Unione Artisti
UNAMS

Soluzione dei problemi dei Professori di II fascia

Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo

Rif. 066
29-07-10

La proposta si articola in due semplici punti ed è a costo zero:

1 ) riservare ai precari l'accesso unicamente alla II fascia

Occorre tenere presenti i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni.

Attualmente, infatti, i docenti di II fascia, rispetto ai I fascia, hanno:

  • - stesse modalità di reclutamento;
  • - stesse funzioni e competenze (CCNL quadriennio giuridico 2002-05);
  • - stesso orario (ultimo CCNL);
  • - stesso codice (decreto ministeriale 123 del 30/09/2007 che riunisce in un unico codice la due diverse classi di concorso di I e II fascia)
  • È evidente che l'unica differenza rimasta è economica! In questo momento quindi i livelli di I e II fascia identificano semplicemente due differenti livelli stipendiali.

    Ora, per quale motivo i precari devono continuare ad accedere direttamente al livello stipendiale più alto, fra l'altro ancora con criteri di reclutamento non corrispondente ai modelli universitari?

    Appare chiaro che il problema dei II fascia non è determinato dall'assenza di fondi, ma dalla volontà di preservare gli interessi dei precari:

    "Tutti i Sindacati hanno chiesto che l'Amministrazione emani una direttiva che ricollochi le discipline “targate” con le vecchie classi di concorso nei nuovi settori disciplinari così com'è avvenuto per i docenti di ruolo in servizio, che si faccia parte attiva per promuovere iniziative concrete di stabilizzazione per tutti i docenti compresi nelle graduatorie ex L.143 e che sia definita la maniera per dare “cittadinanza” alle graduatorie di istituto perché i docenti precari nominati da queste ultime sono ormai in numero significativo e hanno maturato anni di servizio. Il tutto ovviamente a costo zero per lo Stato visto che gli organici dell'AFAM sono fermi al 1999 e tutti i precari sono su posti in organico." (comunicato CGIL del 21/7/2010, citato nel website di riferimento)

    BENE! Così oltretutto i precari avranno libero accesso ai corsi da anni accesi e assegnati nelle diverse accademie ai professori di II fascia, vedi le varie denominazioni degli insegnamenti e delle discipline presenti nelle declaratorie che hanno consentito di fatto di attivare le sperimentazioni ora approvate dallo stesso ministero.

    2 ) riconoscere quello che è il REALE assetto delle Accademie in questo momento

    Attualmente gli studenti si diplomano nelle Accademie sostenendo quasi la metà degli esami su discipline che sono state attivate 7 anni fa, se non di più, dai docenti di II fascia. Ora tali discipline (molte delle quali previste come obbligatorie nei piani di studio) nel triennio sono divenute ordinamentali. È evidente che la soluzione del problema dei II fascia consiste nel riconoscimento e nella ratifica di quello che è già uno stato di fatto, ovvero il riconoscimento della piena docenza nell'ambito di tali corsi, con gli stessi criteri attribuiti ai colleghi di I fascia e così come è avvenuto soprattutto nei confronti dei docenti dei cosiddetti ex corsi complementari. Ed è altrettanto evidente che una prospettiva di questo genere costituirebbe un risparmio per lo stato, infatti, non è minimamente rapportabile il modico costo del passaggio alla prima fascia di un docente ora in II, con il costo di un intero stipendio da attribuire a un precario. Inoltre in questi anni gli organici delle varie Accademie si stanno via via modificando per adeguarsi alle esigenze dei nuovi piani di studio previsti nel 3 + 2. Argomento anche questo trattato nella riunione del 20 luglio presso il Ministero. Per quale motivo tale processo di trasformazione non viene agevolato dai sindacati? Perché i sindacati non richiedono delle regole chiare che permettano alle singole Accademie di poter attuare tutte le conversioni di cattedra necessarie all'adeguamento ai nuovi ordinamenti, con la necessaria tranquillità di poter assegnare i nuovi corsi acquisiti in organico proprio a quei docenti che li hanno fatti nascere e che hanno un'anzianità e una competenza su quelle discipline che nessun altro può avere? Perché il ministero non è interessato a una soluzione che gli permetterebbe di attuare fattivamente la riforma a costo zero, anzi addirittura RISPARMIANDO? Perché preferisce continuare a pagare interi stipendi mentre basterebbe un adeguato aumento a docenti competenti che non avendo avuto alcuna possibilità di progressione di carriera (l'ultimo concorso risale al 1990), hanno un'esperienza ormai ventennale? Il danno subito dai professori di II fascia, sia e soprattutto a livello economico che a livello professionale e d'immagine, in cui i titoli acquisiti non servono assolutamente a nulla, rimane, - senza prospettiva di progressione di carriera, - macroscopico. Sono, infatti, passati troppi anni dall'ultimo concorso e perpetuati troppi pasticci compiuti nei loro confronti, vedi aperture di graduatorie di accesso e poi improvvisamente chiuse o vedi i concorsi riservati per bando ai precari ai quali hanno partecipato molti ex assistenti che superando le prove, poi sono stati esclusi dalle assegnazioni: poi nei ricorsi del caso pur con le stesse motivazioni alcuni hanno avuto ragione, altri invece hanno perso le cause inoltrate al ministero ... insomma tutto è dipeso dalla bravura dell'avvocato! Ormai la situazione che si è venuta a creare a danno di tutti i docenti di II fascia è da ritenersi di puro e palese accanimento nei loro confronti ed è chiaramente percepibile in quanto tale anche da chi è poco ferrato in materia.

    Prof.ssa Annalisa Tornabene

    Prof. Saverio Simi de Burgis