Unione Artisti UNAMS |
Convertito in legge il DL 104/2013 Comunicato Stampa |
Come mi è capitato più volte di scrivere la cosa che meno amo in assoluto è il mantenimento, per qualsivoglia individuo, di uno stato d'instabilità, poiché esso è umiliante e a mio parere comunque deleterio. E questa del precariato è stata, affrontando la mia esperienza sindacale, una costante del mio impegno poiché da sempre lego il concetto di dignità dell'uomo alla condizione di certezza lavorativa. Infatti, è proprio partendo dal bene della dignità (appannaggio di tutti) che mi servo per poggiare la mia piccola filosofia e poi spenderla per combattere il precariato e convincere anche chi di dovere (dicasi il Parlamento) sugli aspetti deleteri dei lunghi periodi di cosiddetto precariato. Infatti, ho più volte dimostrato come un sistema del genere rappresenti solo un'inutile crudeltà, necessaria e apprezzabile solo a quanti, attraverso appunto una situazione precaria, desiderino portare avanti una gestione di potere assolutamente insopportabile. Di contro, nessuna utilità, dicasi nessuna, va, in presenza di precariato, a ricaduta benefica sul settore interessato. Infatti il precariato non torna utile alle Istituzioni, poiché esse necessitano invece di stabilità per i propri organici; non è utile per gli studenti, anche loro bisognosi di certezze; e nessuna utilità, come ovvio, va ai precari poiché essi, con simile sistema vengono condannati, per anni, a lavorare, in una situazione che li porta fatalmente a spesso perdere una certa libertà di idee e magari ad essere inibiti nel dire ciò che realmente pensano. Purtroppo il precario (e chi dice il contrario mente) è costretto a fare e dire quello che il potente di turno vuole che egli dica e faccia.
Appare pertanto ovvio che, oggi, non posso che essere soddisfatta dell'approvazione di questa legge che, in parte, risponde ai tanti interventi fatti dall'UNAMS (spesso misconosciuti e spesso, come molti parlamentari possono testimoniare, svolti, in primis, con competenza e soprattutto con discrezione e silenzio per non comprometterne, magari, l'esito). Pertanto al termine di questo lavoro ritengo che una legge che stabilizzi finalmente il personale AFAM, dopo tanti anni di sofferenza, sia un notevole passo avanti per le Istituzioni, in quanto, come detto, rende stabilità ai loro organici; e per le persone perché dà loro quella dignità di cui sopra e quella forza morale che consente ad essi, in un momento davvero difficile, di guardare con occhi almeno sereni, al futuro.
Per tutti questi motivi nell'esprimere la mia soddisfazione faccio i migliori auguri a tutti i colleghi della cosiddetta 143, al personale non docente e, contestualmente, faccio un grande augurio anche tutti i precari delle “Graduatorie d'Istituto” per i quali si è riusciti ad ottenere (e con tanta fatica) almeno l'ingresso in una graduatoria nazionale; ovvero ad accedere a quello che rappresenta, per loro, un primo fondamentale passo nella costruzione del proprio futuro percorso di lavoro.
Purtroppo, elencati i lati positivi della legge, esistono altri punti e richieste altrettanto importanti che sono stati invece elusi. A mio modesto giudizio, volendo, il Parlamento poteva intervenire ma non l'ha fatto; e questa mancanza rappresenta, ahimè!, una buona occasione persa. Le motivazioni di queste mancate risposte sono tante e vanno, ad esempio, da una poco attenta formulazione con la quale si è proposto l'emendamento (magari con notevoli costi immediati). A questo proposito mi tocca ripetere ancora una volta come spesso chiedere il meglio significhi il miglior sistema per ottenere il nulla. Infine un gioco inutile, fatto contro ogni logica... e per questo, forse, voluto. Oppure altro motivo di mancata risposta parlamentare può essere intervenuto (come purtroppo pare sia successo) poiché, nella sua libertà, la Commissione parlamentare pare abbia deciso di non accogliere emendamenti che non si riallacciassero direttamente ai temi già presenti negli articoli del DdL in discussione. Ed è stato proprio in nome di questa logica che, nonostante l'impegno speso a tutti i livelli, è saltato l'emendamento necessario per gli studenti (riconoscimento dell'equiparazione del titolo di studio del vecchio ordinamento al diploma accademico di secondo livello anche se conseguito successivamente all'entrata in vigore della legge n. 228/2012 etc...), nonché alcuni provvedimenti altrettanto urgenti ed ineludibili che, ugualmente proposti, non sono stati accolti perché, appunto, fuori DdL madre.
Comunque, il mondo non inizia e non finisce mai... e neppure la speranza. Pertanto invito, da domani, chi ritiene d'avere a cuore i tanti problemi che ancora attanagliano l'AFAM a riprendere la battaglia affinché una pronta discussione del DdL Vezzali e Formisano (e di quant'altri, in Parlamento, vorranno proporre qualcosa) dia alle Istituzioni e all'intero sistema, quelle risolutive risposte (vedi seconda fascia, ISSM etc..) che davvero stanno diventando ineludibili. Accademie e Conservatori hanno bisogno di provvedimenti mirati e positivi nell'ottica della loro importanza nazionale. Questo il Parlamento lo deve capire oppure deve avere il coraggio di affrontare e decidere, una volta per tutte, che l'Italia non ha più bisogno dell'Arte e della formazione artistica.....allora emigreremo tutti! Basta saperlo!
Dora Liguori