Unione Artisti
UNAMS

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da n. 90 docenti del Conservatorio "L. Refice" di Frosinone.

Riceviamo e pubblichiamo

Rif. 038
02-07-08



Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
On. Mariastella Gelmini
ROMA

Al MIUR - Dir. Gen. AFAM
Dott. Giorgio Bruno Civello
ROMA

Alle OO.SS. FLC-CGIL, CISL Università, UIL PA, UNAMS, SNALS
LORO SEDI

e, p.c.:
Alle Istituzioni AFAM
LORO SEDI

Noi docenti del Conservatorio di musica di Frosinone. Siamo preoccupati e profondamente delusi per lo stato della contrattazione. In attesa del nuovo atto di indirizzo proposto dall'attuale Ministro, intendiamo esprimere con forza la nostra perplessità e il disagio in riguardo a quanto si conosce delle prospettive.

In particolare:

  1. A fronte dell'impegno del lavoro, che la attuazione della riforma ha reso più gravoso sia sul piano dell'orario di lezione che su quello delle responsabilità istituzionali, vediamo erodersi di giorno in giorno il nostro stipendio, per via dell'inflazione e per via delle maggiori contribuzioni richieste dagli enti locali. La proposta di riequilibrare tale perdita attraverso un aumento lordo del 5,01% - a fronte del 6,10 che la scuola ha ottenuto! - è offensiva. Tale “aumento” costituisce in realtà una diminuzione reale del nostro stipendio rispetto all'ultimo contratto. Lo stipendio diminuisce mentre le responsabilità e il lavoro aumentano, a seconda dei casi anche del 100%.
  2. Il cosiddetto “aumento” del 5,01% rende vani i sacrifici e i risparmi prodotti dal comparto AFAM in questi anni: dove sono finite le risorse accantonate? Perché non vengono restituite nel contratto attuale?
  3. È indispensabile restituire dignità alla funzione che svolgiamo: nelle nostre scuole si formano i musicisti di domani; non esistono e non esisteranno scuole che potranno attribuire titoli di studio musicali di grado maggiore. La legge impone a noi e a tutti di confrontarci, quindi, non solo a livello italiano ma europeo, con gli standard dell'alta formazione. Con questo standard abbiamo accettato di confrontarci, rimettendo in gioco ogni giorno la nostra professionalità in campo didattico per mantenerci adeguati ad esso; è con lo stesso standard e quindi anche con quello dei professori universitari italiani che vogliamo paragonarci. A nessuno sfugge la lontananza abissale che c'è tra noi e gli universitari sul piano della retribuzione; ci viene ora proposto di incrementare tale divario, facendo coincidere il nostro stipendio con quello della scuola secondaria. Ciò è inaccettabile. Non lo accetteremo.
    Chiediamo che l'aumento dovuto sia congruo alla funzione che svolgiamo e che nel contratto sia indicata con chiarezza la scansione temporale che porti a identificare il nostro stipendio con quello universitario.
  4. La pretesa di risarcire la diminuzione dello stipendio avvicinando nominalmente la nostra figura professionale a quella dei docenti universitari tramite la divisione nelle tre fasce dei ricercatori, degli associati e degli ordinari, è oltraggiosa: all'inganno del presunto aumento si aggiungerebbe la beffa di un autentico declassamento, qualora, in tale contesto, non ci venisse riconosciuto l'inserimento nella prima fascia. Allo stato attuale la divisione in fasce è semplicemente inapplicabile, dal momento che siamo equiparati sul piano dei diritti, dei doveri e delle funzioni istituzionali: l'elezione di un gruppo di docenti in prima fascia, lasciando la maggioranza in seconda, rappresenterebbe una insopportabile iniquità, soprattutto laddove dovesse essere indotta dall'intervento unilaterale di una parte interessata. La proposta di un nostro posizionamento in seconda fascia e di una divisione in tre fasce della funzione docente dei Conservatori potrà essere presa in considerazione solo laddove venisse immediatamente corrisposto ai docenti di seconda fascia uno stipendio identico a quello del professore associato universitario e solo laddove venissero esplicitati modi e criteri della selezione, che considerino primariamente il curriculum artistico, professionale e didattico dei docenti.
  5. Chiediamo alle Organizzazioni sindacali di ascoltare, comprendere e, soprattutto, rappresentare gli interessi e le aspettative della base, come è nella loro funzione fare. Chiediamo ad esse di evitare la semplice comunicazione, se non imposizione, di scelte dall'alto che mal rappresentano le aspettative di tutti coloro che vivono nelle Istituzioni AFAM: i docenti, il personale tecnico amministrativo, gli studenti e le loro famiglie.
  6. Chiediamo alle organizzazioni sindacali di non sottoscrivere alcun contratto che non preveda un aumento reale rispetto alla attuale retribuzione, che non preveda una precisa scansione nell'allineamento con le retribuzioni del personale docente universitario e che non abbia come obiettivo quello della identificazione del nostro contratto con quello degli universitari.
  7. In mancanza di un pieno accoglimento di quanto richiesto e dovuto, seguiranno il nostro stato di agitazione e le forme di contrasto e rivendicazione che la legge ci consente. Confidiamo nel senso di responsabilità degli organi di governo, al fine di non riversare sull'utenza delle Istituzioni AFAM, con grave nocumento, il disagio provocato dalla difesa della nostra dignità e della formazione musicale in Italia.

Firmato da n° 90 docenti del Conservatorio “L. Refice” di Frosinone

Visualizza Risposta della Prof.ssa Dora Liguori alla nota dei docenti di Frosinone