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Giolitti, Verdi e... docenti di Accademie e Conservatori di musica Comunicato stampa |
A Giolitti è attribuita la famosa frase: “governare gli italiani non è impossibile... è inutile. E sono convinta che con tutti i guai che il poveretto passò nel 1893, per via dello scandalo della banca romana, a dire questa frase, come dicono i napoletani: teneva pure ragione.
Purtroppo una frase del genere, circa l’inutilità di mettere d’accordo, in questo caso i docenti di Conservatorio, la disse anni prima anche Verdi riferendosi agli allora esistenti due Conservatori: Napoli e Milano. Figuriamoci metterli d’accordo oggi!
Pertanto viste le vicende della 4822, con sia pure minore autorevolezza, questa frase, la dico anch’io, ovvero viste le divisioni (alcune volute), createsi, e a fronte di docenti precari che spesso, non sappiamo se per poca conoscenza delle tecniche parlamentari o peggio per ideologia, si danno la zappa sui piedi... non resta che ribadire quanto sia impossibile o meglio inutile aiutarli.
Infatti, sono anni che questi docenti inseguono tutto, tranne quello di ascoltare chi dice loro la verità, ovvero operare una scelta univoca e mirata, che come già avvenuto, per il passato, ha saputo risolvere il problema.
Non è un segreto che la scelta dei più è stata quella di andare dietro, invece, alle facili voci di determinate sirene con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: una serie di errori quali , prima quello di perdere tempo andando dietro alle promesse dell’Amministrazione, poi di far presentare emendamenti sbagliati al Senato ed oggi... lasciamo stare perché potrei davvero dire cose che è meglio tacere!
Detto questo, passando ai lavori parlamentari, è prevista per la prossima settimana l’inizio della discussione sugli emendamenti... e, visti i numeri, basterebbe farsi i conti per comprendere come andrà a finire.
La mia amarezza pertanto nasce dal fatto che da anni sto allertando i precari su alcune scelte sindacali e sulla loro antica logica di non dire mai no a nessuno, soprattutto in fase di votazioni, producendo alla fine una serie d’interessi contrastanti, difficili poi da onorare. La famosa: botte piena e moglie ubriaca!
E allora?
Allora ribadisco quella che non è una mia sensazione ma una logica matematica: se i parlamentari, rinunziando a discutere gli emendamenti, trovassero l’accordo solo su uno o due emendamenti, qualche speranza potrebbe esserci ancora. Altrimenti: la partita è persa.
E questa volta è persa per tutti. Voglio sottolineare che quando parlo di ritiro di emendamenti alludo a quelli presentati dai parlamentari. Infatti il Governo è libero di presentare sino all’ultimo minuto gli emendamenti che crede; e da quel che conosco presenterà una serie di emendamenti per risolvere, ad esempio, il problema delicato degli IMP.
D.L
P.S. Particolari complimenti a quelli che, avendo il dono dello sdoppiamento, prima si professano aderenti ad un sindacato e poi, quando le scelte operate dal sindacato divengono palesemente errate e insostenibili, si riciclano definendosi comitati autonomi... tanto autonomi che anche per respirare debbono ottenere l’autorizzazione. Leggi manifesto sugli studenti di San Pietro a Majella. Vorrei proprio sapere, visto l’esiguo numero, che cosa avrebbero fatto costoro, in Piazza Montecitorio, senza un minimo di... ammuina.
Onestà mentale cercasi!