DOCENTI:

La dignità ritrovata

 

Giovedì 17 febbraio la scuola italiana è scesa in piazza o meglio ha invaso viale Trastevere e, per una volta a protestare contro il Ministro della P.I., non erano studenti bensì docenti giunti allo stremo della sopportazione.

A costo di ripetermi voglio ricordare quanto già detto al tavolo della contrattazione, ovvero: qualsivoglia concorso per docenti già di ruolo e con molti anni di cattedra, a parte problemi di costituzionalità e praticabilità, sarebbe risultato un atto lesivo della dignità dei docenti e, pertanto, avrebbe scatenato una, fin troppo, prevedibile e giustissima reazione dei medesimi. Una dignità che forse per lunghi anni era apparsa sopita ma che, a fronte di autentici insulti, ha riacquistato la volontà di gridare violentemente le sue ragioni.

Per questi motivi i docenti della scuola italiana che stoicamente avevano sopportato allucinanti contratti siglati da sindacati che, più che rappresentare e tutelare la categoria, avevano usato lo strumento sindacale quale sistema improprio di controllo e gestione; docenti che avevano subito l’umiliazione di essere i peggio pagati di Europa, con l’aggravante di doversi sottoporre, sempre per via dei sopramenzionati contratti, a costosi corsi di aggiornamento, formazione e quant’altro, corsi utili soprattutto a chi li proponeva; docenti che spesso avevano dovuto operare in strutture fatiscenti e in periferie degradate da un sociale difficile; docenti costretti a rincorrere e subire farraginose iniziative di chi la scuola la conosce solo sulla carta; docenti costretti a fare di tutto meno che ad insegnare come invece essi vorrebbero, per via della costrizione ad assolvere centinaia di compiti spesso lontani e avulsi dalla docenza frontale; docenti che hanno dovuto pazientemente girare l’Italia prima di ottenere una sede soddisfacente; infine, docenti che, nonostante tutto, si sono impegnati e hanno amato la scuola, anche per conto di chi, creando confusioni di vario tipo, intendevano distruggerla o almeno assoggettarla …. Ebbene, questi docenti oggi hanno detto basta. Un basta lungo tutta la penisola, un basta gridato da centinaia di migliaia di docenti, un basta che invoca la fine di un periodo umiliante e chiede l’avvio di una discussione seria sulla scuola italiana poiché, l’Italia non può rinunciare ad un piano illuminato di politica che recepisca anche i legittimi desideri di quei docenti ai quali lo Stato ha affidato il primario compito di formare la società del domani.

Il segretario Generale

DORA LIGUORI