Unione Artisti UNAMS |
Le verità che non vengono dette sulla mancata approvazione del 4822 Comunicato Stampa |
Dire la verità è sempre un'azione scomoda. Infatti molti costruiscono delle fortune affidandosi al sistema delle cosiddette “riserve gesuitiche”, ovvero dire delle verità a metà e tacere su ciò che potrebbe risultare scomodo. E da come va, oggi, il mondo questo atteggiamento lo meritano in tanti... Eppure, ancorché il sistema di cui sopra assicuri vita tranquilla e prospera, io non riesco ad adottarlo, e resto fra gli illusi che si augurano ancora che, prima o poi, qualcuno apprezzi i valori derivanti dalla lealtà di comportamenti.
Pertanto, onorando questa logica, iniziamo a denunciare alcune scomode verità, inerenti il DdL 4822. Nel Novembre dello scorso anno il Senato approvò un DdL denominato “Valorizzazione del sistema dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale” che, giunto alla Camera per l’obbligato passaggio e approvazione, fu affidato, dall’allora presidente della Commissione Cultura On. Aprea, all’On. Scalera affinché ne fosse relatore...e mal ce ne incolse!
Purtroppo detto relatore (e questa è l’unica sua scusante) si trovò ben presto, invece che di fronte ad un muro compatto reclamante l’immediata approvazione del DdL, con soli alcuni utili emendamenti fra cui quello dei precari, a doversi sorbire una processione di sindacati, Conferenze varie, associazioni formatesi all’uopo e quant’altro (con la sola esclusione dell’associazione combattenti della guerra '15-18, impossibilitata per ovvi motivi) che, con comprovata sapienza, dissero che il DdL andava, sì, approvato, ma con l’aggiunta di tali e tanti emendamenti che, alla fine, del Ddl originario sarebbe rimasto solo il titolo. Insomma, come diceva Bartali, tutto da rifare! E con questo, sprezzando in pratica le attese degli interessati, veniva posta in essere l’operazione più autolesionista che si potesse immaginare e che, essendo portata avanti da gente non sprovveduta, lascia lecito presupporre che essa fosse finalizzata per, come soleva dire Garibaldi... mandare tutto a putt... pardon... all'aria.
L’UNAMS, attirandosi le solite simpatie, stigmatizzò subito l’operazione e i rischi che essa comportava ma, tranne alcuni (pochissimi in buona fede che si ricredettero), tutto proseguì. E l’azione, definibile “instillamento di letale veleno” ben presto espresse i suoi effetti malefici: ossia andò ad allungare a dismisura i tempi... sempre con beneplacito delle aspettative dei reali interessati: studenti, e docenti precari.
A questa bella e avvelenata mela, già sufficiente di suo, si andò ben presto ad aggiungere quella che possiamo definire la più fantasiosa, quanto demenziale richiesta che, purtroppo, ebbe subito a trovare la disponibilità del relatore.
E qui scatta il vero mistero!
Infatti, che alcuni docenti di Accademie si convincano e convincano a loro volta i colleghi, sull'ipotesi irrealizzabile che staccandosi dai Conservatori essi possano ottenere lo stipendio dei professori universitari, fa parte di quelle legittime, quanto inapplicabili aspettative, caratteristica della, chiamiamola fantasia, degli artisti; ma che un deputato di lungo corso, quale Scalera, si presuppone acculturato sui tempi e sulle rigidità delle Commissioni Bilancio, dia credito a costoro, significa che dietro esiste una qualche regia, rimasta sconosciuta ai più.
Pertanto l’On. Scalera, cogliendo anche l’occasione che, come sopra detto, da parte degli auditi non andava bene il testo del Senato, ebbe l’estro di formulare un testo solo parzialmente nuovo, ma contenente, fra altre cose, anche la separazione delle Accademie dai Conservatori (una bazzecola che costerebbe allo Stato oltre cinquanta milioni all'anno), con ciò raggiungendo l’obiettivo, davvero eclatante, di scontentare tutti, in primis i suoi colleghi componenti il comitato ristretto. Infatti l’articolo incriminato mentre offende gratuitamente i Conservatori di musica, non accontenta nemmeno i professori di Accademia poiché, come ben sa l’On. Scalera (e mi rifiuto di credere il contrario) questo articolo mai otterrebbe l’approvazione del Bilancio, per via dell’esponenziale aumento di spesa. Inoltre, sempre la separazione potrebbe essere bloccata anche dalla Commissione Affari Costituzionali, essendo dette Istituzioni per normativa secolare e poi appunto Costituzione, concepite insieme. Con queste premesse non comprendiamo, essendo il relatore non da oggi in Parlamento e neppure scendendo, come si suol dire, dalla montagna, dove possa appoggiare le sue impraticabili richieste.
E se sono impraticabili perché le porta avanti? Chi lo conforta, come dicono i suoi colleghi parlamentari, in tanta ostinazione?
Forse egli sta effettuando un’operazione illusoria, stile vecchia politica, capace di dire un sì a chiunque chiede, contestualmente sapendo che è no, per poi addebitare ad altri il mancato risultato.Davvero impossibile da concepire.
Ma qualcuno riesce a dire all’On, Scalera che questa sua ostinazione, degna di miglior causa, e che non porta da nessuna parte, sta procurando, invece, un danno incalcolabile (nella sostanza e nell’immagine), ai nostri studenti, e un danno morale ed economico ai nostri ormai tantissimi precari?
Ugualmente qualcuno riesce a dire a quanti (ad esempio leggi gli altri sindacati) dicono di voler difendere studenti e precari di assumersi l’onere, magari con il rischio di perdere qualche iscritto nelle Accademie, di far comprendere, a costoro, con forza e senza remore, quanto sia impossibile che il Parlamento approvi un emendamento comportante circa cinquanta milioni di aumento annuale per i loro stipendi, laddove il Senato ha rifiutato pochi milioni per tutti, e alla Camera ci sono difficoltà per reperire persino i pochi spiccioli occorrenti per sistemare i precari? E che per queste loro ingenerose e inutili pretese stanno distruggendo le attese delle Istituzioni circa il riconoscimento completo dei titoli? Esiste o no un mondo governato dalla ragione e dalla logica, o tutti hanno deciso di prendersi vicendevolmente in giro?
Ebbene, come disse un giorno un presidente della Repubblica: io, a queste ipocrisie, non ci sto; anzi ho sufficiente coraggio per affermare che questo gioco, sulla pelle della gente, è vergognoso. Ritengo doveroso comunque aggiungere che molti nelle Accademie, pur aspirando come tutti ad un giusto riconoscimento salariale, sono abbastanza avveduti per comprendere che esso non passa attraverso le divisioni e che, al presente non esistono presupposti logici per simili progetti. Di contro, ormai appare chiaro che, contando sulla stupidità di alcuni, l’ignoto regista di cui sopra, stia realizzando il progetto di giungere alla fine della legislatura con un niente di fatto. E con ciò invalidare i reali vantaggi che sarebbero pervenuti, davvero a tutti, se il "povero" DdL avesse ottenuto la dovuta approvazione.
Chi, alla fine, con piena consapevolezza, vuole questo, io proprio non lo so e non riesco neppure a immaginarlo, tanto nefasto ritengo il progetto; certo è che non riesco a credere ad una semplice ostinazione, caratteriale e fine a se stessa, dell’On. Scalera. Esiste, in quanto sta avvenendo, qualcosa che sfugge e che deve pur esserci. Infatti, tanto per perdere altro tempo, dopo il disfacimento del comitato ristretto, se ancora non bastasse pare che, l’ancor relatore Scalera, abbia chiesto lumi a chi di competenza per sapere se nella Commissione Cultura la discussione debba ripartire dal testo del Senato o dal suo, contenente quel famoso emendamento che al 110% sarebbe oggetto, poi, di sicuro blocco. Insomma mentre Bisanzio brucia si discute sul sesso degli angeli. Complimenti! A questo punto ci affidiamo al buon senso degli altri componenti della Commissione.
Dora Liguori