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Mobilità: Resoconto di un dialogo tra sordi! Comunicato e telegramma |
Il giorno 29 maggio, presso la Direzione Afam, si è tenuto un incontro fra il Direttore Generale, Dott. Giorgio Bruno Civello, e la Prof.ssa Dora Liguori (in delegazione UNAMS con i Professori Antonio CAlosci e Sandro De Blasio). Motivo principale il confronto sulle ultime tematiche afferenti il personale di Accademie e Conservatori.
Sul tema specifico della mobilità (dietro richiesta dell'UNAMS) il Direttore Generale ha fornito le “ragioni” (che di seguito pubblichiamo), per le quali l'Amministrazione avrebbe deciso d'intraprendere determinate scelte.
Lette le ragioni (se pur condite dalle abili parole del Dott. Civello) in coscienza e in sintesi ne traiamo le seguenti conclusioni:
Tutto ciò si evince proprio dalle parole del Direttore Generale, allorché, in due punti precisi, il Dott. Civello, riferendosi ai precari, rende queste due affermazioni:
In pratica una dinamica che, a nostro giudizio, andrebbe a danneggiare sia i ruoli che i cosiddetti precari storici.
Infatti: atteso che è impensabile (come dice il Dott. Civello) “un incremento se pure di piccola entità delle dotazioni organiche”, discende che, per fare spazio ai novelli precari (si badi bene dei settori più innovativi, ovvero quelli scelti direttamente dalle istituzioni storiche più importanti con proprie selezioni e cari, evidentemente, all'Amministrazione), occorre, lo ripetiamo, che:
È evidente che l'UNAMS non può essere d'accordo con questo probabile (ma molto realistico) progetto, poiché come sottolineato, con argomenti più che validi, al Direttore Generale si creerebbe un danno per tutti, soprattutto il danno di quanti hanno maggiori diritti.
Ma si sa che il dialogo fra sordi è impossibile!
D.L.
P.S. A seguito di tante illazioni facciamo presente che il testo dell'accordo sulla mobilità, per diventare operativo, deve essere sottoscritto dai sindacati maggioritari; al momento nessun testo ci è stato ancora proposto.
L'UNAMS, di certo, non firmerà!
La parola passa ai diretti interessati
.Ragioni dell'Amministrazione circa la mancata mobilità.
(Dott. Giorgio Bruno Civello)
Ritengo che questo dovrebbe essere un anno di transizione per consentire una razionalizzazione interna nelle istituzioni per corrispondere alle esigenze didattiche programmatiche e alle richieste di formazione degli studenti interessati. Ciò anche in considerazione di quanto previsto dalla legge di stabilità che demanda alla amministrazione il riordinamento a regime dei bienni di II livello attivati in via sperimentale. Né possono essere sottovalutate le aspettative dei docenti precari che da anni operano nelle istituzioni assicurando la qualità della formazione soprattutto nei settori più innovativi e dei titolari di seconda fascia che aspirano alla mobilità professionale verticale verso la prima fascia.
L'Amministrazione è, quindi, convinta che una mobilità temporanea per una anno operata attraverso utilizzazioni temporanee, eliminando il requisito della continuità didattica, consentirebbe di attivare trasferimenti definitivi dopo questo processo di riorganizzazione. In tale contesto, non si può sottovalutare l'esigenza di prevedere un meccanismo di mobilità tra i settori disciplinari per razionalizzare le provviste interne per ciascuna istituzione dei docenti in servizio correlate ad una valorizzazione del profilo professionale rivestito. Tutte le predette considerazioni hanno un riflesso sulla sistemazione degli organici evitando di pregiudicare l'assetto con trasferimenti definitivi. D'altra parte, in relazione alle ben note difficoltà economiche del settore pubblico, è impensabile un incremento, se pure di piccola entità, delle dotazioni organiche.
È stata già attivata la corrispondenza con Decreto del Ministro dei titoli conseguiti al termine dei corsi sperimentali con i titoli previsti al termine dei corsi triennali definitivi. Al contrario, allo stato attuale, non può essere operata la corrispondenza tra i titoli conseguiti al termine dei corsi sperimentali biennali di II livello non essendo ancora definiti a regime i nuovi ordinamenti dei predetti corsi, da attuare entro un anno dall'entrata in vigore della legge 228/12 (legge di stabilità).