Decreto Interministeriale 1 febbraio 2001,
n. 44
(in SO n. 49 alla GU 9 marzo 2001, n. 57)
Regolamento concernente le
"Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche"
Regolamento concernente le
«Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni
scolastiche»
VISTO l'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 e, in particolare, i commi 1, 5 e 14;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n.233;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, concernente il regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
VISTO il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, come integrato dal decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59;
VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297;
VISTO il regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440 e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il regio decreto 23 maggio 1924, n. 827 e successive modificazioni e integrazioni;
VISTA la legge 25 giugno 1999, n. 208, in particolare l'articolo 1, comma 3;
VISTA la legge 3 aprile 1997, n.94;
VISTA la legge 5 agosto 1978, n. 468 e successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279;
VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n.286;
UDITO il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione reso in data 5 ottobre 2000;
UDITO il parere del Consiglio di Stato, reso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 23 ottobre 2000;
VISTA la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, inviata a norma del comma 3 dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n.400, con nota n. 9746 del 2 novembre 2000;
1. Il presente decreto detta le istruzioni generali sulla gestione
amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche cui è stata attribuita
personalità giuridica ed autonomia a norma dell'articolo 21 della legge 15
marzo 1997, n. 59, e del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998,
n. 233.
2. Le risorse assegnate dallo Stato, costituenti la dotazione finanziaria di
istituto sono utilizzate, a norma dell'articolo 21, comma 5, della legge n. 59
del 1997 e dell'articolo 6, comma 3 del decreto del Presidente della Repubblica
n. 233 del 1998, senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario per
lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento
proprie dell'istituzione interessata, come previste ed organizzate nel piano
dell'offerta formativa (P.O.F.), nel rispetto delle competenze attribuite o
delegate alle regioni e agli enti locali dalla normativa vigente. Le istituzioni
scolastiche provvedono altresì all'autonoma allocazione delle risorse
finanziarie derivanti da entrate proprie o da altri finanziamenti dello Stato,
delle regioni, di enti locali o di altri enti, pubblici e privati, sempre che
tali finanziamenti non siano vincolati a specifiche destinazioni.
1. L'esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre;
dopo tale termine non possono essere effettuati accertamenti di entrate ed
impegni di spesa in conto dell'esercizio scaduto.
2. La gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche si esprime in termini
di competenza ed è improntata a criteri di efficacia, efficienza ed economicità
e si conforma ai principi della trasparenza, annualità, universalità, integrità,
unità, veridicità. E' vietata la gestione di fondi al di fuori del programma
annuale fatte salve le previsioni di cui all'articolo 20 e all'articolo 21.
3. L'attività finanziaria delle istituzioni scolastiche si svolge sulla base di
un unico documento contabile annuale - di seguito denominato programma -
predisposto dal dirigente scolastico - di seguito denominato dirigente - e
proposto dalla Giunta esecutiva con apposita relazione e con il parere di
regolarità contabile del Collegio dei revisori, entro il 31 ottobre, al
Consiglio d'istituto o di circolo, di seguito denominati Consiglio di
istituto. La relativa delibera è adottata dal Consiglio d'istituto entro il
15 dicembre dell'anno precedente quello di riferimento, anche nel caso di
mancata acquisizione del predetto parere del collegio dei revisori dei conti
entro i cinque giorni antecedenti la data fissata per la deliberazione stessa.
4. Nella relazione sono illustrati gli obiettivi da realizzare e la destinazione
delle risorse in coerenza con le previsioni del piano dell'offerta formativa (P.O.F.)
e sono sinteticamente illustrati i risultati della gestione in corso alla data
di presentazione del programma, rilevati dalle schede di cui al comma 6, e
quelli del precedente esercizio finanziario.
5. Nel programma sono indicate tutte le entrate, aggregate secondo la loro
provenienza nonché gli stanziamenti di spesa aggregati per le esigenze del
funzionamento amministrativo e didattico generale, per i compensi spettanti al
personale dipendente per effetto di norme contrattuali e/o di disposizioni di
legge, per le spese di investimento e per i singoli progetti da realizzare. Le
spese non possono superare, nel loro complessivo importo, le entrate. Nel caso
in cui in istituti di istruzioni secondaria superiore funzionino, unitamente ad
altri corsi di studio di istruzione secondaria superiore, corsi di studio che
richiedano beni strumentali, laboratori ed officine d'alto valore artistico o
tecnologico, le maggiori risorse per il raggiungimento degli obiettivi di tali
corsi, purché coerenti con il piano dell'offerta formativa (P.O.F.),
confluiscono in uno specifico progetto.
6. Ad ogni singolo progetto compreso nel programma e predisposto dal dirigente
per l'attuazione del piano dell'offerta formativa (P.O.F.), è allegata una
scheda illustrativa finanziaria, redatta dal direttore dei servizi generali e
amministrativi, di seguito denominato direttore, nella quale sono
riportati l'arco temporale in cui l'iniziativa deve essere realizzata, nonché i
beni e i servizi da acquistare. Per ogni progetto, annuale o pluriennale, deve
essere indicata la fonte di finanziamento, la spesa complessiva prevista per la
sua realizzazione e le quote di spesa attribuite a ciascun anno finanziario,
fatta salva la possibilità di rimodulare queste ultime in relazione
all'andamento attuativo del progetto, mediante il riporto nella competenza
dell'esercizio successivo delle somme non impegnate al 31 dicembre
dell'esercizio di riferimento, anche prima dell'approvazione del conto
consuntivo.
7. Ai fini della tempestiva elaborazione del programma l'ufficio scolastico
regionale provvede a comunicare alle istituzioni scolastiche, anche sulla base
dei finanziamenti assegnati per i precedenti esercizi, una dotazione certa di
risorse finanziarie, fatte salve le eventuali integrazioni conseguenti
all'approvazione della legge di bilancio dello Stato.
8. L'approvazione del programma comporta autorizzazione all'accertamento delle
entrate ed all'assunzione degli impegni delle spese ivi previste. Le entrate
accertate ma non riscosse durante l'esercizio e le spese impegnate e non pagate
entro la fine dell'esercizio costituiscono, rispettivamente, residui attivi e
passivi.
9. Il programma è affisso all'albo dell'istituzione scolastica entro quindici
giorni dall'approvazione ed inserito, ove possibile, nell'apposito sito WEB
dell'istituzione medesima.
1. Nel programma, è iscritto, come prima posta di entrata, l'avanzo di
amministrazione presunto al 31 dicembre dell'esercizio che precede quello di
riferimento.
2. Al programma è allegata una tabella dimostrativa del predetto avanzo di
amministrazione.
3. In apposito prospetto sono indicati i singoli stanziamenti di spesa correlati
all'utilizzazione del presunto avanzo di amministrazione. Detti stanziamenti
possono essere impegnati solo dopo la realizzazione dell'effettiva disponibilità
finanziaria e nei limiti dell'avanzo effettivamente realizzato.
1. Nel programma deve essere iscritto, tra le spese, un fondo di riserva, da
determinarsi in misura non superiore al 5 per cento della dotazione finanziaria
ordinaria.
2. Il fondo di riserva può essere utilizzato esclusivamente per aumentare gli
stanziamenti la cui entità si dimostri insufficiente, per spese impreviste e
per eventuali maggiori spese, conformemente a quanto previsto dall'articolo 7,
comma 3.
3. Non è consentita l'emissione di mandati di pagamento a valere sul fondo di
riserva.
4. I prelievi dal fondo di riserva sono disposti con provvedimento del
dirigente, salva ratifica del Consiglio d'istituto per la conseguente modifica
del programma, da adottare entro i successivi 30 giorni.
1. Le partite di giro comprendono sia le entrate che le spese che si effettuano per conto di terzi le quali, costituendo al tempo stesso un debito ed un credito per l'istituzione scolastica, non incidono sulle risultanze economiche del bilancio, sia la dotazione del fondo di cui all'articolo 17.
1. Il consiglio d'istituto verifica, entro il 30 giugno, le disponibilità
finanziarie dell'istituto nonché lo stato di attuazione del programma, al fine
delle modifiche che si rendano necessarie, sulla base di apposito documento
predisposto dal dirigente.
2.Il Consiglio, altresì, con deliberazione motivata, su proposta della giunta
esecutiva o del dirigente, può apportare modifiche parziali al programma in
relazione anche all'andamento del funzionamento amministrativo e didattico
generale ed a quello attuativo dei singoli progetti.
3. Sono vietati gli storni nella gestione dei residui nonché tra gestione dei
residui e quella di competenza e viceversa.
4. Le variazioni del programma, di entrata e di spesa, conseguenti ad entrate
finalizzate, e gli storni, conseguenti a delibere del Consiglio di istituto,
possono essere disposte con decreto del dirigente, da trasmettere per conoscenza
al Consiglio di istituto.
5. Durante l'ultimo mese dell'esercizio finanziario non possono essere apportate
variazioni al programma, salvo casi eccezionali da motivare.
6. Il direttore, al fine di rendere possibili le verifiche di cui al comma 1,
predispone apposita relazione sulle entrate accertate e sulla consistenza degli
impegni assunti, nonché dei pagamenti eseguiti.
1. Spetta al dirigente la realizzazione del programma nell'esercizio dei
compiti e della responsabilità di gestione di cui all'articolo 25-bis del
decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, come integrato dal decreto
legislativo 6 marzo 1998, n. 59, secondo le modalità ivi indicate.
2. Il dirigente, sulla base delle codifiche stabilite nella modulistica di cui
all'articolo 30, imputa le spese al funzionamento amministrativo e didattico
generale, ai compensi spettanti al personale dipendente per effetto di norme
contrattuali e/o di disposizioni di legge, alle spese di investimento ed ai
progetti, nei limiti della rispettiva dotazione finanziaria stabilita nel
programma annuale e delle disponibilità riferite ai singoli progetti. A tal
fine, le schede di cui all'articolo 2, comma 6, sono costantemente aggiornate a
cura del direttore, con riferimento alle spese sostenute.
3. Nel caso in cui la realizzazione di un progetto richieda l'impiego di risorse
eccedenti la relativa dotazione finanziaria, il dirigente può ordinare la spesa
eccedente, nel limite massimo del 10% della dotazione originaria del progetto,
mediante l'utilizzo del fondo di riserva, ai sensi dell'articolo 4.
1. Nei casi in cui il programma annuale non sia stato approvato dal Consiglio di istituto prima dell'inizio dell'esercizio cui lo stesso si riferisce, il dirigente provvede alla gestione provvisoria nel limite di un dodicesimo, per ciascun mese, degli stanziamenti di spesa definitivi del programma relativo al precedente esercizio, per la prosecuzione dei progetti già approvati e per il funzionamento didattico e amministrativo generale. Qualora il programma non sia stato approvato entro 45 giorni dall'inizio dell'esercizio, il dirigente ne dà immediata comunicazione all'Ufficio scolastico regionale, cui è demandato il compito di nominare, entro i successivi 15 giorni, un commissario ad acta che provvede al predetto adempimento entro il termine prestabilito nell'atto di nomina.
1. Le entrate sono riscosse dall'istituto che gestisce il servizio di cassa a
norma dell'articolo 16, previa emissione di reversali d'incasso da parte
dell'istituzione scolastica.
2. L'istituto cassiere, conformemente a quanto previsto nella convenzione di cui
all'articolo 16, non può rifiutare la riscossione di somme destinate
all'istituzione scolastica, ancorché non siano state emesse le relative
reversali, salvo a richiedere, subito dopo la riscossione, la regolarizzazione
contabile all'istituzione scolastica.
3. La riscossione delle rette, delle tasse, dei contributi e dei depositi di
qualsiasi natura poste a carico degli alunni è effettuata anche mediante il
servizio dei conti correnti postali.
4. Le somme versate sul conto corrente postale sono trasferite, con frequenza
non superiore al trimestre, sul conto corrente bancario presso l'istituto
cassiere. Sul predetto conto corrente postale non possono essere ordinati
pagamenti.
1. Le reversali sono firmate dal dirigente e dal direttore. Il loro contenuto
è il seguente:
a) l'ordine rivolto all'istituto cassiere di incassare una certa somma di
denaro;
b) il numero progressivo, l'esercizio finanziario e la data di emissione;
l'importo in cifre e lettere della somma da riscuotere e la sua provenienza
contraddistinta da apposito codice; la causale della riscossione; il nome ed il
cognome o la denominazione del debitore.
1. Formano impegni sugli stanziamenti di competenza le sole somme dovute
dall'istituzione scolastica a seguito di obbligazioni giuridicamente
perfezionate. Gli impegni assunti possono riferirsi soltanto all'esercizio in
corso; essi non possono eccedere lo stanziamento dello specifico aggregato.
2. Per le spese correnti e per quelle connesse ai progetti di cui all'articolo
2, comma 6, possono essere assunti impegni a carico dell'esercizio successivo
ove ciò sia indispensabile per assicurare la continuità dei servizi e
dell'esecuzione dei progetti.
3. L'impegno delle spese è assunto dal dirigente.
4. La liquidazione della spesa, consistente nella determinazione dell'esatto
importo dovuto e del soggetto creditore, è effettuata dal direttore, previo
accertamento, nel caso di acquisto di beni e servizi o di esecuzione di lavori,
della regolarità della relativa fornitura o esecuzione, sulla base dei titoli e
dei documenti giustificativi comprovanti il diritto dei creditori.
5. I pagamenti sono ordinati mediante mandati tratti sull'istituto cassiere o
effettuati a mezzo della carta di credito, con immediata contabilizzazione.
1. I mandati sono firmati dal dirigente e dal direttore. Il loro contenuto è
il seguente:
a) l'ordine rivolto all'istituto cassiere di pagare una determinata somma di
denaro ad una persona o ente;
b) il numero progressivo e data di emissione, l'importo in cifre e in lettere
della somma da pagare, la causale del pagamento, i dati anagrafici o
identificativi e i dati fiscali del creditore o della persona abilitata a
rilasciare quietanza, il progetto al quale la spesa si riferisce, la codifica
della spesa come prevista nella modulistica di cui all'articolo 30;
c) nel caso in cui riguardi il pagamento delle retribuzioni fondamentali e
accessorie, l'indicazione delle ritenute che su di esse gravano.
2. Ogni mandato di pagamento è sempre corredato dei documenti giustificativi
relativi alla causale. In caso di lavori, forniture e servizi, il mandato è
corredato, altresì, dei documenti comprovanti la regolare esecuzione degli
stessi e delle relative fatture.
3. Sulle fatture riguardanti l'acquisto di beni soggetti ad inventario è
annotata l'avvenuta presa in carico con il numero d'ordine sotto il quale i beni
sono registrati. Ad esse, è, inoltre, allegato il verbale di collaudo redatto a
norma dell'articolo 36.
1. I mandati sono estinti mediante:
a) accreditamento in conto corrente bancario, intestato al creditore;
b) accreditamento o versamento su conto corrente postale, intestato al
creditore;
c) vaglia postale: in tal caso deve essere allegata al titolo la ricevuta di
versamento rilasciata dall'agenzia postale;
d) su richiesta del creditore, mediante pagamento in contanti da parte
dell'istituto cassiere, ovvero con assegno circolare.
2. Le dichiarazioni di accreditamento, che sostituiscono la quietanza del
creditore, devono risultare sul mandato di pagamento da annotazione recante gli
estremi relativi alle operazioni ed il timbro e la firma dell'istituto cassiere.
1. L'utilizzazione della carta di credito, nel limite dell'assegnazione allo
scopo disposta nel programma annuale e con l'osservanza delle vigenti
disposizioni in materia di autorizzazione alla spesa, è consentita, qualora non
sia possibile o conveniente ricorrere alle procedure ordinarie, per l'esecuzione
delle spese relative:
- all'organizzazione di viaggi di istruzione;
- alla rappresentanza dell'istituto scolastico in Italia e all'estero;
- all'organizzazione e partecipazione a seminari e convegni.
2. Titolare della carta di credito è il dirigente, il quale ne può altresì
autorizzare l'uso da parte del direttore o di docenti in servizio presso
l'istituzione scolastica.
3. Per i pagamenti così effettuati, il direttore provvede al riscontro
contabile entro 5 giorni dal ricevimento dei relativi estratti conto.
4. I rapporti con gli istituti di credito o con altri enti emittenti le carte di
credito sono disciplinati con apposita convenzione, da inserirsi eventualmente
nell'atto di affidamento di cui all'articolo 16.
1. Gli originali delle reversali e dei mandati, corredati dei documenti giustificativi, sono conservati e ordinati per progetti e per il funzionamento amministrativo-didattico generale presso l'ufficio di segreteria delle singole istituzioni e conservati agli atti per non meno di dieci anni.
1. Il servizio di cassa e quello di custodia e amministrazione di titoli
pubblici, anche esteri e privati, di proprietà dell'istituzione scolastica, è
affidato ad un unico istituto di credito ovvero ad altri soggetti abilitati per
legge, in essi compresa la Poste italiane S.p.a, mediante apposita
convenzione, stipulata dal dirigente alle migliori condizioni del mercato per
quanto concerne i tassi attivi e passivi e le spese di tenuta conto, comparate,
in caso di sostanziale parità, con altri benefici concessi dal predetto
istituto, sulla base di uno schema tipo predisposto dal Ministero della pubblica
istruzione, d'intesa con il Ministero del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica.
2. L'affidamento del servizio viene effettuato mediante le procedure ad evidenza
pubblica con modalità che rispettino i principi della concorrenza.
3. Resta salva la possibilità di stipulare contratti di gestione finalizzata
delle risorse finanziarie a norma dell'articolo 48.
1. Alle minute spese si provvede col fondo che, a tal fine, viene anticipato,
con apposito mandato in conto di partite di giro, dal dirigente al direttore,
nel limite stabilito dal Consiglio di istituto in sede di approvazione del
programma annuale.
2. Ogni volta che la somma anticipata sia prossima ad esaurirsi, il direttore
presenta le note documentate delle spese sostenute, che sono a lui rimborsate
con mandati emessi a suo favore, imputati al funzionamento amministrativo e
didattico generale e ai progetti. Il rimborso deve comunque essere chiesto e
disposto prima della chiusura dell'esercizio finanziario.
3. Il direttore contabilizza cronologicamente tutte le operazioni di cassa da
lui eseguite nell'apposito registro di cui all'articolo 29, comma, 1, lettera
f).
1. Il conto consuntivo si compone del conto finanziario e del conto del
patrimonio; allo stesso sono allegati:
a) l'elenco dei residui attivi e passivi, con l'indicazione del nome del
debitore o del creditore, della causale del credito o del debito e del loro
ammontare;
b) la situazione amministrativa che dimostri: il fondo di cassa all'inizio
dell'esercizio; le somme riscosse e quelle pagate, tanto in conto competenza
quanto in conto residui; il fondo di cassa alla chiusura dell'esercizio,
l'avanzo o il disavanzo di amministrazione;
c) il prospetto delle spese per il personale e per i contratti d'opera;
d) il rendiconto dei singoli progetti;
e) il rendiconto dell'eventuale azienda agraria o speciale;
f) il rendiconto dell'eventuale convitto annesso.
2. Il conto finanziario, in relazione all'aggregazione delle entrate e delle
spese contenute nel programma di cui all'articolo 2, comma 3, comprende: le
entrate di competenza dell'anno accertate, riscosse o rimaste da riscuotere, e
le spese di competenza dell'anno, impegnate, pagate o rimaste da pagare.
3. Il conto del patrimonio indica la consistenza degli elementi patrimoniali
attivi e passivi all'inizio ed al termine dell'esercizio, e le relative
variazioni, nonché il totale complessivo dei crediti e dei debiti risultanti
alla fine dell'esercizio.
4. Il prospetto delle spese per il personale e per i contratti d'opera,
conseguenti allo svolgimento ed alla realizzazione dei progetti, evidenzia la
consistenza numerica del personale e dei contratti d'opera, l'entità
complessiva della spesa e la sua articolazione, in relazione agli istituti
retributivi vigenti ed ai corrispettivi dovuti.
5. Il conto consuntivo, è predisposto dal direttore entro il 15 marzo ed è
sottoposto dal dirigente all'esame del Collegio dei revisori dei conti,
unitamente ad una dettagliata relazione che illustra l'andamento della gestione
dell'istituzione scolastica e i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi
programmati. Esso, corredato della relazione del collegio dei revisori dei
conti, è sottoposto, entro il 30 aprile, all'approvazione del Consiglio di
istituto.
6. Il conto consuntivo approvato dal Consiglio di istituto in difformità dal
parere espresso dal Collegio dei revisori dei conti, è trasmesso, entro il 15
maggio, all'Ufficio scolastico regionale, corredato di tutti gli allegati, del
programma annuale, con relative variazioni e delibere, nonché di una
dettagliata e motivata relazione, ai fini dell'adozione dei provvedimenti di
competenza.
7. Nel caso in cui il Consiglio di istituto non deliberi sul conto consuntivo
entro 45 giorni dalla sua presentazione, il dirigente ne dà comunicazione al
Collegio dei revisori dei conti e al dirigente dell'Ufficio scolastico
regionale, che nomina un commissario ad acta per il relativo adempimento.
8. Il conto consuntivo, corredato degli allegati e della delibera di
approvazione, è conservato agli atti dell'istituzione scolastica.
9. Tale conto è affisso all'albo dell'istituzione scolastica entro quindici
giorni dall'approvazione ed inserito, ove possibile, nell'apposito sito WEB
dell'istituzione medesima.
1. Le istituzioni scolastiche adottano le misure organizzative necessarie per
la rilevazione e l'analisi dei costi e dei rendimenti dell'attività
amministrativa, collegando le risorse umane, finanziarie e strumentali impiegate
con i risultati conseguiti e le connesse responsabilità dirigenziali.
2. Le rilevazioni e le risultanze delle attività sopra indicate sono utilizzate
dall'istituzione scolastica interessata e dall'Ufficio scolastico regionale.
1. La gestione dell'azienda agraria o speciale annessa all'istituzione
scolastica costituisce una specifica attività del programma annuale, della
quale il programma stesso indica riassuntivamente le entrate, le spese,
comprensive dei costi di cui al comma 3, e le modalità di copertura
dell'eventuale disavanzo.
2. La predetta gestione deve essere condotta secondo criteri di rendimento
economico, di efficacia, efficienza e di economicità, pur soddisfacendo alle
esigenze pratiche e dimostrative con particolare riferimento all'insegnamento di
tecniche della gestione aziendale e della contabilità agraria.
3. La relazione di cui all'articolo 2, comma 3, deve indicare in particolare:
l'indirizzo economico produttivo; gli obiettivi che si intendono perseguire; le
attività didattiche che possono svolgersi con l'utilizzazione delle superfici e
delle risorse umane e strumentali dell'azienda, con i relativi costi; le entrate
e le spese complessive che l'azienda prevede rispettivamente di riscuotere e
sostenere e, qualora non sia possibile prevedere il pareggio, le risorse
finanziarie tratte dagli appositi accantonamenti dell'azienda o dall'eventuale
avanzo di amministrazione, secondo quanto previsto dal comma 8, dell'istituzione
scolastica necessarie per conseguirlo. La dimostrazione delle entrate e delle
spese è resa nella scheda illustrativa finanziaria da predisporre a norma
dell'articolo 2, comma 6.
4. La direzione dell'azienda agraria spetta di norma al dirigente scolastico.
Qualora ricorrano speciali circostanze la direzione dell'azienda può essere
affidata, dal dirigente, ad un docente particolarmente competente, che sottopone
all'approvazione del dirigente stesso le proposte riguardanti l'indirizzo
produttivo e la gestione economica.
5. Al fine di non compromettere il perseguimento dei criteri di gestione di cui
al comma 2 l'attività didattica, che può riferirsi a tutte le attività
produttive dell'azienda, si svolge, di norma, su una superficie limitata
dell'azienda stessa, predeterminata dal dirigente. Gli eventuali utili
rinvenienti dalla predetta attività sono destinati, nell'ordine, alla copertura
dei relativi costi ed al miglioramento ed incremento delle attrezzature
didattiche. Qualora le stesse attività non producano utili, i relativi costi
sono posti a carico del programma dell'istituzione scolastica.
6. Le scritture contabili dell'azienda sono distinte da quelle dell'istituzione
scolastica e sono tenute con il metodo della partita doppia e con i registri e
libri ausiliari che si rendono necessari. In relazione alle dimensioni ed alle
capacità produttive dell'azienda può essere aperto, presso l'istituto di
credito che gestisce il servizio di cassa dell'istituzione scolastica a norma
dell'articolo 16, un distinto conto corrente per il servizio di cassa
dell'azienda.
7. L'utile prodotto dall'azienda, accantonato in un apposito fondo dello stato
patrimoniale, è destinato, prioritariamente, alla copertura di eventuali
perdite di gestione.
8. Ove non sia possibile provvedere a norma del comma 7, la perdita di gestione
può essere coperta, previa delibera del consiglio di istituto, mediante
prelevamento dall'avanzo di amministrazione. Qualora la perdita di gestione sia
dovuta a cause permanenti o non rimuovibili e non sia possibile un
ridimensionamento strutturale dell'azienda, il consiglio di istituto ne dispone
la chiusura, con la destinazione delle necessarie attrezzature alle attività
didattiche.
9. Il rendiconto dell'azienda deve dare la dimostrazione della gestione
finanziaria, nonché dei risultati economici conseguiti nell'anno. Il rendiconto
si compone dello stato patrimoniale e del conto economico. Al rendiconto
dell'azienda agraria sono allegati: a) un prospetto del movimento nella
consistenza del bestiame; b) un prospetto riassuntivo del movimento delle
derrate e scorte di magazzino; c) una relazione illustrativa del responsabile
dell'azienda sui risultati conseguiti. Al rendiconto dell'azienda speciale sono
allegati la relazione illustrativa di cui alla lettera c) del precedente periodo
ed un prospetto sulla consistenza dei prodotti finiti ed in corso di
lavorazione.
10. Alle aziende agrarie si applica il regime fiscale previsto per i produttori
agricoli che svolgono le attività di cui all'articolo 2135 del Codice civile,
salvo che non sia diversamente disposto.
1. Le istituzioni scolastiche, organizzate per la vendita di beni o servizi a
favore di terzi, di cui all'articolo 33, comma 2, lettera e), prevedono
espressamente, nel programma annuale, uno specifico progetto la cui scheda
finanziaria indica le voci che compongono le entrate e le spese, per il quale la
relazione di cui all'articolo 2, comma 4, deve indicare i criteri di
amministrazione e le modalità della gestione, che deve essere improntata al
rispetto del principio di cui all'articolo 2, comma 5, secondo periodo.
2. Le predette attività e servizi sono oggetto di contabilità separata da
quella dell'istituzione scolastica. Nella scheda finanziaria deve essere
prevista, a favore dell'istituzione scolastica, una quota di spese generali, di
ammortamento e deperimento delle attrezzature, nonché l'eventuale eccedenza di
entrate, rispetto alle spese, che costituisce incremento dell'avanzo di
amministrazione dell'istituzione scolastica. I relativi movimenti finanziari
sono rilevati, nella contabilità della medesima istituzione, in specifiche voci
di entrata e di spesa classificate attività per conto terzi.
3. Qualora i proventi non coprano tutti i costi previsti il consiglio di
istituto dispone l'immediata cessazione della vendita di beni e delle attività
a favore di terzi.
4. Per le attività previste dal presente articolo, sono dovuti i tributi nella
misura e con le modalità previste dall'ordinamento tributario.
1. La gestione delle attività convittuali costituisce specifico progetto del
programma annuale da realizzare, di norma, con le entrate ad esso finalizzate.
Il programma annuale è corredato da una scheda finanziaria illustrativa delle
varie entrate e spese relative al funzionamento delle attività.
2. La gestione delle attività convittuali è improntata al principio della
economicità e dell'utilizzo ottimale delle strutture, al fine di ridurre i
costi a carico dei convittori.
3. In caso di squilibri finanziari della gestione dell'attività convittuale che
persistano per più di tre esercizi finanziari, l'istituzione scolastica, previa
consultazione con l'ente locale di riferimento e con delibera del consiglio
d'istituto, dispone la cessazione dell'attività, destinando le strutture ad un
utilizzo economico produttivo.
4. Al fine della gestione ottimale delle strutture e di una maggiore
valorizzazione delle risorse professionali, fatto salvo il normale funzionamento
delle attività istituzionali, l'istituzione può svolgere attività e servizi a
favore di terzi con le modalità ed i limiti previsti dall'articolo 21. Gli
utili di gestione sono destinati a ridurre la retta dei convittori nonché a
coprire la quota di spese generali imputabile a dette attività e servizi,
comprensiva della quota di ammortamento delle attrezzature.
1. I beni che costituiscono il patrimonio delle istituzioni scolastiche si
distinguono in immobili e mobili secondo le norme del Codice civile. I beni sono
descritti negli inventari in conformità alle disposizioni contenute nei
successivi articoli.
2. Per i beni appartenenti al patrimonio dello Stato e degli Enti locali che
sono concessi in uso alle istituzioni scolastiche e iscritti in distinti
inventari, si osservano le disposizioni impartite dagli enti medesimi.
1. I beni mobili si iscrivono, nel relativo inventario, in ordine
cronologico, con numerazione progressiva ed ininterrotta e con l'indicazione di
tutti gli elementi che valgano a stabilirne la provenienza, il luogo in cui si
trovano, la quantità o il numero, lo stato di conservazione , il valore e la
eventuale rendita.
2. Ogni oggetto è contrassegnato col numero progressivo col quale è stato
iscritto in inventario.
3. Sono descritti in distinti inventari i beni immobili, i beni di valore
storico-artistico, i libri ed il materiale bibliografico, i valori mobiliari.
4. Non si iscrivono in inventario gli oggetti fragili e di facile consumo, cioè
tutti quei materiali che, per l'uso continuo, sono destinati a deteriorarsi
rapidamente ed i beni di modico valore.
5. Non si inventariano altresì, pur dovendo essere conservati nei modi di uso o
con le modalità previste dal regolamento dell'istituzione, i bollettini
ufficiali, le riviste ed altre pubblicazioni periodiche di qualsiasi genere, i
libri destinati alle biblioteche di classe.
6. Qualsiasi variazione, in aumento o in diminuzione, dei beni soggetti ad
inventario è annotata, in ordine cronologico, nell'inventario di riferimento.
7. L'inventario è tenuto e curato dal direttore, che assume le responsabilità
del consegnatario, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 27.
8. Quando il direttore cessa dal suo ufficio, il passaggio di consegne avviene
mediante ricognizione materiale dei beni in contraddittorio con il consegnatario
subentrante, in presenza del dirigente e del presidente del Consiglio di
istituto. L'operazione deve risultare da apposito verbale.
9. Almeno ogni cinque anni si provvede alla ricognizione dei beni ed almeno ogni
dieci anni al rinnovo degli inventari e alla rivalutazione dei beni.
1. Ad ogni bene iscritto in inventario è attribuito un valore che
corrisponde: al prezzo di fattura, per i beni acquistati, ivi compresi quelli
acquisiti dall'istituzione scolastica al termine di eventuali operazioni di
locazione finanziaria o di noleggio con riscatto; al prezzo di costo, per quelli
prodotti nell'istituto; al prezzo di stima, per quelli ricevuti in dono.
2. I titoli del debito pubblico, quelli garantiti dallo Stato e gli altri valori
mobiliari pubblici e privati, si iscrivono al prezzo di borsa del giorno
precedente quello della compilazione o revisione dell'inventario - se il prezzo
è inferiore al valore nominale - o al loro valore nominale - qualora il prezzo
sia superiore -, con l'indicazione, in ogni caso, della rendita e della relativa
scadenza.
1. Il materiale mancante per furto o per causa di forza maggiore, o reso
inservibile all'uso, è eliminato dall'inventario con provvedimento del
dirigente, nel quale deve essere indicato l'obbligo di reintegro a carico degli
eventuali responsabili.
2. Al suddetto provvedimento è allegata copia della denuncia presentata alla
locale autorità di pubblica sicurezza, qualora trattasi di materiale mancante
per furto, o il verbale redatto dalla commissione di cui all'articolo 52, comma
1, nel caso di materiale reso inservibile all'uso.
1. La custodia del materiale didattico, tecnico e scientifico dei gabinetti,
dei laboratori e delle officine è affidata, dal direttore, su indicazione
vincolante del dirigente, ai rispettivi docenti, mediante elenchi descrittivi
compilati in doppio esemplare, sottoscritti dal direttore e dal docente
interessato, che risponde della conservazione del materiale affidatogli.
L'operazione dovrà risultare da apposito verbale.
2. Qualora più docenti debbano valersi delle stesse collezioni o dei vari
laboratori, la direzione è attribuita ad un docente indicato dal dirigente. Il
predetto docente, quando cessa dall'incarico, provvede alla riconsegna, al
direttore, del materiale didattico, tecnico e scientifico avuto in custodia.
1. Spetta all'istituto scolastico il diritto d'autore sulle opere
dell'ingegno prodotte nello svolgimento delle attività scolastiche rientranti
nelle finalità formative istituzionali.
2. E' sempre riconosciuto agli autori il diritto morale alla paternità
dell'opera, nei limiti della sezione seconda del Capo terzo del Titolo primo
della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni.
3. Lo sfruttamento delle opere dell'ingegno prodotte nel corso delle attività
curriculari è deliberato dal consiglio di istituto.
4. Lo sfruttamento delle opere dell'ingegno prodotte nel corso delle attività
non curriculari è egualmente deliberato dal consiglio di istituto. Tuttavia, i
coautori possono autonomamente intraprendere le iniziative dirette allo
sfruttamento economico, qualora il consiglio di istituto non abbia intrapreso le
iniziative in tal senso nel termine di novanta giorni dall'invito rivolto dagli
autori dell'opera.
5. E' riconosciuto ai coautori e alle istituzioni scolastiche la partecipazione
paritaria ai proventi dello sfruttamento economico dell'opera.
6. Il dirigente dell'istituzione scolastica provvede agli adempimenti prescritti
dalla legge per il riconoscimento del diritto dell'istituto, nonché per il suo
esercizio, osservate, quando occorre, le norme di cui all'articolo 33.
7. Nel caso della redazione di programmi per elaboratore che si distinguano per
originalità, il dirigente dell'istituzione scolastica sottopone all'esame del
consiglio di istituto proposte per l'eventuale utilizzazione economica della
creazione, anche attraverso la distribuzione in rete del programma.
1. I documenti contabili obbligatori sono:
a) il programma annuale;
b) il giornale di cassa;
c) i registri dei partitari delle entrate e delle spese;
d) il registro del conto corrente postale;
e) gli inventari;
f) il registro delle minute spese;
g) il registro dei contratti stipulati a norma dell'articolo 31, comma 3;
h) il conto consuntivo.
2. Nel giornale di cassa si trascrivono tutte le operazioni di pagamento e di
riscossione, nel giorno in cui sono emessi i relativi mandati e reversali.
3. Nei registri partitari si aprono tanti conti quante sono le aggregazioni
individuate sulla base di quanto previsto dall'articolo 2, comma 5, e si
annotano le operazioni di accertamento o di impegno e quelle di incasso o di
pagamento.
4. I documenti di cui al comma 1, anche se tenuti con sistemi automatizzati od a
fogli mobili, devono essere composti da pagine numerate, munite del timbro
dell'istituzione e siglate dal direttore. A chiusura dell'esercizio il direttore
attesta il numero delle pagine di cui i documenti sono composti.
5. Della tenuta della contabilità, delle necessarie registrazioni e degli
adempimenti fiscali è responsabile il direttore.
1. Il Ministero della pubblica istruzione stabilisce i modelli necessari per
assicurare l'omogeneità dei documenti contabili di cui all'articolo 29, nonché
dei sistemi di gestione amministrativo-contabile, finanziaria e patrimoniale, di
rendicontazione e di riscontro, di monitoraggio dei dati relativi alla gestione
e all'andamento dei flussi finanziari e di rilevazione dei costi. Relativamente
ai documenti di cui alle lettere a) e h) del comma 1 del medesimo articolo 29,
la suddetta predisposizione è compiuta d'intesa con il Ministero del Tesoro,
del bilancio e della programmazione economica.
2. Il Ministero della pubblica istruzione predispone, nell'ambito del proprio
sistema informativo, un pacchetto applicativo, coerente con la modulistica di
cui al comma 1, per la tenuta con tecnologie informatiche, della contabilità
delle istituzioni scolastiche, in collegamento con l'amministrazione scolastica.
3. Il pacchetto può essere utilizzato anche per ottenere l'elenco dei fornitori
di beni e servizi, con l'indicazione dei relativi crediti e debiti; i flussi di
cassa distinti per tipologia di entrata e di spesa; l'analisi delle spese
distinte per tipologia. Esso contiene meccanismi di segnalazione automatica di
anomalie e disfunzioni che consentono anche interrogazioni mirate dall'esterno
da parte dei revisori.
4. Il pacchetto, che è costantemente aggiornato, è accompagnato da un manuale
per la sua utilizzazione guidata, eventualmente compreso nel pacchetto stesso,
con illustrazione di tutte le procedure e dei prodotti che possono essere
ottenuti.
5. La contabilità in partita doppia, utilizzata dalle aziende agrarie e dalle
aziende speciali, è tenuta secondo programmi forniti dal Ministero della
pubblica istruzione.
1. Le istituzioni scolastiche, anche attraverso gli accordi di rete di cui
all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275,
per il raggiungimento e nell'ambito dei propri fini istituzionali, hanno piena
autonomia negoziale, fatte salve le limitazioni specifiche poste da leggi e
regolamenti, nonché dalle presenti disposizioni.
2. Nell'ambito dell'autonomia negoziale di cui al comma 1, le istituzioni
scolastiche possono stipulare convenzioni e contratti, con esclusione dei
contratti aleatori e, in genere delle operazioni finanziarie speculative, nonché
della partecipazione a società di persone e società di capitali, fatta salva
la costituzione e la partecipazione a consorzi, anche costituiti nella forma di
società a responsabilità limitata.
3. I contratti sono stipulati nelle forme previste dalle relative disposizioni
di legge e, nel caso vi sia libertà di forma, mediante scambio di
corrispondenza secondo l'uso del commercio. Il presente comma non si applica
alle spese di cui all'articolo 17.
4. E' fatto divieto alle istituzioni scolastiche di acquistare servizi per lo
svolgimento di attività che rientrano nelle ordinarie funzioni o mansioni
proprie del personale in servizio nella scuola, fatto salvo quanto previsto
dall'articolo 33, comma 2, lettera g) e dall'articolo 40.
1. Il dirigente, quale rappresentante legale dell'istituto, svolge l'attività
negoziale necessaria all'attuazione del programma annuale, nel rispetto delle
deliberazioni del Consiglio d'istituto assunte ai sensi dell'articolo 33.
2. Il dirigente può delegare lo svolgimento di singole attività negoziali al
direttore o ad uno dei collaboratori individuati a norma dell'articolo 25-bis,
comma 5, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive
modificazioni e integrazioni. Al direttore compete, comunque, l'attività
negoziale connessa alle minute spese di cui all'articolo 17.
3. Il dirigente, nello svolgimento dell'attività negoziale, si avvale della
attività istruttoria del direttore.
4. Nel caso in cui non siano reperibili tra il personale dell'istituto
specifiche competenze professionali indispensabili al concreto svolgimento di
particolari attività negoziali, il dirigente, nei limiti di spesa del relativo
progetto e sulla base dei criteri di cui all'articolo 33, comma 2, lettera g),
può avvalersi dell'opera di esperti esterni.
1. Il Consiglio di istituto delibera in ordine:
a) alla accettazione e alla rinuncia di legati, eredità e donazioni;
b) alla costituzione o compartecipazione a fondazioni; all'istituzione o
compartecipazione a borse di studio;
c) all'accensione di mutui e in genere ai contratti di durata pluriennale;
d) ai contratti di alienazione, trasferimento, costituzione, modificazione di
diritti reali su beni immobili appartenenti alla istituzione scolastica, previa
verifica, in caso di alienazione di beni pervenuti per effetto di successioni a
causa di morte e donazioni, della mancanza di condizioni ostative o disposizioni
modali che ostino alla dismissione del bene;
e) all'adesione a reti di scuole e consorzi;
f) all'utilizzazione economica delle opere dell'ingegno;
g) alla partecipazione della scuola ad iniziative che comportino il
coinvolgimento di agenzie, enti, università, soggetti pubblici o privati;
h) all'eventuale individuazione del superiore limite di spesa di cui
all'articolo 34, comma 1;
i) all'acquisto di immobili.
2. Al Consiglio di istituto spettano le deliberazioni relative alla
determinazione dei criteri e dei limiti per lo svolgimento, da parte del
dirigente, delle seguenti attività negoziali:
a) contratti di sponsorizzazione;
b) contratti di locazione di immobili;
c) utilizzazione di locali, beni o siti informatici, appartenenti alla
istituzione scolastica, da parte di soggetti terzi;
d) convenzioni relative a prestazioni del personale della scuola e degli alunni
per conto terzi;
e) alienazione di beni e servizi prodotti nell'esercizio di attività didattiche
o programmate a favore di terzi;
f) acquisto ed alienazione di titoli di Stato;
g) contratti di prestazione d'opera con esperti per particolari attività ed
insegnamenti;
h) partecipazione a progetti internazionali.
3. Nei casi specificamente individuati dal comma 1, l'attività negoziale è
subordinata alla previa deliberazione del Consiglio di istituto. In tali casi,
il dirigente non può inoltre recedere, rinunciare o transigere se non
previamente autorizzato dal Consiglio di istituto. In tutti gli altri casi, il
dirigente ha il potere di recedere, rinunciare e transigere, qualora lo richieda
l'interesse dell'istituzione scolastica.
1. Per la attività di contrattazione riguardanti acquisti, appalti e
forniture il cui valore complessivo ecceda il limite di spesa di EURO 2000
oppure il limite preventivamente fissato dal Consiglio d'istituto, quando non
risulti altrimenti disposto dalle norme di cui al capo secondo del presente
titolo, il dirigente procede alla scelta del contraente, previa comparazione
delle offerte di almeno tre ditte direttamente interpellate. Resta salvo,
comunque, quanto previsto dal comma 5.
2. L'invito a presentare un'offerta deve contenere, oltre ai criteri di
aggiudicazione, l'esatta indicazione delle prestazioni contrattuali, nonché i
termini e le modalità di esecuzione e di pagamento.
3. L'osservanza dell'obbligo di cui al presente articolo è esclusa quando non
sia possibile acquisire da altri operatori il medesimo bene sul mercato di
riferimento dell'Istituto.
4. E' sempre possibile il ricorso alle procedure di gara disciplinate dalle
norme generali di contabilità dello Stato.
5. Le istituzioni scolastiche sono tenute ad osservare le norme dell'Unione
Europea in materia di appalti e/o forniture di beni e servizi.
6. Le funzioni di ufficiale rogante, per la stipula degli atti che richiedono la
forma pubblica, sono esercitate dal direttore o da funzionario appositamente da
lui delegato.
1. Copia dei contratti e delle convenzioni conclusi con l'ordinaria
contrattazione è messa a disposizione del Consiglio di istituto nella prima
riunione utile ed affissa all'albo della scuola.
2. Una relazione sull'attività negoziale svolta dal dirigente dell'istituzione
scolastica è presentata alla prima riunione successiva del Consiglio di
istituto. Il dirigente riferisce, nella stessa sede, sull'attuazione dei
contratti e delle convenzioni.
3. E' assicurato l'esercizio del diritto di accesso degli interessati alla
documentazione inerente l'attività contrattuale svolta o programmata, ai sensi
degli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4. Il direttore provvede alla tenuta della predetta documentazione.
5. Il rilascio delle copie della documentazione in favore dei membri del
Consiglio di istituto e degli altri organi dell'istituto è gratuito ed è
subordinato ad una richiesta nominativa e motivata.
1. I lavori, le forniture e i servizi sono soggetti a collaudo finale, da
eseguirsi, entro 60 giorni dalla loro ultimazione, consegna o esecuzione, ad
opera del personale della scuola munito di adeguata competenza tecnica. A tal
fine, il dirigente nomina un collaudatore singolo o apposite commissioni
interne. Del collaudo è redatto apposito verbale.
2. Per le forniture di valore inferiore a EURO 2000, l'atto formale di collaudo
è sostituito da un certificato che attesta la regolarità della fornitura,
rilasciato dal dirigente o, su sua delega, dal direttore, o da un verificatore
all'uopo nominato.
3. Per i contratti inerenti alla fornitura di servizi periodici, è redatto dal
direttore apposito certificato di regolare prestazione.
4. Il saldo del pagamento dei lavori può essere disposto solo dopo l'emissione
del certificato di collaudo o del certificato di cui al comma 2. Alla stessa
data il dirigente può procedere allo svincolo delle garanzie eventualmente
prestate.
5. Per il collaudo di opere pubbliche, si procede secondo quanto previsto, al
riguardo, dalla normativa sui lavori pubblici, salvo quanto previsto dal comma
1.
1. Le istituzioni scolastiche applicano le norme del presente capo nei casi espressamente contemplati, nonché in quelli che, pur non rientrando nelle singole previsioni, sono assimilabili al caso regolato.
1. Le istituzioni scolastiche, nell'esercizio dei compiti di formazione ed
educativi, hanno facoltà di svolgere attività di servizi per conto terzi,
nonché di alienare i beni prodotti nell'esercizio di attività didattiche o di
attività programmate.
2. La vendita avviene con le modalità stabilite dal Consiglio di istituto, che
provvede a determinare le condizioni contrattuali di fornitura e le garanzie
richieste ai terzi per l'adempimento delle obbligazioni assunte verso
l'istituto.
1. La istituzione scolastica, per assicurare il diritto allo studio, su
richiesta degli esercenti la potestà genitoriale e degli alunni maggiorenni, può
concedere, in uso gratuito, beni mobili e libri, nonché programmi software, di
cui sia licenziataria, con autorizzazione alla cessione d'uso.
2. La istituzione scolastica provvede a pubblicizzare, mediante affissione
all'albo, l'elenco dei beni che possono essere concessi in uso gratuito ed i
criteri di assegnazione e preferenza deliberati dal Consiglio di istituto.
3. La concessione in uso non può determinare, per l'istituzione scolastica,
l'assunzione di oneri eccedenti il valore di mercato del bene ed è subordinata
alla assunzione di responsabilità per la utilizzazione del bene da parte del
beneficiario ovvero, se minore o interdetto, degli esercenti la rappresentanza
legale.
4. La concessione è sempre revocabile e non può mai estendersi oltre i periodi
di tempo predeterminati.
1. La istituzione scolastica può stipulare contratti di prestazione d'opera
con esperti per particolari attività ed insegnamenti, al fine di garantire
l'arricchimento dell'offerta formativa, nonché la realizzazione di specifici
programmi di ricerca e di sperimentazione.
2. Il Consiglio di istituto, sentito il collegio dei docenti, disciplina nel
regolamento di istituto le procedure e i criteri di scelta del contraente, al
fine di garantire la qualità della prestazione, nonché il limite massimo dei
compensi attribuibili in relazione al tipo di attività e all'impegno
professionale richiesto.
1. Le istituzioni scolastiche possono concludere accordi di sponsorizzazione
con soggetti pubblici o privati.
2. E' accordata la preferenza a soggetti che, per finalità statutarie, per le
attività svolte, ovvero per altre circostanze abbiano in concreto dimostrato
particolare attenzione e sensibilità nei confronti dei problemi dell'infanzia e
della adolescenza.
3. E' fatto divieto di concludere accordi di sponsorizzazione con soggetti le
cui finalità ed attività siano in contrasto, anche di fatto, con la funzione
educativa e culturale della scuola.
1. Nella stipulazione di accordi diretti a garantire la fruizione, da parte
dell'istituzione scolastica, di un proprio sito, raggiungibile attraverso
l'accesso a reti informatiche, deve essere garantita la identificazione del
fruitore responsabile di ogni accesso. All'uopo è fornita, a cura
dell'istituzione scolastica, una chiave di accesso individuale ai responsabili
nei singoli casi dell'accesso alla rete.
2. La stipulazione dei contratti di fornitura dei siti deve tenere conto, ai
fini della valutazione di convenienza, anche del costo della fornitura del
servizio di utenza telefonica.
3. Possono essere stipulate convenzioni con operatori che assicurino la
fruizione di accessi individuali agli studenti. In tal caso, la valutazione di
convenienza è operata tenendo conto di tale possibilità.
1. E' in facoltà della istituzione scolastica ospitare sul proprio sito
informatico istituzioni di volontariato, associazioni tra studenti, collegamenti
verso altre istituzioni scolastiche, o enti di interesse culturale.
2. E' sempre assicurata la parità di accesso e la libertà di espressione.
3. Nella domanda di ammissione deve essere individuato un soggetto responsabile
della attività e dei contenuti immessi sul sito gestito dalla istituzione
scolastica.
4. Possono essere stipulati contratti di sponsorizzazione del sito,
subordinatamente al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 41.
5. Nella stipulazione dei contratti, delle convenzioni e dei patti di cui al
presente articolo, deve essere sempre riservata al dirigente la facoltà di
disattivare il collegamento quando le attività siano in contrasto, anche di
fatto, con la funzione educativa e culturale della scuola.
1. L'istituzione scolastica può ricevere in comodato da enti ed istituzioni,
soggetti pubblici o privati, beni da utilizzare nello svolgimento della attività
educativa e formativa.
2. Qualora il bene non sia immediatamente fruibile per gli scopi di cui al comma
1, e necessiti di lavori di adeguamento o di particolari condizioni od impieghi
di personale, la durata del comodato deve essere tale da rendere economicamente
conveniente l'impiego delle risorse dell'istituzione scolastica.
1. L'impegno complessivo annuale per il rimborso dei mutui non può eccedere,
sommato all'impegno per canoni di contratti di locazione finanziaria, il quinto
della media dei trasferimenti ordinari dello Stato nell'ultimo triennio.
2. La durata massima dei mutui è quinquennale.
3. In relazione agli assegnati finanziamenti di progetti comunitari e di
formazione integrata superiore, dei quali sia pervenuta formale comunicazione,
le istituzioni scolastiche possono chiedere, in attesa della materiale
erogazione dei fondi, anticipazioni bancarie alle condizioni stabilite da
apposita convenzione, stipulata dal Ministero della pubblica istruzione con le
associazioni bancarie o a condizioni migliori.
1. Nei casi in cui la manutenzione ordinaria degli edifici scolastici e delle
loro pertinenze è delegata alle istituzioni scolastiche dall'ente locale, ai
sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge 11 gennaio 1996, n. 23, per
l'affidamento dei relativi lavori, si applicano le norme del presente
regolamento. L'istituzione scolastica fornisce all'ente locale competente la
conseguente rendicontazione.
2. L'istituzione scolastica può anticipare i fondi necessari all'esecuzione di
lavori urgenti e indifferibili dandone immediata comunicazione all'ente locale
competente, ai fini del rimborso.
1. Le istituzioni scolastiche, previa valutazione di convenienza da operarsi
a cura del dirigente hanno facoltà di stipulare contratti di locazione
finanziaria per la realizzazione di finalità istituzionali, con esclusione
dell'acquisizione della disponibilità di beni immobili.
2. E' sempre vietata la stipulazione di contratti di locazione finanziaria su
beni precedentemente alienati al concedente dall'istituto scolastico o da terzi.
3. Quando l'istituzione scolastica non abbia interesse ad esercitare il potere
di riscatto del bene, può determinarsi ad esercitarlo allorché, a seguito di
richieste provenienti dal personale dell'istituzione stessa o da studenti, vi
sia la possibilità di trasferirlo ai predetti soggetti, previa applicazione
delle procedure di cui all'articolo 52 ad un prezzo non inferiore a quello di
riscatto. In tal caso le procedure di cui al predetto articolo sono espletate
prima dell'esercizio del potere di riscatto.
1. La istituzione scolastica, nell'ambito delle risorse finanziarie
disponibili, e con esclusione di quelle trasferite dallo Stato, dagli enti
locali e dall'Unione europea, compatibilmente con la continuità dell'erogazione
del servizio educativo e formativo, può stipulare contratti di gestione
finanziaria finalizzata.
2. Tali contratti possono essere stipulati unicamente con istituzioni
professionali di settore, abilitate all'esercizio delle attività bancarie e
finanziarie.
3. La attività contrattuale di cui al comma 1 deve essere finalizzata alla
conservazione e all'incremento di risorse finanziarie non immediatamente
impiegabili, da destinarsi ad una specifica opera di interesse dell'istituzione
scolastica.
4. I contratti di gestione devono sempre assicurare la conservazione del
capitale impegnato ed un rendimento non inferiore a quello dei titoli di Stato
con scadenza semestrale, al netto delle commissioni medie praticate dagli
istituti bancari.
5. I contratti di gestione devono prevedere forme di riscatto anticipato, a
condizione che sia sempre garantita la conservazione del capitale e degli
interessi medio-tempore maturati, decurtati degli importi dovuti a titolo di
commissione.
1. Salvo quanto previsto dall'articolo 33, l'alienazione di beni immobili di
proprietà dell'istituto è sempre disposta con le procedure di gara
disciplinate dalle norme generali di contabilità dello Stato.
2. L'aggiudicazione definitiva è subordinata al mancato esercizio del diritto
di prelazione da parte di coloro che ne hanno diritto.
3. Le istituzioni scolastiche possono acquistare beni immobili esclusivamente
con fondi derivanti da attività proprie, da legati, eredità e donazioni.
1. La utilizzazione temporanea dei locali dell'istituto forniti dall'ente
locale competente può essere concessa a terzi, con l'osservanza dell'articolo
33, comma 2, lettera c), a condizione che ciò sia compatibile con la
destinazione dell'istituto stesso ai compiti educativi e formativi.
2. Con la attribuzione in uso, l'utilizzatore assume la custodia del bene e
risponde, a tutti gli effetti di legge, delle attività e delle destinazioni del
bene stesso, tenendo nel contempo esente la scuola e l'ente proprietario dalle
spese connesse all'utilizzo.
3. L'edificio scolastico può essere concesso solo per utilizzazioni precarie e
previa stipulazione da parte del concessionario, di una polizza per la
responsabilità civile con un istituto assicurativo.
1. Qualora nell'esplicazione delle attività scolastiche vengano prodotti
rifiuti che per legge devono essere assoggettati a trattamento speciale, il
dirigente provvede a concludere gli opportuni accordi con enti, aziende
pubbliche e concessionari idonei al trattamento di rifiuti.
2. E' consentito il ricorso a ditte operanti sul libero mercato solo ove non sia
possibile fruire del servizio di smaltimento pubblico.
1. I materiali di risulta, i beni fuori uso, quelli obsoleti e quelli non più
utilizzati sono ceduti dall'istituzione previa determinazione del loro valore,
calcolato sulla base del valore di inventario, dedotti gli ammortamenti, ovvero
sulla base del valore dell'usato per beni simili, individuato da apposita
commissione interna.
2. La vendita avviene previo avviso da pubblicarsi nell'albo della scuola e
comunicato agli alunni, sulla base delle offerte pervenute entro il termine
assegnato. L'aggiudicazione è fatta al migliore offerente.
3. Nel caso in cui la gara sia andata deserta i materiali fuori uso possono
essere ceduti a trattativa privata o a titolo gratuito e, in mancanza, essere
distrutti.
4. I soli beni non più utilizzati possono essere ceduti direttamente a
trattativa privata ad altre istituzioni scolastiche o ad altri enti pubblici.
1. Possono essere istituite fondazioni mediante conferimento di beni di
valore storico non più utilizzati per finalità di insegnamento, ivi compresi i
beni librari, le opere prodotte nel corso delle attività didattiche, i beni
provenienti da successioni, donazioni, legati.
2. Le finalità delle fondazioni sono di conservazione e valorizzazione dei beni
conferiti, nonché di promozione della conoscenza del patrimonio artistico e
culturale, anche mediante la creazione e gestione di spazi espositivi e
biblioteche, nonché mediante lo sfruttamento dei diritti di riproduzione.
3. Nell'atto di fondazione devono essere previste norme che assicurino l'unità
di indirizzo gestionale tra l'istituzione scolastica e la fondazione.
1. Le istituzioni scolastiche, ferma la competenza degli enti locali in materia di diritto allo studio, possono integrare con proprie risorse, gestite anche mediante i contratti di cui all'articolo 48, i trasferimenti degli enti locali, ovvero assegnare borse di studio annuali o infrannuali agli studenti, sulla base di preventivi criteri deliberati dal Consiglio di istituto, su proposta, per i profili didattici, del collegio dei docenti.
1. Le istituzioni scolastiche possono accettare donazioni, legati ed eredità
anche assoggettate a disposizioni modali, a condizione che le finalità indicate
dal donante, dal legatario o dal de cujus non contrastino con le finalità
istituzionali.
2. Nel caso di donazioni, legati ed eredità finalizzati alla ristrutturazione
di edifici di proprietà dell'ente locale, l'istituzione concorda con l'ente
stesso le modalità di utilizzazione delle risorse.
3. Nel caso di legati, eredità e donazioni finalizzate alla concessione di
borse di studio, le istituzioni scolastiche ricorrono ove possibile ai contratti
di gestione finalizzata delle risorse finanziarie di cui all'articolo 48, al
fine di mantenere il valore del capitale.
4. L'istituzione scolastica può motivatamente rinunciare all'accettazione di
legati.
5. La durata della locazione dei beni immobili pervenuti all'istituzione
scolastica per effetto di successioni a causa di morte e donazioni non può mai
eccedere i nove anni.
6. Il contratto deve contenere una clausola di recesso contrattuale che assicuri
la disponibilità del bene per le mutate esigenze dell'istituzione scolastica
riconosciute nel programma annuale, garantendo un periodo di permanenza minimo
del conduttore.
1. Al fine di realizzare progetti integrati di istruzione e formazione, che
richiedono la collaborazione con altre agenzie formative pubbliche e private,
anche partecipando a programmi regionali, nazionali o comunitari, le istituzioni
scolastiche, singolarmente o nella forma dell'accordo di rete di cui
all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275,
possono:
a) stipulare convenzioni con università, regioni ed enti pubblici;
b) stipulare intese contrattuali con associazioni e privati;
c) partecipare ad associazioni temporanee con agenzie pubbliche e private che
realizzino collaborazioni sinergiche per l'attuazione di particolari progetti di
formazione.
2. Le intese di collaborazione con soggetti pubblici, per la gestione di
percorsi formativi integrati sono regolate con convenzioni. Queste devono
stabilire, tra loro, i rapporti finanziari ed i reciproci obblighi e garanzie.
Qualora siano trasferite ad altri soggetti risorse finanziarie per assicurare la
gestione unitaria delle attività, la rendicontazione delle spese avviene
all'interno del sistema contabile del soggetto gerente, il quale, entro 15
giorni dal termine di detta rendicontazione, invia agli altri soggetti
finanziatori copia della medesima.
3. Le intese di collaborazione con agenzie formative private, devono risultare
da atto scritto, nel quale, ai fini della più ampia integrazione dei soggetti e
delle risorse, sono delineati gli aspetti organizzativi del progetto da
realizzare, sono definite le competenze di ciascun soggetto, nonché le attività
amministrate da ciascuno e l'ammontare delle risorse da impiegare allo scopo.
4. Le intese di cui al precedente comma possono prevedere la gestione unitaria
delle risorse finanziarie, affidate ad uno dei soggetti partecipanti all'intesa,
da attuarsi mediante un organo paritetico responsabile, del quale deve far parte
il dirigente od un suo delegato. Entro 15 giorni dalla chiusura dell'anno e/o
delle attività di cui trattasi, deve essere rimessa all'istituzione scolastica
copia della rendicontazione circa l'utilizzo delle risorse comuni, se queste
sono state affidate ad altro soggetto, da allegare al conto consuntivo. Le
intese dovranno stabilire anche a quale dei soggetti partecipanti, al termine
della collaborazione, passerà la proprietà degli eventuali beni durevoli
acquistati.
1. Ai controlli di regolarità amministrativa e contabile di cui all'articolo
2 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286 provvede un Collegio dei
revisori dei conti, nominato dall'ufficio scolastico regionale. Il collegio è
composto da tre membri, dotati di adeguata professionalità, di cui uno
designato dal Ministero della pubblica istruzione, uno dal Ministero del tesoro,
del bilancio e della programmazione economica - Dipartimento della Ragioneria
generale dello Stato - con funzioni anche di Presidente, ed uno designato
d'intesa tra i competenti enti locali. In caso di mancata designazione, la
nomina è predisposta dall'ufficio scolastico regionale, attingendo al registro
dei revisori contabili. I componenti durano in carica 3 anni, salvo conferma,
che nello stesso ambito territoriale può avvenire per una sola volta. In caso
di rinuncia o di cessazione di un membro, il nuovo nominato scade con quelli in
carica.
2. Ad uno stesso Collegio è affidato il riscontro di più istituti, anche di
diverso ordine e grado, aventi sede in un medesimo ambito territoriale.
L'aggregazione è operata dall'Ufficio scolastico regionale tenuto conto:
a) della dimensione complessiva dei flussi finanziari amministrati;
b) della vicinanza e/o del facile collegamento tra le diverse sedi;
c) della situazione geografica e ambientale in cui gli istituti operano.
3. Ai revisori dei conti spetta un compenso determinato con decreto del
Ministero della pubblica istruzione di concerto con il Ministero del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica. Agli stessi sono corrisposti, in
quanto dovuti, l'indennità di missione ed il rimborso spese secondo le
disposizioni vigenti in materia.
4. Il compenso, l'indennità ed il rimborso spese ai membri del collegio sono
corrisposti da un istituto scolastico individuato nell'ambito territoriale
dell'Ufficio scolastico regionale con il provvedimento di nomina del Collegio.
5. Per le designazioni di propria competenza, il Ministero della pubblica
istruzione provvede alla tenuta di un apposito elenco nel quale sono iscritti, a
domanda, i dipendenti appartenenti a qualifica non inferiore a quelle ricomprese
nell'area funzionale C del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al
comparto dei ministeri per il quadriennio 1998-2001, nonché i dipendenti, di
qualifica immediatamente inferiore che siano iscritti nel registro dei revisori
contabili. L'elenco comprende una apposita sezione nella quale possono chiedere
di essere iscritti revisori contabili esterni all'amministrazione per
l'attribuzione degli incarichi eccedenti.
1. Il Collegio dei revisori dei conti vigila sulla legittimità, regolarità
e correttezza dell'azione amministrativa.
2. Il Collegio esprime il parere di regolarità contabile sul programma annuale
proposto dalla Giunta esecutiva ai sensi dell'articolo 2, comma 3.
3. Il Collegio procede, con visite periodiche - anche individuali - da compiersi
almeno due volte nell'anno presso ciascuna istituzione scolastica compresa
nell'ambito territoriale di competenza, alla verifica della legittimità e
regolarità delle scritture contabili e della coerenza dell'impiego delle
risorse con gli obiettivi individuati nel programma e nelle successive
variazioni di quest'ultimo, nonché alle verifiche di cassa.
4. Il Collegio esamina il conto consuntivo della gestione annuale in merito al
quale:
a) riferisce sulla regolarità della gestione finanziaria e patrimoniale,
secondo gli elementi tratti dagli atti esaminati e dalle verifiche periodiche
effettuate nel corso dell'esercizio;
b) rileva il livello percentuale di utilizzo della dotazione finanziaria e delle
dotazioni annuali di ciascun progetto d'istituto;
c) evidenzia i risultati della gestione finanziaria e patrimoniale;
d) esprime parere sul conto, con particolare riguardo alla concordanza dei
risultati esposti con le scritture contabili;
e) correda la relazione con tabelle di rilevazione dei costi (personale,
strumenti, servizi esterni, ecc.) inerenti alle attività e ai progetti
realizzati nell'istituto, finalizzate all'analisi costi/benefici da parte
dell'amministrazione scolastica, nonché con altre notizie e dati richiesti
dall'amministrazione vigilante.
1. Le riunioni del Collegio, ai fini degli adempimenti di cui all'articolo
58, commi 2 e 4, si svolgono su iniziativa del presidente, cui compete la
convocazione, ovvero quando ne facciano richiesta congiuntamente gli altri due
membri. Esse possono tenersi in una qualsiasi delle sedi scolastiche comprese
nell'ambito territoriale di competenza.
2. Per le deliberazioni assunte dal Collegio, il membro dissenziente deve
indicare nel verbale i motivi del proprio dissenso. Non è consentita
l'astensione.
3. Le verifiche periodiche di cui all'articolo 58, comma 3, avvengono sulla base
di una programmazione annuale concordata collegialmente.
4. Per l'esercizio delle funzioni dei revisori, le istituzioni scolastiche sono
tenute a mettere a disposizione di tutti gli atti e i documenti necessari per
l'esercizio delle funzioni di controllo.
5. L'ufficio scolastico regionale promuove gli opportuni interventi, al fine di
assicurare l'omogeneità dell'esercizio della funzione del Collegio dei
revisori.
1. L'attività dei revisori dei conti deve essere verbalizzata. I verbali,
per ciascuna istituzione scolastica, sono raccolti in apposito registro a pagine
numerate progressivamente, che è custodito dal direttore o da un suo delegato.
2. Copia del verbale relativo all'esame del conto consuntivo, corredato della
documentazione indicata all'articolo 18, deve essere inviata all'ufficio
scolastico regionale ed alla competente
ragioneria provinciale dello Stato. Ai predetti uffici devono essere inviati
altresì copia dei verbali relativi ad eventuali anomalie riscontrate nel corso
della gestione per l'adozione dei provvedimenti di competenza.
1. L'ufficio scolastico regionale fornisce alle istituzioni scolastiche assistenza e supporto in materia amministrativo-contabile, anche sulla base delle indicazioni generali predisposte e diramate dal Servizio per gli affari economico-finanziari del Ministero della pubblica istruzione.
1. Le istruzioni generali contenute nel presente regolamento si applicano con le modalità e nei termini di cui all'articolo 12, comma 4 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275.
Il presente decreto, munito di sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Roma, 1° febbraio 2001
Visco |
De Mauro |
Visto, il Guardasigilli: Fassino
Registrato alla Corte dei conti il 17 febbraio 2001
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri