Comunicato UNAMS Educazione Musicale e Strumento Comunicato stampa |
Rif. 024/S |
L'UNAMS chiede urgente incontro al Ministro Fioroni per dirimere, una volta per tutte, la scelta che il Governo intende fare sul problema volutamente creatosi in questi anni tra docenti di ed. musicale e docenti di strumento musicale. La scelta che deve essere fatta è soprattutto una scelta di ordine culturale poiché le scelte operate in questi anni sono state tutte in controtendenza con la legge 124/99 e 508/99. Infatti la legge 124 nel creare la classe di concorso di strumento intendeva collegarsi con quanto veniva inserito nella legge di riforma 508/99, in discussione nello stesso periodo in Parlamento e poi approvata alcuni mesi dopo all'unanimità. La legge 124 infatti con il creare la classe di concorso apposita per lo strumento musicale, voleva chiaramente costituire la base di formazione professionale degli studi musicali (medie a indirizzo e licei a indirizzo musicale) studi da proseguire poi, al più alto livello nei conservatori. La commistione invece operata e voluta negli anni, fra le due classi di concorso ha vanificato lo spirito e le finalità espresse dalle due citate leggi creando con ciò una pericolosa vacanza dello Stato nel segmento professionale inferiore degli studi. Va rammentato che l'educazione musicale è una materia di formazione culturale collettiva importantissima mentre lo strumento musicale, altrettanto importante, è l'apprendimento frontale tecnico-manuale appunto sullo strumento.
Purtroppo le logiche di alcuni sindacati sono intervenute nel senso deleterio della commistione per ottenere due precisi obiettivi:
Più volte sollecitato dall'UNAMS il passato Governo ha eluso il problema creando disagio e confusione nel settore ed oggi, per porre una parola definitiva, l'UNAMS reitera una richiesta d'incontro all'attuale Ministro della Pubblica Istruzione affinché proceda ad una scelta definitiva e chiara. Infatti il Ministro deve essere consapevole che ove accolga le attuali proposte confederali persegue un piano che culturalmente e definitivamente pone l'Italia fuori da quanto invece sulla formazione musicale già avviene in tutta Europa.
In tutta questa inutile battaglia sindacale a pagare, purtroppo saranno oltre ai docenti di strumento sempre più dimezzati, i tantissimi giovani che intendono avviarsi allo studio della musica che come tutti sanno è un “apprendimento necessariamente precoce” e le famiglie costrette dall'assenza nel “pubblico” di questa importante disciplina a far studiare lo strumento ai propri figli, professionalmente e seriamente, presso salatissime scuole private. Se questa è l'intenzione dei sindacati, ogni commento del cittadino risulta superfluo.