IL FUTURO DELLISTRUZIONE ARTISTICA NEL RIORDINO DEI CICLI
Il 30 novembre 1999 si è tenuto a Roma un Seminario di Studi su "Il futuro dellIstruzione Artistica nel riordino dei cicli", organizzato dallAssociazione Musicale "G. Carissimi" e dallUNAMS, del quale sono in preparazione gli atti.
Il seminario era finalizzato a fare il punto della situazione ed, effettivamente, il punto è stato fatto. Si tratta di un "punto" estremamente preoccupante: lIstruzione Artistica sta attraversando questo momento di riforme, atteso da tanti anni e che avrebbe dovuto suscitare entusiasmi, con una estrema preoccupazione, perché, prima ancora dell approvazione definitiva della legge sul riordino dei cicli, il dimensionamento scolastico e lunificazione della dirigenza, stanno portando in tutta lItalia a situazioni assolutamente imprevedibili solo pochi anni fa e si tratta di situazioni molto spesso devastanti rispetto allassetto dellIstruzione Artistica sul territorio.
LIstruzione Artistica è rappresentata da meno di 200 istituzioni (circa 140 I.S.A., 50 L.A.S e 5 I.R.A in Sicilia) e questo la pone, per ovvii motivi in una situazione di fragilità, infatti sta rischiando di rimanere schiacciata dalle logiche dei grandi numeri; dalla prima fase di razionalizzazione iniziata tre anni fa, è già possibile evidenziare alcuni dati importanti: Istituti dArte unici in Italia e nel mondo per la loro specificità, dopo il dimensionamento con licei di indirizzo totalmente diverso, stanno rischiando di sparire dal panorama scolastico; è il caso di Volterra, Deruta, Cagli, Palmi ed altri. LI.S.A. di Volterra, ad esempio, unico sul territorio nazionale per lArte dellAlabastro, è stato aggregato ad un Liceo Classico e nel giro di un anno ha già perso circa settanta alunni dei suoi già pochi duecentosettanta; lo stesso si può dire degli I.S.A. di Acqui Terme (AL) e Lanusei (NU), che aggregati tre anni fa ad altrettanti Licei Classici e privati della loro autonomia amministrativa, stanno sopravvivendo a stento.
Una delle concause di tutto questo è la dirigenza scolastica unificata, prevista dalla L.59/97 e legata allesigua presenza di presidi di ruolo nellIstruzione Artistica (lultimo concorso specifico è stato bandito nel 1989); infatti i presidi titolari sono circa il trenta per cento, mentre tutti gli altri sono docenti incaricati e, quindi, "non fanno testo" e non hanno la forza di sostenere una trattativa a livello locale quando questa li vede contrapposti a presidi di ruolo in altri indirizzi, che hanno bisogno anche delle loro scuole sottodimensionate (pur se uniche) per raggiungere il numero di alunni necessario allottenimento dellautonomia. Emblematico è il caso dellIstituto dArte di Palmi (RC), uno dei più importanti del Sud Italia che, con più di 600 alunni - circa 400 nella sede centrale e 200 nella sede staccata di Cittanova - aveva i numeri necessari al conseguimento dellautonomia, non avendo, però, un preside titolare è stato "smembrato" per permettere la "sistemazione" di due presidi in bilico per lottenimento della dirigenza: la sede centrale è stata dimensionata con un Istituto Magistrale e la sede staccata con un Liceo Scientifico. Ai posteri lardua sentenza!
Altro grave rischio è legato alla particolare specificità degli Istituti dArte; questi, infatti, per la presenza dei laboratori e di particolari lavorazioni, sono difficilmente omologabili agli altri licei e, quindi, "difficili" da inserire nel liceo unico previsto nel riordino dei cicli.
Il tentativo di regionalizzazione del febbraio 1998 proposto in uno dei decreti legislativi legati alla L. 59/97 Bassanini e sventato dalla pronta sollevazione dellUNAMS e di tutto il personale degli I.S.A. e I.R.A. italiani, era finalizzato proprio a questo: a "togliere di mezzo" lanomalia che intralcia il regolare cammino della riforma. La nostra vittoria di quel momento, ha rimesso, dunque, in campo gli Istituti dArte con tutte le loro potenzialità ma, anche, con tutte le loro difficoltà di gestione e di organizzazione,
Come si inseriranno gli Istituti dArte e i Licei Artistici nel riordino dei cicli? La voce che gira su un nuovo tentativo di regionalizzazione è vera? A queste precise domande, poste durante il Seminario di Studi al Dott. Sergio Scala, Capo dellIspettorato Istruzione Artistica, non è stata data risposta!
Mariagrazia Dardanelli