Unione Artisti
UNAMS

Lettera aperta inviata all'On. Mariastella Gelmini Ministro della Istruzione, Università e Ricerca

Comunicato

Rif. 053
01-09-08


Gentile Ministro,

in questa ripresa autunnale riteniamo doveroso, in via prioritaria, rappresentarLe, e ci auguriamo prima che Lei proceda a fattive decisioni sul settore, la situazione nella quale, a fronte di un grande prestigio internazionale (Accademie e Conservatori italiani, al contrario delle facoltà universitarie, risultano le Istituzioni di Alta Cultura più richieste dagli studenti provenienti da tutto il mondo), versano, in Patria, queste Istituzioni che purtroppo sono tenute, da otto anni, fra le più neglette e poco considerate dai Governi che si sono alternati. Di contro qualcuno, con solerzia, non avrà mancato di rappresentarLe che i Conservatori di musica sono troppi e che andrebbero ridotti.

Non desideriamo andare avanti perché ormai sono tristemente note queste considerazioni disfattiste che, con puntuale e inveterata abitudine, alcune persone, che hanno interessi cogenti o diffamano per sentito dire (non conoscendo affatto il settore), s'affannano sempre a fare all'arrivo di un nuovo ministro.

Appare evidente, però, che quando avvengono certe situazioni, sfioranti il patologico, qualche colpa ce l'ha anche il settore medesimo, ove non mancano appunto i disfattisti. Già il senatore Giuseppe Verdi, circa 130 anni fa, al ministro dell'Istruzione dell'epoca che gli chiedeva di stendere un progetto di riforma per i Conservatori, rispondeva alquanto piccato che, a suo parere, la cosa era impossibile, non essendovi modo di mettere d'accordo i fruitori del progetto, ossia i due Conservatori di Napoli e Milano.

Ammesse, quindi, anche le colpe del settore, riteniamo costruttivo andare avanti e tanto meno pensiamo che potrebbe fermarsi Lei nella sua azione di Governo; pertanto con tutta la disponibilità possibile e il migliore degli intenti costruttivi Le rappresentiamo quanto già due anni fa avemmo a dire all'allora Sottosegretario Dalla Chiesa, restando, purtroppo, inascoltati. Ma prima ancora di passare al concreto vorremmo ricordarLe anche che in un Paese ad alta vocazione artistica 54 Conservatori non sono tanti e che la Francia, la Spagna, la Germania, l'Austria, in proporzione, ne hanno di più; e ci consenta una punta di orgoglio nazionalistico, non tutti dello stesso livello italiano. In compenso, però, queste Istituzioni estere hanno potuto contare su dei Governi che, previdenti, hanno fatto di tutto per rendere il loro titolo spendibile al più alto livello. In ogni caso, va anche rammentato che i grandi numeri di Conservatori o Accademie presenti in certe regioni, sono il frutto non certo di richieste del settore, ma di volontà politiche per scopi che lei può facilmente immaginare e che, comunque, hanno arricchito il territorio.

Esaurita anche questa premessa è bene avanzare quelle che sono, a nostro giudizio, le due iniziative concrete che La preghiamo di voler esaminare prioritariamente onde salvare quanto ancora di positivo esiste in questo settore; e ci creda è ancora un gran bel patrimonio!

Le cose determinanti sono due: dare una risposta agli studenti applicando finalmente quanto previsto all'art. 2 comma 5 della legge n. 508/99. Una cosa che dovrebbe essere semplicissima ma che sin qui non si è voluta fare nell'intento, forse, di dare uno spazio che non compete all'Università. Onorevole Ministro non si distruggono cinque secoli di grande storia artistica solo perché le Università sono in cerca di rilancio e di cattedre. E seconda richiesta: trovare adeguate risorse per concludere un contratto che è indietro di quasi tre anni.

Senza queste due cose non vi è possibilità di un futuro decente per queste Istituzioni; infatti, quale futuro può esservi senza un titolo riconosciuto e spendibile e senza, a fronte di un impegno raddoppiato del personale, di un presentabile contratto?

E ancora: quale futuro può esistere se, invece di andare avanti, occorre impugnare, perché non conformi ai dettati costituzionali e alla legge di Riforma 508 e pertanto dannosi per le Istituzioni e per il personale, numerosi atti emessi dal suo ministero; e sentir dire, per sovrappiù che, così facendo si blocca la Riforma?

Forse che, con logica mostruosa, la colpa è divenuta patrimonio non di chi sbaglia ma di chi subisce?

Gentile Ministro gli impiegati dello Stato, come dice il Ministro Brunetta, devono fare il loro dovere: e ciò è giustissimo. Ma non dovrebbe questa massima valere per tutti? E visti i ritardi registrati nel settore, sia a livello di corretta attuazione della Riforma e di rinnovo del contratto, non ritiene che anche i Governi, abbiano dimostrato poco impegno nei loro doveri? O forse non è un preciso dovere del Governo attuare le leggi del Parlamento e rinnovare i contratti?

Qualora fossero esaurite queste due richieste, tutto il resto nel quale sin qui si è impegnato il Suo Ministero: convegni, Stati generali, premi, concerti etc. potrebbero essere iniziative apprezzabili. Ma prima, appunto, occorrerebbe che si risolvessero le cose necessarie sempre che si abbia intenzione di far sopravvivere le nostre Istituzioni Artistiche di Alta Cultura. Infatti detta sopravvivenza sta divenendo un problema oltre che morale anche urgente poiché è imminente l'appuntamento con l'Europa, ai sensi del trattato di Lisbona. E non vorremmo che, vista l'attuale non brillante situazione, Accademie e Conservatori di musica divenissero, da primi che erano, miseramente ultimi.

Confidando nella Sua attenzione Le auguriamo buon lavoro.

Prof.ssa Dora Liguori
Segretario Generale Unione Artisti UNAMS

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