On. Mariastella Gelmini
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

On. Ministro,
        a tre mesi dal Suo insediamento e avendo notizia che Ella ha già, almeno parzialmente, affrontato gli ampi problemi della Scuola e dell'Università, La sollecitiamo, ora, a voler porre attenzione sul comparto dell'AFAM (Accademie, Conservatori di musica ed Isia) che, in particolare, oltre a versare in notevoli difficoltà gestionali-finanziarie, attende, soprattutto, il rinnovo di un contratto scaduto da 31 mesi. Inutile sottolineare l'importanza che il settore della formazione artistica ricopre in Italia e che con la Riforma ottenuta nel 1999 ha visto aumentare sensibilmente l'impegno lavorativo del personale senza che il medesimo abbia avuto, ad oggi, il benché minimo riscontro economico.

Per i sopraesposti motivi e per l'eccezionalità della situazione La invitiamo ad intervenire autorevolmente, sia in qualità di Ministro direttamente interessato che quale componente il comitato di settore , affinché si trovi in tempi rapidi una soluzione che consenta la chiusura, in forma decorosa, del contratto.

Rammentiamo che in tal senso, per addivenire ad una celere chiusura del contratto, occorrerebbero sicuramente fondi aggiuntivi a quelli già previsti; fondi che, di fatto, esisterebbero se venissero riconosciuti gli effettivi risparmi realizzati negli ultimi 10 anni: per attuare la Riforma, infatti, non è stato aumentato l'organico nonostante sia considerevolmente aumentato il numero degli studenti e dei corsi. In tal senso confidiamo in un Suo autorevole intervento presso il Ministro Tremonti.

Un'altra quota pari a circa 10 milioni di euro sarebbe invece immediatamente disponibile, ed è quella attualmente destinata alla contrattazione integrativa. Destinare tale importo direttamente al CCNL corrisponderebbe, tra l'altro, anche ad una omogeneizzazione formale del trattamento economico dei docenti delle Istituzioni AFAM a quello dei docenti universitari che, come è noto, hanno un trattamento omnicomprensivo e non “integrato” dai fondi di istituto come nella scuola secondaria.

Su queste ipotesi rimaniamo in attesa di un confronto diretto onde risolvere la questione nell'interesse dell'intero settore.

Roma, 15 luglio 2008