PRECARI: le immissioni in ruolo rinviate al prossimo anno

Comunicato Stampa

Rif. 025/S
18-07-02

Dopo un lungo balletto di cifre e di indiscrezioni, la montagna, per questa volta, non ha partorito nemmeno il topolino.

A fronte di circa 100 mila posti vacanti, di oltre 21 mila pensionamenti il governo ha scelto di rinviare, nei fatti, le immissioni in ruolo al prossimo anno scolastico 2003/04.

Problemi di bilancio. Questa almeno la giustificazione ufficiale. A noi non pare credibile. I supplenti annuali, che in ogni caso bisogna nominare sui posti liberi, percepiscono lo stesso stipendio del personale a tempo indeterminato di prima nomina. Si tratta allora solo di un altro capitolo del bilancio dello Stato, ma non di una diminuzione di spesa. Quindi solo un artifizio contabile per restare nei parametri imposti dall’UE.

Per gli inclusi nelle graduatorie permanenti, e sempre che il Decreto di determinazione dei posti per le nomine a tempo indeterminato si faccia anche dopo il 31 luglio, si tratterà solo di un differimento al 1° settembre del 2003. Presteranno comunque servizio a tempo determinato.

Per gli inclusi nelle graduatorie dei concorsi del 2000/01 si tratta di una vera e propria beffa.

Questo personale avrà la nomina giuridica dal 1° settembre di quest’anno, ma la effettiva assunzione in servizio da settembre 2003. Nel frattempo un supplente forse anche non abilitato sarà al loro posto. Tutto ciò avrà anche inevitabili ricadute sulla qualità della formazione.

Eppure le graduatorie dei concorsi degli insegnanti hanno validità triennale (salvo proroga) per tutti i posti che si "renderanno liberi e disponibili nel triennio".

Abbiamo dato incarico al nostro ufficio legale di valutare la possibilità di proporre azione giudiziaria.

Ci auguriamo che questo atto grave, che lede le aspettative, le speranze, i legittimi interessi di tanti giovani che hanno lavorato duro per superare un concorso, di tanti, anche meno giovani, che da anni stanno nell’anticamera della scuola come precari inseguendo il sogno della stabilità, al di là del paravento del bilancio, non sia originato da altre scelte di politica scolastica.

Il personale precario e flessibile e reversibile. Si può usare quando è necessario, disfarsene quando non serve più. Le rigidità sono d’impaccio se si pensa ad un sistema formativo pubblico più leggero e caso mai integrato da un "privato che svolge funzioni pubbliche".

A pensar male si fa peccato, lo sappiamo. Noi speriamo, questa volta, di fare peccato.

Liguori:

Ci auguriamo che alla fine il buon senso prevalga e che questo ministro possa privilegiare l’aspetto umano e la qualità della scuola pubblica.