Tutti i nodi vengono al pettine

Comunicato stampa

Rif. 075
07-12-07

Circa un anno fa in occasione del maxi-convegno di Verona ebbi modo di dire, attraverso una lettera aperta al sottosegretario Dalla Chiesa, cosa pensavo della situazione nella quale versavano Accademie e Conservatori di musica. Infatti scrissi che, pur non avendo nulla contro i maxincontri, ritenevo che in un momento estremamente difficile sarebbe stato prioritario ed opportuno concentrare le forze per sciogliere e portare a termine due nodi fondamentali e determinanti per la sopravvivenza delle Istituzioni stesse. Ossia:

  • attuazione dell'art. 2 (comma 5) che stabilisce quali sono le procedure per rendere validi ed equipollenti a quelli rilasciati dalle Università anche i titoli di Accademie e Conservatori di musica;
  • ottenimento da parte del Ministro dell'Università, in tempo utile, della cosiddetta lettera indirizzo che, di concerto con il Ministro della Funzione Pubblica e il Ministro dell'Economia, serve ad avere un impegno economico per reperire i fondi necessari al rinnovo del contratto di lavoro. Pertanto una procedura che deve essere attuata con molti mesi di anticipo se si vuole che nei discorsi sulla Finanziaria si voglia utilmente fare inserire qualcosa.
  • Queste due richieste assolutamente legittime e addirittura ovvie furono del tutto ignorate.
    E peggio avvenne allorché in occasione delle votazioni per le RSU, le stesse preoccupazioni circa il contratto e la validità dei titoli furono inutilmente ripetute. Anzi, in quel caso, si disse che erano semplici espressioni, non solo improprie, ma di chiara matrice elettorale.

    Sono passati pochi mesi e abbiamo notizie che gli studenti, dopo aver verificato che i titoli per i quali studiano e pagano salatissime tasse, non sono spendibili al pari di quelli universitari per l'accesso ai pubblici concorsi, e pertanto occupano alcune Istituzioni perché giustamente rivendicano il diritto d'avere un titolo spendibile sul mercato del lavoro. Infatti, a loro come a noi, torna incomprensibile che dopo ben otto anni dalla approvazione della legge di Riforma non si sia ancora provveduto all'emanazione di quegli atti, previsti dalla stessa legge di Riforma, che consentirebbe agli studenti di conservatori e accademie di poter usare i loro titoli al pari dei loro colleghi dell'università, e cioè anche per accedere alle qualifiche funzionali del pubblico impiego. Non fanno essi parte di un Paese ove, per Costituzione, i cittadini dovrebbero essere tutti uguali e con pari diritti?

    Perchè solo agli studenti di Conservatori e Accademie italiani non viene riconosciuto che il loro titolo ha pari dignità di quello conseguito dagli studenti, per esempio, di medicina o ingegneria?

    In ogni parte del mondo vi è la piena equiparazione ed piena equipollenza tra titoli di istituzioni di pari grado, ma appare evidente che questo il nostro Stato ancora non lo vuole concedere agli artisti italiani, forse ritenendoli, come avveniva secoli fa, ancora indegni di terra consacrata.

    Sul secondo punto, il contratto, che dire?

    I soldi trovati dall'Unione Artisti UNAMS anni fa, prima vennero dichiarati, ad opera di alcune forze sindacali, indegni e di conseguenza rifiutati perché provenienti dalla cosiddetta pornotax e in seconda battuta quelli, sempre trovati dall'UNAMS, e che servirono fra l'altro, nell'ultimo contratto, ad aumentare gli stipendi rimasti indietro di direttori amministrativi e docenti di seconda fascia (ex assistenti e accompagnatori al pianoforte) furono invece giudicati pochi (e in effetti lo erano)... Adesso è forse meglio il niente?

    Fino all'ultimo, continuerò a sperare che per rinnovare il contratto qualcosa si trovi.

    Ammesso che, per disgrazia nulla esca, ricordando che i soldi che vanno a formare il fondo di Istituto sono soldi sottratti agli stipendi del personale, riteniamo che a quel punto detti soldi vengano meglio distribuiti spalmandoli sugli stipendi di tutti.
    Si eviterebbe così il problema di continuare a pagare l'attuazione della Riforma (trienni e bienni) attraverso gli stessi soldi contrattuali invece che con risorse aggiuntive. Attualmente il sistema posto in essere delle sperimentazioni che coesistono con il vecchio ordinamento non è altro che un aumento surrettizio di orario perdipiù sottopagato.

    Ciò premesso, volendo fare un'analisi ultima di questa disastrata situazione possiamo azzardare (ma non troppo) che lo stato di cose attuale sia da attribuire anche alla volontà dei Ministri passati e presenti d'essere forse particolarmente accomodanti con le richieste e gli interessi del mondo universitario il quale da sempre ha malvisto, e lo ha anche dichiarato pubblicamente, sia una parità dei loro titoli con i nostri e sia l'adeguamento degli stipendi.

    In ogni caso la colpa dei ritardi, circa l'adeguamento dei titoli e l'emanazione dei regolamenti, è pura follia addossarla al passato o all'attuale CNAM poiché, il primo, in fatto di regolamenti, li aveva più volte tutti redatti e più volte, a somiglianza di quanto avveniva con la tela di Penelope, aveva dovuto registrare come il Ministro di turno, puntualmente, avesse proceduto a disfarli (la Presidenza del Consiglio può testimoniare).

    Pertanto l'unica verità consiste nella mancanza di volontà politica !!!

    E qui, come sopra detto, i nodi tornano al pettine e torna anche che le preoccupazioni espresse nella mia lettera al Sottosegretario erano quanto mai giuste e profetiche.

    Nonostante questo, l'esperienza di questi ultimi mesi ci ha insegnato che dire con coraggio la verità, come da sempre facciamo, non premia. Infatti i colleghi spesso vanno a preferire chi comodamente tace.

    Se poi tutto va a rotoli: che importa! Tanto al momento sono gli studenti quelli che se la vedono peggio.

    O anche su questo si deve tacere e volgere la testa da un'altra parte?

    Dora Liguori

    P.S. A proposito di Conferenze, al momento esiste quella dei Direttori, dei Presidenti, dei Direttori Amministrativi, probabilmente seguirà quella dei DSGA ... a quando la Conferenza dei Docenti?

    Tutte queste cose l'Unone Artisti UNAMS le aveva gia espresse in tempi non sospetti.

    Documenti correlati:

  • Lettera aperta all'On. Nando Dalla Chiesa del 6 febbraio 2007