario, dovrebbe interessare tutte le componenti dell'Istituzione (vedi recente “Proposta di Regolamento didattico”).
           Appare evidente che le riunioni della Conferenza, tenendosi a Roma, presso il Ministero, non possono non risentire dell'influenza dell'Amministrazione stessa che risulta sempre, più o meno, presente alle riunioni medesime e che, come ovvio, essendo in qualche modo controparte non può essere testimone di scelte che magari non coincidono con le proprie posizioni.
  2.        Identico silenzio ha contraddistinto la Conferenza sui titoli che, per inspiegabile mancata attuazione dell'articolo 2, comma 5, della legge 508/99, tuttora permangono sperimentali. L'Unione Artisti UNAMS, con il sostegno legale dell'Avv. Leotta, già da Verona, aveva denunciato ambedue i problemi: mancanza di contratto e problema appunto dei titoli ottenendo una forte reazione da parte dell'Amministrazione - Dott.Civello - che dichiarava validi, a tutti gli effetti, i suddetti titoli. Pertanto la coraggiosa denuncia dell'UNAMS non fu accolta con l'attenzione che meritava, né da parte del personale e tanto meno da parte dei direttori, i quali, ricordiamo, essendo sempre in qualche modo a contatto con l'Amministrazione, non possono che condividere, e sarebbe davvero difficile il contrario, i suoi convincimenti.
           Infine tutti, in buona o cattiva fede, hanno fatto un loro gioco non ascoltando, anzi punendo, il sindacato che, per onestà mentale verso la categoria, si dissociava dalla pericolosa, ai fini degli interessi del personale e degli studenti dalla: "bella armonia" creatasi. E gli Stati Generali di Verona, che dovevano rivoltare il mondo, sono stati solo un ottimo sistema per far allontanare l'attenzione dai veri problemi che, oggi, come da noi detto controcorrente, si stanno manifestando in tutta la loro gravità. Inoltre, in tempi di vacche magre, sottrarre risorse ai già esigui fondi disponibili, non era certo operazione necessaria, ma esibizione di facciata utile soprattutto a dividere ed ampliare quel divario che si persegue, e si sta costruendo per meglio gestire il settore a livello centrale, fra Presidenti, Direttori, Direttori amministrativi e il restante personale.

Tutto ciò ci amareggia e ancora una volta ripetiamo che l'unica uscita da questa situazione consiste nel ritrovare il coraggio e tentare, unitariamente, di rimediare appellandosi al più alto livello affinché si possa ottenere attenzione, e con l'attenzione i provvedimenti e le risorse adeguate.

Per concludere, più che mai rinnoviamo la proposta di prevedere, se si vuole una volta per tutte eludere la secondarizzazione e con essa guai peggiori e, al contrario, ottenere finalmente un giusto adeguamento stipendiale, di passare al sistema pubblicistico, quello che per intenderci regola attualmente gli stipendi dei professori universitari (vedi proposta On. Napoli).

Se, ancora una volta, non verremo ascoltati... ebbene non possiamo costringere nessuno a farlo ma, almeno, i colpevoli vi preghiamo di individuarli nei sordi e nei pavidi!

D.L.