Unione Artisti UNAMS |
Riceviamo lettera della Prof. Dalma Frascarelli e pubblichiamo come nostra abitudine Lettera |
Gent. Prof.ssa Liguori,
scrivo questa mia seconda lettera senza l'intenzione di intervenire in
merito a questioni che riguardano il ruolo di istituzioni quali sindacati e
partiti nella gestione della politica e degli affari sociali nel mondo
attuale. Su questo stanno lavorando fior fior di studiosi che, di fronte a
quella che sembra delinearsi come una e propria svolta epocale, sono
impegnati a capire come sostituire modelli che, con ogni evidenza, stanno
fallendo. D'altro canto la mia prima lettera muoveva da un invito a
esprimere un parere non sulla questione sindacale, ma su un provvedimento
specifico quale è quella della mobilità. Mi limito, pertanto, ad esprimere
poche considerazioni che riguardano la Sua risposta, esclusivamente in
relazione al tema specifico. E, in questo senso, dalla Sua lettera emerge un
dato molto interessante: la volontà di cambiare le norme che regolano i
trasferimenti rispondono agli interessi più forti dal punto di vista dei
numeri e del potere, ma, evindemente, non da quello della giustizia e
dell'onestà intellettuale. Cambiare le regole sulla mobilità interessa il
numero maggiore dei docenti, visto che i veri danneggiati dall' autonomia
conferita alle istituzioni sarebbero sostanzialmente solo coloro che
occupano i primi posti delle graduatorie.
Tutti gli altri (ovviamente molto
più numerosi) possono sperare, in tal modo, di "superare la fila",
soprattutto chi "è rimasto al caldo" (vedi la mia lettera precedente) e chi
si è guardato bene da affrontare nuovi studi, esami, concorsi, ecc.
Interessa la Conferenza dei Direttori, che vedrebbero il loro potere aumentare;
interessa il Ministero che dietro a sbandierati motivi "meritocratici" (sostenere la meritocrazia oggi va di moda e soprattutto serve a crearsi "nuove verginità") finirebbe col sostenere le consuete logiche clientelaristiche;
interessa, infine, anche i sindacati (quanto meno quelli che accetteranno, sottoscrivendole, le nuove norme), non solo per questioni numeriche e di consenso (questioni importanti per un sindacato, come lei Prof.ssa Liguori non ha mancato di sottolineare lamentando la mancanza di quel magico 51% e questo, si potrebbe dire, è uno dei più forti punti di criticità dell'attuale sistema di democrazia rappresentativa) ma -non fosse per altro- anche per poter dire poi: è colpa vostra!!!
È evidente che ormai giustizia e onestà intellettuale sono avvertiti come inutili intralci e che a credere nel loro imprescindibile valore siamo rimasti in quattro fessi (e vorrei usare un altro termine con il quale un presidente del consiglio di qualche tempo fa ha definito gli italiani). A differenza di Lei, Prof.ssa Liguori, non ho alcun interesse personale ad "aggiungere altri amici" alla mia lista, ma solo a difendere i diritti di "quattro fessi" che vedo essere calpestati. Ed è solo per questo che rivolgendomi ai miei pochi "compagni di fesseria" chiudo gridando un appello: se ci siete battete un colpo!!!
La prego di voler cortesemente pubblicare questa lettera, con la promessa di non proseguire da parte mia la "querelle".
Ringraziandola per l'attenzione, la saluto cordialmente.
Prof.ssa Dalma Frascarelli