Organici negli I.S.A.: documenti elaborati dal consiglio e dal collegio dell'Istituto d'Arte di Urbino Comunicato stampa |
Rif. 030/S |
Riceviamo e divulghiamo il Documento trasmesso dal Consiglio dIstituto e dal collegio dei docenti dellistituto dArte di Urbino votato allunanimità da tutti i suoi componenti.
Il documento evidenzia la grave preoccupazione in conseguenza alle disposizioni sulla formulazione degli Organici per la.s. 2003-04 impartite dalla Direzione Generale dellufficio scolastico della regione Marche, in cui, in particolare si vieta il mantenimento dellorganico funzionale, la possibilità di articolare le prime classi per sezioni, la paventante perdita di un assetto specifico per listruzione artistica, e pertanto chiede il mantenimento della normativa pregressa vigente negli istituti dArte.
Come U.N.A.M.S., in tal senso ci stiamo attivando affinché tale richiesta, vitale per il mantenimento delle scuole artistiche (licei e istituti darte), venga mantenuta ancora in vigore.
Si allegano i Documenti del Consiglio e del collegio dellIstituto dArte di Urbino.
ISTITUTO STATALE DARTE SCUOLA DEL LIBRO URBINO
IL CONSIGLIO DISTITUTO
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Al MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA RICERCA
Ufficio VII - R O M A
AllUFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LE MARCHE
A N C O N A
Al CENTRO SERVIZI AMMINISTRATIVI
P E S A R O
e p.c. ASSESSORE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE
REGIONE MARCHE A N C O N A
AllASSESSORE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PROVINCIA DI PESARO E URBINO P E S A R O
Al SINDACO DEL COMUNE DI URBINO
U R B I N O
Alla R.S.U. D ISTITUTO S E D E
Il Consiglio di Istituto dellIstituto Statale dArte di Urbino, ha preso in esame le disposizioni impartite dallUfficio Scolastico Regionale per le Marche Direzione Generale - relativamente agli organici del personale docente per lanno scolastico 2003/2004 ed esprime grave preoccupazione relativamente ai seguenti punti:
La disattivazione dellorganico funzionale comporta un grave impoverimento della progettualità della scuola impegnata in una sperimentazione ministeriale che, in tal modo, rischia di perdere di significato e di validità determinando un calo di qualità del servizio erogato agli studenti ai quali allatto delliscrizione sono stati garantiti alcuni standard di funzionamento che saranno, in mancanza di risorse adeguate, ovviamente disattesi .
b) Divieto di articolare le classi in gruppi di indirizzo
La peculiarità degli istituti darte, in questi anni è stata innanzitutto caratterizzata dallattività dei laboratori, alcuni dei quali costituiscono il vanto delle cosiddette arti minori in Italia che tanto spazio hanno, ed hanno avuto, nella tradizione economica e culturale del nostro paese.
Queste arti, come quella del libro che ci riguarda da vicino, non possono, anzi non debbono contare sui grandi numeri perché la loro specificità, e spesso la loro unicità, costituiscono già di per se stesse un grande valore.
Tecniche antiche, come quelle della composizione tipografica a caratteri mobili o quelle dellincisione o quelle delle legature darte
che a tuttoggi si eseguono con grande perizia e maestria nel nostro istituto, sapientemente tramandate da maestro a maestro costituiscono un grande patrimoni di esperienza e di cultura che, con le nuove disposizioni sugli organici e, temiamo, con il nuovo sistema di istruzione e formazione, rischiano di andare perdute per sempre.
Per risparmiare una manciata di posti in organico oggi, si finisce col disperdere un valore sapientemente custodito per anni e, quella che potrebbe apparire una economia, trasformarsi in un grave danno per il mondo economico e produttivo. Il nostro paese, da sempre, si è caratterizzato non per la produzione industriale su grande scala ma per la capacità di trasformare le materie prime, spesso importate, in oggetti di alto valore estetico, attraverso il potenziale aggiunto della creatività e del gusto tipicamente italiani dei quali andiamo giustamente fieri nel mondo.
Anche gli istituti darte, hanno contribuito a questo processo e all affermazione del made in italy educando la mano e la mente di tanti allievi in quei laboratori che per essere tali hanno bisogno di numeri necessariamente ridotti.
c) Riforma del sistema nazionale di istruzione
Se le indicazioni sugli organici finora pervenute prefigurassero lassetto dellistruzione artistica previsto dalla riforma, la perdita dellidentità dei laboratori, caratterizzata appunto dal basso numero degli alunni previsti, non farebbe che confermare la preoccupazione di vedere trasformati gli istituti darte in licei in cui la dimensione della manualità sarebbe drasticamente ridimensionata a scapito di una formazione puramente intellettuale.
Riteniamo infatti che la tipicità degli istituti darte sia costituita dalla capacità progettuale che si innesta, con un circolo virtuoso ,sullesperienza manuale dei laboratori. Nel percorso formativo scolastico scindere il processo ideativo da quello esecutivo è profondamente diseducativo ed antididattico. Diseducativo perché idealmente prefigura una società suddivisa in chi pensa e chi esegue, antididattico perché la creatività e la ricerca di soluzioni progettuali adeguate passa anche, e soprattutto, attraverso luso dei materiali e la conoscenza rigorosa delle tecniche che possono essere innovate nei processi di sperimentazione e ricerca solo se compiutamente conosciute e dominate.
Se le regioni dovranno farsi carico della formazione professionale, anche artistica, potremmo perdere percorsi formativi che vantano decenni di sapiente, magistrale e collaudata esperienza e questo, nella cosiddetta società della conoscenza sarebbe un prezzo da pagare molto più alto del misero risparmio di qualche posto in organico.
Il Consiglio dIstituto per le motivazioni sopraesposte, allunanimità, chiede:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri: On. Silvio Berlusconi Al Ministro dell Istruzione, Università e Ricerca: On. Letizia Moratti Al Direttore Generale Direzione regionale Marche: Dott. Michele De Gregorio Al Presidente della Giunta Regionale Marche: Dott. Vito DAmbrosio Al Presidente del Consiglio Regionale Marche Luigi Minardi AllAssessore alla Pubblica Istruzione Regione Marche: Marcello Secchiamoli Al presidente della Commissione Pubblica Istruzione Regione Marche Ai Capogruppo Consiliari Regione Marche Carlo Ciccioli Cesare Procaccini Fausto Franceschetti Stefania Benfatti Marco Lucchetti Lidio Rocchi Marco Moruzzi Francesco Massi Luigi Viventi Roberto Giannotti Vito DAmbrosio Marco Amagliani Giuseppe Ricci Al Dirigente del Centro Servizi Amministrativi Provincia di Pesaro: Dott.ssa Maria L. Gaudiano Al Presidente della Giunta di Pesaro Urbino: Sen. Palmiro Ucchielli Al Presidente del Consiglio Provinciale: Martino Panico AllAssessore alla Pubblica Istruzione Provincia Pesaro Urbino Roberto Borgiani Ai Capogruppo Consiliari Provincia Pesaro Urbino Londei Giorgio Cangiotti Franco Mari Claudio Salvatori Tonino Colucci Gianfranco Bravi Settimio Olivieri Graziano Ottavini Gilberto Mangani Alessio Al Sindaco del Comune di Pesaro: Oriano Giovannelli Al Sindaco del Comune di Urbino Massimo Galuzzi Al Sindaco del Comune Di Fano Cesare Carnaroli Al Sindaco del Comune di Cagli Domenico Papi Agli onorevoli Eletti nella Provincia di Pesaro Alle Organizzazioni Sindacali Agli Organi di stampa Agli Istituti Statali dArte |
Il presente documento è stato elaborato collegialmente dai docenti dellIstituto Statale dArte Scuola del libro di Urbino, riuniti in Assemblea Sindacale convocata dalla R.S.U., e successivamente fatto proprio allunanimità dal Collegio Docenti del 10/03/03 .
È stata analizzata la Circolare emanata dallUfficio Scolastico Regionale delle Marche - Direzione Generale datata 05/03/03 e resa applicativa dal C.S.A. di Pesaro - Urbino in data 04/03/03 relativa alla determinazione degli organici e la formazione delle classi per lanno scolastico 2003/2004, che elimina la possibilità per gli istituti darte di articolare le classi in diversi indirizzi. Ciò oltre a ridurre notevolmente il numero delle classi, di fatto determina un grave impoverimento dellofferta formativa e la disattivazione di corsi di studio dellistruzione artistica che sono profondamente connessi alla storia del nostro territorio.
Si è rilevata la incostituzionalità di un provvedimento che lede profondamente la libertà di scelta dellindividuo relativamente allesercizio del diritto allo studio. Ciò è ancora più grave in quanto si interviene indiscriminatamente senza tener conto delle diverse realtà territoriali e quindi negando di fatto il diritto allo studio in quelle più svantaggiate e senza neppure porsi il problema di salvaguardare quelle nicchie di qualità storica, artistica e culturale che non possono contare sui grandi numeri, ma hanno sempre costituito il punto di forza e di orgoglio della scuola italiana.