Unione Artisti UNAMS |
Risposta al Senatore Marino Comunicato stampa |
Mi è stato segnalato, da più parti che, su Youtube, imperversano le dichiarazioni ingenerose, oltre che del tutto inesatte, del Senatore Marino sui docenti di Conservatorio. Il Sen. Marino, politico per altri versi stimabile, con ogni probabilità è stato messo, come dire, fuori strada, da qualche persona che, forse, aspirando ad entrare in Conservatorio, vistosi respinto per altrettanto probabile mancanza di titoli (o anche per qualche ingiustizia che non manca mai) ha inteso in questo modo, alquanto squallido, fuorviando un Senatore, prendersi una ingiusta vendetta.
Quanto dico discende da un'analisi di ciò che nell'intervista afferma il Senatore, infatti non è assolutamente vero che chi attualmente insegna non abbia affrontato un concorso; al contrario, detti professori, sono stati posti in graduatoria dopo il superamento di un preciso concorso per titoli in quanto, per insegnare in Conservatorio, anche per ottenere una semplice supplenza, non basta avere il solo titolo di studio ma è necessario superare un concorso per titoli per ottenere la IDONEITÀ all'insegnamento. Questa è una formula concorsuale comune a più concorsi e assolutamente affidabile poiché i titoli artistici, soprattutto in arte, sono un parametro oggettivo e valido, in quanto rappresentano una vita artistica vissuta innanzi ad un pubblico che, raramente, si fa imbrogliare.
D'altra parte anche per i concorsi riguardanti la medicina (il senatore è medico) vengono richiesti titoli afferenti al proprio impegno professionale. Infatti, mi risulta, per esempio, che, nei concorsi per i medici ospedalieri di I o II livello, la parte del leone la svolga, appunto, il curriculum presentato cui segue quella che comunemente è chiamata “prova pratica” che consiste in un colloquio. (Per i Conservatori l'ultimo concorso per immettere in ruolo si svolse proprio con queste procedure ed era l'estate 2000 (poi, fatto salvo chi entrò in graduatoria, non ci furono ulteriori immissioni in ruolo).
Tornando ai medici, non esiste notizia (almeno negli ultimi cinquant'anni) che, durante i concorsi in medicina, sia stato imposto ai concorrenti di procedere anche con la prova pratica, ossia ad aprire col bisturi pubblicamente un paziente.
Il paragone sarà magari poco elegante ma rende bene l'idea che a valere, anche in un concorso medico, sono le pubblicazioni e i curriculum professionali... esattamente come è avvenuto nei Conservatori negli ultimi anni. E in ogni caso questo è quanto lo Stato ha richiesto ai musicisti per essere idonei: presentazione di documenti che certifichino una vita vissuta all'insegna della professione musicale, ritenendo che ciò sia sufficiente e affidabile per giudicare la validità di un docente che deve salire in cattedra.
Per quanto poi attiene alla storia della moglie e figli, il Senatore confonde i concorsi con i trasferimenti.
Precisato quanto sopra, anche in questo caso, saranno in pochi quelli che chiederanno al senatore una giusta rettifica e purtroppo, quasi sicuramente, non lo farà neppure la Conferenza dei Direttori dei Conservatori (se non erro la maggior parte dei direttori dovrebbe sentirsi offesa essendo entrati anche loro per soli titoli)... ma vedi mai che, essi, pongano attenzione e tempo a certe quisquiglie che vanno a calunniare loro e la categoria alla quale appartengono!
Da tutto ciò discende che, ancora una volta, i musicisti, non sappiamo per quale maligno incantesimo, non vorranno trovare orgoglio e coraggio per reagire; anzi, pare, che ormai la maggioranza abbia del tutto rinunciato ad avere qualsivoglia soprassalto di dignità. Pertanto perché meravigliarci se poi, in mancanza di smentite su certe calunnie, si vada a formare un'opinione pubblica deleteria circa le qualità professionali dei musicisti italiani, tanto celebrati all'estero e mal sopportati in Italia? E di conseguenza come sanzionare anche le Accademie (che invece, con in testa i loro Direttori, ben sanno difendersi) se chiedono di staccarsi dai pavidi Conservatori?
Ma, continuando con le precisazioni, lo sa il Senatore che le maggiori richieste di studio, a livello internazionale, sono rivolte ai nostri Conservatori che risultano, guarda caso, primi per attrazione, innanzi a tutte le nostre Università?
Ritiene davvero che un corpo docente tanto dequalificato potrebbe essere, invece, così ambito dagli studenti stranieri?
E ancora lo sa che, nonostante lo Stato ce la metta tutta ad affondare, tramite leggi assurde e tagli continui ai fondi da destinare ai conservatori (i Conservatori d'Italia messi insieme percepiscono fondi inferiori a quelli che, di contro, percepisce una sola Università) gli allievi di questi "incompetenti" di professori spesso vincono tantissimi concorsi all'estero? E purtroppo dicasi all'estero poiché i nostri studenti ormai, se vogliono fare i musicisti, sono costretti ad emigrare; infatti, non è un segreto che sempre il nostro Stato, dopo lunghi studi, non garantisce ai nostri diplomati alcuna occasione lavorativa.
Che altro dire? Gentile Senatore, conoscendo le Sue capacità e la Sua buonafede, perché non s'impegna, magari a titolo di risarcimento per le Sue errate espressioni, a rappresentare a chi di dovere, le profonde ingiustizie e le difficoltà che, invece, lacerano, e questa volta unitamente, Accademie e Conservatori di musica?
Grazie Dora Liguori