Unione Artisti UNAMS |
Risposta a lettera inviata da M° Paolo Troncon (pubblicata in calce) Risposta |
Il Segretario Generale |
Al Presidente della Conferenza dei Direttori dei Conservatori di Musica M° Paolo Troncon |
Gentile Presidente,
ho letto la Sua risposta e come mia consuetudine Le rispondo con la massima franchezza, non essendo l'ipocrisia fra i difetti che mi si possano attribuire; e ciò anche a costo di parere, come Lei dice, astiosa, parlando d'interessi delle Istituzioni e degli studenti.
Pertanto preciso che:
Detto questo, vorrei passare all'argomento principe: “mancata applicazione della riforma e incombente rischio di licealizzazione”. Sempre con la schiettezza di cui sopra e con l'autorità guadagnatami dall'aver fatto una continua battaglia, civile quanto convinta, sull'urgenza di attuare la 508 mantenendone intatti i sacrosanti principi, ci tengo a precisare che non esiste un solo autore della mancata riforma ma tanti autori, poiché in tanti si sono spesi, assicurando a questo non felice progetto politico (cioè di lasciare inattuata la riforma), conforto, acquiescenza e... lasciamo perdere. Pertanto sarebbe onesto che le colpe venissero divise nonché andrebbe riconosciuta una ben amara verità: a parte i soliti avversari, Accademie e Conservatori sono stati massimamente traditi dal di dentro, dicasi dagli opportunisti, i medesimi che, oggi, tentando di capire dove va il vento, sono già all'opera per crearsi una “verginità”.
Per quanto invece attiene alla presupposta licealizzazione, Lei non dovrebbe neppure pronunciarne la parola perché la tanto volutamente bistrattata (dagli incoscienti etc.) legge 508 è ancora in grado, nonostante tutto, di tutelare le Istituzioni da simile incostituzionale progetto ...a meno che a paventarne la possibilità, non ci si mettano proprio i direttori.
In ultimo, essendo sempre disponibile ad accogliere i consigli altrui, per una volta lasci che sia io a darne uno ai direttori e soprattutto a Lei che ne presiede la Conferenza; e lo faccio, mi si creda o meno, con spirito amicale e costruttivo.
Nel mio non facile impegno, per evitare di percorrere vie errate, prima di prendere delle decisioni delicate mi sono sempre rifatta ad una delle massime più valide, e che mi sento appunto di consigliare, ancorché sia stata emessa secoli or sono dai filosofi greci, pare da Confucio e soprattutto da Gesù di Nazareth:
“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”
In parole povere occorrerebbe sempre avere buona memoria di quando, prima di essere direttori “democraticamente eletti”, si è stati docenti e precari. Anche perché il già citato Gesù Cristo, come Le è certamente noto, perse le “elezioni” a favore di Barabba, pur tuttavia la storia ha dato ragione ai Suoi insegnamenti.
Non è facile, ma ogni qualvolta ho avuto la forza di rispettare questa massima, sono riuscita anche ad evitare erronee scelte.
Cordialmente
Prof.ssa Dora Liguori
P.S. A proposito di elezioni democratiche, quando i docenti votano il direttore individuano in esso un collega che sappia dirigere l'Istituzione ma, contestualmente, non lo delegano affatto a rappresentare il loro pensiero a Roma. La conferenza infatti nasce per discutere le varie problematiche di detta conduzione e non certo per esprimere considerazioni e valutazioni politiche. Per le medesime, volendole rappresentare, irreprensibilità imporrebbe che i direttori convocassero prima il proprio collegio dei professori. Senza questo “democratico” passaggio la conferenza di fatto diverrebbe una specie di “miniparlamento”, anzi un “Soviet”, molto poco democratico in quanto organo che decide senza ascoltare il “popolo”!