Comunicato Stampa
Unione Artisti
UNAMS

La centralità del docente e del discente - di Dora Liguori

Comunicato stampa

Rif. 017
27-02-13

A volte, forme di devianze sapientemente programmate, possono distorcere dei principi, oltre che fondamentali, anche inconfutabili. A riprova, di quanto dico, denuncio la clamorosa distorsione avvenuta circa la centralità, in Istituzioni di formazione, della docenza, per dirottarla verso figure che, ancorché necessarie, non sono altrettanto fondamentali. Infatti un'Istituzione formativa, qualunque essa sia, per esistere deve avere quale presupposto la presenza di allievi che hanno bisogno, per formarsi, vedi caso, proprio di un maestro.

Dal che discende un preciso assunto che, apparentemente ovvio, oggi è negato e che pertanto vale la pena di qui ripetere: senza docente e discente non può esistere l'Istituzione.

E allora perché sempre più si è andati a confutare questa inoppugnabile realtà?

E perché soprattutto la figura del docente, in specie di Accademie e Conservatori, è stata, in questi ultimi anni, così fortemente umiliata e perseguitata?

I motivi di questa perdita di centralità dei docenti, e quindi di attenzione, possono essere vari e tutti spiegabili anche attraverso alcuni immancabili giochi d'interesse e di potere. Ma, senza penetrare nei grandi inciuci, tentiamo di sottolineare almeno qualcuno di quegli aspetti che, posti in essere alla luce del sole, hanno evidenziato il tentativo ( in parte riuscito) di privare il docente dei suoi più elementari diritti. In parole povere i concetti sono i seguenti:

  • tutto quello che tolgo a te posso prendermelo io;
  • se mortifico una forza (tolti gli allievi i docenti restano la componente più numerosa di un'Istituzione) la rendo in parte inoffensiva e per questo meglio gestibile;
  • se sapientemente si organizza un processo di divisione delle varie componenti di un'istituzione, ponendole soprattutto in contrasto con la più numerosa componente (quella dei docenti), si ottiene di rafforzare le componenti meno numerose con, di contro, lo schiacciamento dei numeri maggiori.
  • se si vanno a creare svariate difficoltà nella vita lavorativa di un docente lo si mette in condizione di chiedere “per favore”, cose delle quali egli avrebbe, invece, pieno diritto;
  • se i sindacati, nel tempo, non difendono realmente la docenza (alcuni sindacati da tempo tacciono con l'Amministrazione e con i direttori) tutto ciò crea un clima che, probabilmente, un giudice del lavoro potrebbe definire di caduta della difesa del lavoratore. Esempio eclatante di questa caduta la firma apposta da alcuni sindacati su un accordo integrativo di lavoro con aspetti addirittura incostituzionali (vedi CIN 2011);
  • e (ultima e maggiore responsabilità) se i docenti dimenticano il rispetto che dovrebbero a se stessi e al loro alto magistero- la docenza- a nessuno, neppure all'UNAMS, sarà più possibile difenderli.
  • Infatti se i docenti, finalmente prendessero coscienza della loro forza e, come dice la Senatrice Sbarbati, fossero compatti sui loro diritti, nessuno potrebbe umiliarli e, nel caso specifico, neppure... sottopagarli.

    Colleghi! L'UNAMS, non avendo da dire “grazie” a nessuno, con queste denunce fa ancora il suo dovere di sindacato, sottolineando che, nel ricordare e tutelare i vostri diritti, non si diverte affatto. Per questo l'UNAMS , contestualmente, invita, voi (e tutti coloro che lavorano) e in particolare i docenti a non farsi avvilire; a non accettare limitazioni che, non riferibili ad Accademie e Conservatori, vorrebbero arbitrariamente applicarvi (leggi attività artistiche etc) e, soprattutto, vi invita a non accettare lo svolgimento di ore aggiuntive ed altro, se le medesime non vengano retribuite come stabilito dalla normativa vigente.

    In ultimo: non credete alla favola che non ci siano soldi nei Conservatori e nelle Accademie. Infatti se non ce ne fossero per davvero non esisterebbe:

  • tanta gente che passeggia per l'Italia, a spese dell'Istituzione;
  • non verrebbero nominati costosissimi Commissari senza probabile effettivo bisogno;
  • in particolare non esisterebbero Istituzioni che non intendono pagare i docenti e poi mandano magari indietro i soldi.
  • Insomma, è il caso di dire (Grillo permettendo) che se proprio alcuni vogliono continuare con un certo andazzo, gettando i soldi dei cittadini...facciano pure (almeno finché glielo lasciano fare), ma, prima, si peritino di dare ciò che Costituzione impone, ovvero una giusta retribuzione a chi lavora e che, sottolineo, con questo lavoro, mantiene anche l'esistenza delle Istituzioni, passeggiatori compresi.

    D.L.

    P.S A proposito, quando Landini, giustamente, difende le retribuzioni e i diritti dei dipendenti FIAT tutti gli danno ragione. Se poi il medesimo sindacato firma poco soddisfacenti accordi di lavoro per i docenti di Accademie e Conservatori, chissà perché nessuno parla! Sarà forse per non ammettere le ragioni dell'UNAMS che non l'ha firmato?

    Ultimissima: dopo pressanti richieste, informiamo che i docenti destinatari di ben sessanta provvedimenti disciplinari appartengono al Conservatorio di Bari.

    Per evitare che i docenti dimentichino ripubblichiamo il catalogo dei loro diritti calpestati:

  • perdita di certezza sulla propria cattedra;
  • isolamento all'interno dell'Istituto;
  • sistematica campagna denigratoria;
  • retribuzione economica sotto pagata a fronte dell'impegno di docente di Alta Formazione (il massimo della docenza al pari dell'Università);
  • pagamento irrisorio per le ore aggiuntive sino ad arrivare ad una illegale richiesta di prestazione gratuita;
  • imposizione del “Badge”;
  • abolizione dell'anno sabbatico;
  • abolizione (in pratica) dei permessi artistici e di qualunque attività collaterale;
  • negazione dei permessi per lo studio in altre Facoltà;
  • quasi abolizione del diritto alla mobilità;
  • mancato adeguamento del contratto (scatto dei gradoni);
  • e soprattutto il docente deve restare precario in eterno.

  • E qui, pur esistendo tutta una serie di altre poco allegre iniziative, non vado oltre.