ISTRUZIONE ARTISTICA

 

 

L’Istruzione Artistica viene regolamentata con il Regio Decreto n. 3123 del 31 dicembre 1923 e con il Regio Decreto n. 200 del 21 maggio 1924; le istituzioni scolastiche che da sempre ne fanno parte sono: Istituti d’Arte, Licei Artistici, Accademie di Belle Arti, Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, Conservatori di Musica, Accademia d’Arte Drammatica e Accademia di Danza.

Gli Istituti d'Arte ed i Licei Artistici sono gli unici in Europa a fornire un tipo di istruzione altamente specializzata in tutti i settori delle arti visive. Si tratta di istituti superiori nei quali l’integrazione tra preparazione storico umanistica e conoscenze tecniche ed artistiche qualificate, supportate da una rigorosa fase di progettazione, devono formare giovani culturalmente ed artisticamente preparati, pronti ad operare con competenza sia nel mondo dell’arte che in quello del lavoro.

Istituti d’Arte e Licei Artistici, da sempre sono considerati le "Cenerentole" della scuola italiana, sono infatti pochissimi (circa 140 I.S.A. e 60 L.I.) ed essendo stati penalizzati fin dalle origini nella loro struttura ed organizzazione, in attesa perenne di una valida riforma, non hanno potuto, se non con varie sperimentazioni, offrire a studenti e genitori una proposta culturale che facesse adeguatamente comprendere l’alto valore formativo delle discipline artistiche e la loro importanza in una nazione come l’Italia ricca del più importante patrimonio artistico del mondo.

Dei 200 istituti di Istruzione Artistica, circa 70 sono attualmente senza un preside di ruolo (l'ultimo concorso ordinario per i presidi è del 1990) e, non essendo più tutelati nella loro specificità, stanno rischiando la "morte per accorpamento"; vengono infatti aggregati ad istituzioni scolastiche di indirizzo totalmente diverso (ad es. Liceo Classico ed Istituto d'Arte come a Lanusei o ad Aqui Terme) ed affidati quindi a presidi provenienti da altra formazione che vivono l'istituto di istruzione artistica come una "palla al piede" della quale liberarsi al più presto, possibilmente per estinzione naturale convincendo gli alunni ad iscriversi all' indirizzo classico.

Con il D.L. n. 59 del 6 marzo 1998, la qualifica dirigenziale ai capi di istituto è stata unificata e non prevede più la distinzione tra istruzione secondaria ed artistica con conseguenze immaginabili: prossimamente i circa 70 istituti di Istruzione Artistica potranno essere diretti da presidi perdenti posto, provenienti da qualsiasi indirizzo.

L' intenzione del Ministro Berlinguer di "smantellare" l' Istruzione Artistica, già manifestatasi con il tentativo di regionalizzare gli Istituti d'Arte, sta continuando quindi in tutta una serie di atti apparentemente insignificanti, ma che nascondono, invece, una strategia che si va sempre più delineando.

Il quadro che si va dunque delineando è di totale dequalificazione dell' Istruzione Artistica in una generale omogeneizzazione dell' istruzione secondaria italiana.

E' necessario quindi attivarsi affinché l'Istruzione Artistica possa continuare a mantenere la propria straordinaria specificità e venga anzi potenziata con l'istituzione dei Licei Musicali, Coreutici e di Arte Drammatica.

Dovrà altresì essere ripristinata la specifica dirigenza non essendo pensabile che tali istituzioni possano essere gestite da dirigenti non competenti del settore; sarebbe come dire che un Conservatorio di musica potrebbe essere diretto da un avvocato o da un architetto (solo per fare due ipotesi) invece che da un musicista. Tutto questo a maggior ragione da quando, con l' applicazione dell' autonomia scolastica, i dirigenti scolastici dovranno rispondere dei risultati ottenuti dalle istituzioni loro affidate e, si spera, si tratterà di risultati culturali e non solamente inerenti ad una burocratica, ottimale gestione del personale.

Roma, 22/4/98